domenica 2 ottobre 2011
La marcia Perugia-Assisi, domani su Rai 3
Ricorre quest’anno il cinquantenario della prima marcia della pace Perugia Assisi. «La Grande Storia di Raitre» dedica una puntata all’evento («La pace in marcia», di Giovanni Grasso, regia
di Andrea Orbicciani), che andrà in onda lunedì 2 ottobre alle 23,10. Grazie anche a materiale inedito, il documentario ricostruisce quella domenica del 1961, quando un gruppo di intellettuali guidato da AldoCapitini si mise alla testa di un corteo di migliaia di persone, armate solo di cartelli e di variopinte bandiere, per testimoniare il
di Andrea Orbicciani), che andrà in onda lunedì 2 ottobre alle 23,10. Grazie anche a materiale inedito, il documentario ricostruisce quella domenica del 1961, quando un gruppo di intellettuali guidato da AldoCapitini si mise alla testa di un corteo di migliaia di persone, armate solo di cartelli e di variopinte bandiere, per testimoniare il
Bellissima iniziativa. Domenica 9 Ottobre sarà celebrata la 1° Festa della “Madonna del Cammino”.
A un anno dalla inaugurazione della Cappella della “Madonna del cammino” che si trova all’interno del Bosco Bellia la Parrocchia Sant’ Antonio celebra la prima Festa per sottolineare che la nostra vita è un pellegrinare e che come affermò il Vescovo Mons. Pennisi “l'esempio della Madonna del Cammino può essere per tutti coloro che frequentano i percorsi del bosco Bellia un sostegno spirituale”.
Lunedì 2 ottobre comincia la riqualificazione della via Manzoni
Comunicato stampa
Al via lunedì 2 ottobre i lavori che daranno un volto nuovo all’ingresso meridionale della città di Piazza, quello che dallo svincolo Piazza Armerina Sud della statale 117/bis porta al centro della città.
La ditta Rizzo vincictrice dell’appalto, sotto la direzione dei lavori garantita dei geometri Sergio Di Seri e Giovanni Giangrande del servizio Lavori Pubblici dell’ufficio tecnico comunale comincerà gli scavi per la realizzazione di regimentazione delle acque piovane.
Al via lunedì 2 ottobre i lavori che daranno un volto nuovo all’ingresso meridionale della città di Piazza, quello che dallo svincolo Piazza Armerina Sud della statale 117/bis porta al centro della città.
La ditta Rizzo vincictrice dell’appalto, sotto la direzione dei lavori garantita dei geometri Sergio Di Seri e Giovanni Giangrande del servizio Lavori Pubblici dell’ufficio tecnico comunale comincerà gli scavi per la realizzazione di regimentazione delle acque piovane.
per chi non teme le intercettazioni
Ingroia: "Un'intercettazione
mi ha salvato la vita"
Il procuratore aggiunto di Palermo spiega la sua contrarietà alla "legge bavaglio": "Se non fosse stato per alcune intercettazioni ambientali e una telecamera piazzata su un casolare non avremmo mai trovato il boss che progettava di uccidermi". Se il progetto venisse approvato, "sarebbero impossibili tante indagini che hanno segnato la storia dell'antimafia"
di SALVO PALAZZOLO
Antonio Ingroia
PALERMO - "L'ho scampata per un pelo", dice Antonio Ingroia: "Non fosse stato per una telecamera piazzata su un casolare di Calatafimi e per alcune intercettazioni ambientali la polizia non avrebbe mai trovato il rifugio di Mimmo Raccuglia, il capomafia che progettava un attentato nei miei confronti". Al procuratore aggiunto di Palermo consta personalmente che un'intercettazione può anche salvare una vita.
È per questa ragione che non le piace il disegno di legge che trasformerà radicalmente il sistema delle intercettazioni?
"Se questo disegno di legge dovesse essere approvato, saremmo di fronte a un pericoloso passo indietro per gli apparati investigativi, che all'improvviso resterebbero disarmati. Anzi, resterebbero sordi e ciechi e ci troveremmo nella condizione di non poter più prevenire i pericolosi programmi di riorganizzazione delle mafie".
Quali indagini diventerebbero impossibili?
"Tante di quelle che hanno segnato la storia dell'antimafia. Le indagini per l'arresto di Mimmo Raccuglia, che ho coordinato io nel 2009, mi riguardano personalmente. Ma non sono il caso più eclatante. Negli anni scorsi, iniziammo a indagare sui canali del riciclaggio internazionale sfruttati dagli imprenditori palermitani Zummo grazie ad alcune parole captate in un'intercettazione che non riguardava apparentemente un caso di mafia".
