sabato 4 luglio 2009

Paternicò accusa l'amministrazione "La fiera di Piazza è destinata al fallimento". Replica Ribilotta: "La fiera gode di ottima salute"

di Guglielmo Bongiovanni. La fiera di Piazza, che si tiene l’ultima domenica di ogni mese presso l’area dell’ex Siace, è stata, ieri sera, al centro del dibattito politico in consiglio comunale. All’accusa pronunciata dal consigliere Rosario Paternicò “La fiera è già al collasso” è seguita la replica del vicesindaco Teodoro Ribilotta “La fiera gode di buona salute”.
“La fiera sembra già al collasso” esordisce il consigliere di opposizione Rosario Paternicò che aggiunge “se non si pone rimedio in pochi mesi questa fiera sarà destinata a fallire miseramente”. Rosario Paternicò, alla sua terza legislatura da consigliere, non ha mai amato la diplomazia e fin dalle prime battute si legge nelle sue parole la piena rivendicazione della sua autonomia rispetto al progetto politico del Partito della Liberta sul quale sostiene ancora di non avere aderito. Poi passa in rassegna un primo bilancio, a suo parere negativo, sulla fiera di Piazza. “Premetto che ho sempre creduto alla Fiera ritenendola un appuntamento importante per la città. Ma va precisato – continua Rosario Paternicò – che chi era seduto su questi banchi la scorsa legislatura dovrebbe ricorda che anche la passata amministrazione aveva puntato alla riapertura della fiera chiedendo all’aula 25 mila euro per potere eseguire le opere necessarie. Richiesta che fu bocciata dall’aula. Ricordo anche – continua Paternicò - che manifestai compiacimento per la riapertura voluta da questa amministrazione ma la fiera oggi sembra destinata al fallimento. La prova di ciò che affermo mi viena dalla verifica che anche il regolamento votato da quest’aula non viene rispettato perché ci è giunta voce che gli animali non hanno pagato l’ingresso per l’ultima fiera zootecnica tenuta nell’area dell’ex Siace violando un atto che quest’aula ha votato e palesando che nel meccanismo di gestione della fiera qualcosa non va per il verso giusto.” Alle accuse di Paternicò risponde il vicesindaco Ribilotta presente ieri in aula per tutta la durata del consiglio “Credo che la fiera goda di ottima salute. A dimostralo ci sono dei dati oggettivi forniti dall’ufficio competente. L’ultima fiera ha avuto circa 2500 presenze e ho deciso di non fare pagare gli animali che entrano in fiera proprio per aumentare la presenza degli espositori. Il cuore della fiera zootecnica sono gli animali e incrementando la loro presenza in fiera che si fa un’azione finalizzata, secondo il mio personale punto di vista, ad incrementare le presenze in fiera sia dal punto di vista della qualità del prodotto offerto, sia dal punto di vista delle presenze. Di questa decisione mi assumo la piena responsabilità politica. Per quanto riguarda l’accenno fatto dal consigliere Paternicò sui 25 mila euro chiesti in consiglio comunale dalla passata amministrazione – continua Ribilotta - vorrei ricordare all’attento consigliere che allora quei soldi furono chiesti senza che venisse spiegato in aula cosa si voleva fare e per di più la somma era insufficiente per realizzare quelle opere che chiedeva l’Asl in materia di protezione degli animali e della relativa tracciatura. Queste sono state le ragione della bocciatura della richiesta avanzata dalla precedente amministrazione.”

I segreti e la crisi della politica

di Guglielmo Bongiovanni. In un’aula deserta che simboleggia la crisi irreversibile della politica si è tenuta ieri sera la seduta del consiglio comunale. L’attività ispettiva, che era al primo punto dell’ordine del giorno, ha offerto i pochi spunti di interesse per i presenti per il resto tanta noia. L’intervento del consigliere Filetti può essere preso a simbolo di un consiglio comunale ormai svuotato di ogni funzione e privato di anche di quell’indirizzo politico che gli spetterebbe di diritto come scritto sullo statuto comunale. La seduta di ieri ha posto, in tutta la sua drammaticità, il ruolo e la natura del consiglio comunale. “Quando in una città passa il pensiero che l’ospedale vive sempre nell’emergenza, quando si prende atto che il problema dei rifiuti sembra ancora irrisolto con le ovvie conseguenze che la città sarebbe sporca, quando si dice che i lavori alla Villa Romana procedono a rilento, quando si afferma che i problemi con Acquaenna sembrano ancora sul tappeto mi chiedo cosa ci stiamo a fare noi? Che ruolo ci vogliamo ritagliare? Quelli di semplici messi notificatori di decisioni assunte in altre sedi oppure ritornare a essere protagonisti della vita politica cittadina assumendo un ruolo propositivo? Oggi – conclude il consigliere Filetti - non rappresentiamo niente se non solo noi stessi” Credo che il consigliere Filetti abbia centrato il nodo della questione. Le Istituzioni, oggi, sono lontane dai cittadini, dalla vita reale dei cittadini, che rappresentano. Anche le poche battaglie sposate da questo consiglio comunale, seppur nobili, e che vanno al di là delle appartenenze politiche e partitiche, sembrano non interessare nessuno: Perché? Il consigliere Filetti pone la necessità e l’urgenza di ricostruire un rapporto tra istituzioni e società civile, un nuovo rapporto di comunicazione che ponga al centro del dibattito politico le problematiche reali che vive la città di cui l’aula ne deve essere protagonista. Pone l’accento sul ruolo propositivo che il consiglio deve avere accompagnato dal concreto e reale controllo sull’operato degli uomini che compongono l’amministrazione. Gli strumenti che lo statuto comunale mette a disposizione del singolo consigliere sono sufficienti ad avviare un processo che restituisca alla politica piena dignità. La carta fondamentale della città mette in condizione i consiglieri, ad esempio, di portare in aula le politiche sul turismo o le politiche sociali sposate da questa amministrazione. Di verificare se nel comportamento degli amministratori si celano “segreti” a danno della nostra comunità. La risposta a legittimi quesiti posti dalla stampa non può che venire dalla politica, dai suoi processi democratici, non dalla piazza che alimenterebbero solo processi sommari, antidemocratici e prodotti di una cultura fascista. Se tutti i consiglieri comunali non riescono a ritagliarsi questo ruolo propositivo e di controllo sarebbe meglio accettare la provocazione del consigliere Rosario Paternicò “Tutti a casa”.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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