Le indagini della Procura di Palermo dicono che Cosa nostra si sta riorganizzando.
Le intercettazioni riescono davvero a entrare nei segreti dei boss?
"Non bisogna smettere di avere orecchie sul territorio, gli ultimi omicidi commessi a Palermo ci dicono che l'organizzazione mafiosa sta cambiando strategia. E non sappiamo esattamente verso quale direzione. Di certo, è necessario tenere presente l'evoluzione della mafia finanziaria, ma anche le dinamiche della mafia militare. E per farlo, non possiamo che utilizzare al meglio lo strumento delle intercettazioni, altro che ridurlo".
I sostenitori del progetto di riforma sostengono che il disegno di legge sulle intercettazioni non spunterà affatto le armi di chi combatte il crimine.
"Una cosa deve essere chiara: le intercettazioni restano lo strumento principale in difesa della collettività dal crimine di qualsiasi tipo, semplice oppure organizzato. Restano lo strumento principale per difendere la collettività da cricche o clan. Negli ultimi dieci anni le intercettazioni hanno sventato stragi, omicidi, traffici di armi e di qualsiasi altro tipo. Senza le intercettazioni ci sarebbero più delinquenti in giro, e il nostro Paese sarebbe anche peggiore di quello che è
mi ha salvato la vita"
Il procuratore aggiunto di Palermo spiega la sua contrarietà alla "legge bavaglio": "Se non fosse stato per alcune intercettazioni ambientali e una telecamera piazzata su un casolare non avremmo mai trovato il boss che progettava di uccidermi". Se il progetto venisse approvato, "sarebbero impossibili tante indagini che hanno segnato la storia dell'antimafia"
di SALVO PALAZZOLO
Antonio Ingroia
PALERMO - "L'ho scampata per un pelo", dice Antonio Ingroia: "Non fosse stato per una telecamera piazzata su un casolare di Calatafimi e per alcune intercettazioni ambientali la polizia non avrebbe mai trovato il rifugio di Mimmo Raccuglia, il capomafia che progettava un attentato nei miei confronti". Al procuratore aggiunto di Palermo consta personalmente che un'intercettazione può anche salvare una vita.
È per questa ragione che non le piace il disegno di legge che trasformerà radicalmente il sistema delle intercettazioni?
"Se questo disegno di legge dovesse essere approvato, saremmo di fronte a un pericoloso passo indietro per gli apparati investigativi, che all'improvviso resterebbero disarmati. Anzi, resterebbero sordi e ciechi e ci troveremmo nella condizione di non poter più prevenire i pericolosi programmi di riorganizzazione delle mafie".
Quali indagini diventerebbero impossibili?
"Tante di quelle che hanno segnato la storia dell'antimafia. Le indagini per l'arresto di Mimmo Raccuglia, che ho coordinato io nel 2009, mi riguardano personalmente. Ma non sono il caso più eclatante. Negli anni scorsi, iniziammo a indagare sui canali del riciclaggio internazionale sfruttati dagli imprenditori palermitani Zummo grazie ad alcune parole captate in un'intercettazione che non riguardava apparentemente un caso di mafia".
Le indagini della Procura di Palermo dicono che Cosa nostra si sta riorganizzando.
Le intercettazioni riescono davvero a entrare nei segreti dei boss?
"Non bisogna smettere di avere orecchie sul territorio, gli ultimi omicidi commessi a Palermo ci dicono che l'organizzazione mafiosa sta cambiando strategia. E non sappiamo esattamente verso quale direzione. Di certo, è necessario tenere presente l'evoluzione della mafia finanziaria, ma anche le dinamiche della mafia militare. E per farlo, non possiamo che utilizzare al meglio lo strumento delle intercettazioni, altro che ridurlo".
I sostenitori del progetto di riforma sostengono che il disegno di legge sulle intercettazioni non spunterà affatto le armi di chi combatte il crimine.
"Una cosa deve essere chiara: le intercettazioni restano lo strumento principale in difesa della collettività dal crimine di qualsiasi tipo, semplice oppure organizzato. Restano lo strumento principale per difendere la collettività da cricche o clan. Negli ultimi dieci anni le intercettazioni hanno sventato stragi, omicidi, traffici di armi e di qualsiasi altro tipo. Senza le intercettazioni ci sarebbero più delinquenti in giro, e il nostro Paese sarebbe anche peggiore di quello che è
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Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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