giovedì 19 marzo 2009

Il dovere della memoria …e il diritto alla memoria.

di Salvatore Roccaverde.

Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Piazza Armerina, alle ore 10 del 21 marzo, presso l'auditorium del Liceo classico-scientifico

In questi giorni in Campania e in tanti Comuni d’ Italia si stanno svolgendo varie manifestazioni per celebrare la XIV Giornata della memoria, ideata e organizzata dall’Associazione Libera di don Ciotti, che culminerà il 21 marzo a Napoli, dove stanno si daranno appuntamento migliaia di persone, in gran parte giovani, provenienti dal territorio italiano (solo 500 da Palermo), ma anche dall’estero. Segno che le mafie sono diventate un problema internazionale a cui bisogna dare risposte in termini globali senza dimenticare la specificità delle mafie nazionali e locali.
Una specificità che va attenzionata dalle istituzioni ma soprattutto da quella marea indistinta, confusa, disorientata spesso contraddittoria, di persone in carne ed ossa che si usa spesso chiamare “società civile”, nella quale convivono contemporaneamente mafiosi, complici di mafiosi,indifferenti, collusi e simile genia, accanto ad onesti ed integerrimi cittadini e fedeli servitori dello Stato. Tutti accumunati dalla stessa etichetta di “ società civile” che ha fatto da terreno di coltura agli ispiratori, ai mandanti e agli esecutori dei più efferati crimini mafiosi, ma nella quale in questi ultimi decenni, dopo Capaci e via d’Amelio, è cresciuta anche la più profonda indignazione nei confronti dei mafiosi e della cultura che la sostiene, con una partecipazione sempre crescente a tutte le manifestazioni per la difesa della legalità. Una cultura della legalità sicuramente trasversale e sempre più diffusa, ma che in ogni caso non riesce ad esprimersi come “maggioranza” in termini politici. Non nel senso di schieramento politico di partiti o sue coalizioni, ma nel senso di riferimento a valori democratici, costituzionalmente fondati, tali da essere considerati riferimento condiviso dalla maggior parte dei cittadini italiani. Cosa evidente a tutti, come possiamo constatare nelle infinite polemiche su problemi come la sicurezza, laicità dello Stato, bioetica, riforma della magistratura, ecc.
Sul contrasto alle mafie la divergenza è stata anche più profonda, nella società e nelle Istituzioni, anche perché solo tardivamente si è riconosciuta la commistione tra apparati dello Stato e mondo criminale, tra politica, economia e sistemi mafiosi . Tante stragi, tanti morti si sarebbero potuti evitare, se lo Stato e la politica avessero preso coscienza di ciò a tempo debito.
Il 21 marzo, anche per queste ragioni, non può diventare l’ennesima manifestazione, seppure di massa, per una passerella di politici ed esponenti istituzionali che vogliono rifarsi una verginità, nel semplice ricordo dei morti ammazzati, ma una occasione preziosa di riflessione per costruire, insieme, al di là degli schieramenti partitici, una società basata veramente sulla legalità, in tutte le sue accezioni.
Solo con questo spirito, il “ dovere della memoria” (che la nostra società sente come obbligo nei confronti delle centinaia di vittime innocenti che ricordiamo, leggendone il nome ad uno ad uno, il 21 marzo) , e il “ diritto alla memoria”( che ci è dovuto, come società degli onesti - parenti di vittime o semplici cittadini) , potranno trovare concreta ed efficace accoglienza in ciascuno di noi.
In questa direzione va la proposta di Legge per riconoscere anche sul piano legislativo il 21 marzo come Giornata nazionale della memoria, firmata congiuntamente da un esponente del centrodestra, l’on. Granata (del PdL) e un esponente del centrosinistra, l’on. Giulietti, di IDV.
Peccato che a distanza di oltre 4 mesi dalla sua presentazione, questa proposta è ferma in commissione.
La manifestazione di Napoli e le centinaia di altre iniziative analoghe, come quella che si svolge a Piazza Armerina, in Sicilia, serviranno a farle fare un passo avanti? Me lo auguro.
Salvatore Roccaverde
Presidente Associazione Culturale “Premio Rocco Chinnici “ di Piazza Armerina ( Enna)

Oggi è la festa del Papà. La bellissima lettera di Gian Luigi. Per ritrovare il vero senso della vita.

Caro arch. Sella scusi se la disturbo, puo' anche non pubblicarla, ritenevo doveroso in un momento come questo dove tutti pensano ai cani randagi, alla procrezione assistita, alla crisi economica, alle lotte di potere della politica, richiamare l'attenzione in questa mia mail per ricordare che oggi è un giorno molto importante per le famiglie, oltre ad essere la festa di San Giuseppe, patrono dei lavoratori, è la festa del papa'.
Festa che non viene presa molto in considerazione, vedasi la pubblicita' per la festa della mamma, anche se per noi padri e uomini è l'unico giorno dove abbiamo qualche attenzione rivolta nei nostri confronti, infatti, vorrei ricordare ai piu', che non esiste la festa dell'uomo cosi come quella della donna.
Ma non è questo cio' che voglio far rilevare, ma l'importanza che un uomo, un padre ha per la propria famiglia , sopratutto in un periodo in cui , i valori etici, morali e della famiglia, si sono persi, ove assistiamo all'aumento dei divorzi, delle violenze domestiche, e ad altre angherie e sopprusi a cui figli e mogli devono molte volte sottostare.
Io non ho avuto la fortuna di conoscere mio padre, è morto a pochi giorni dalla mia nascita, l'ho conosciuto in foto, l unica cosa che ricordo sono le frequenti visite al cimitero, ho avuto una madre che è stata splendida ma non è riuscita a colmare l'assenza della figura paterna.
Oggi sono anch'io padre di bellissimi bimbi, i quali ogni anno hanno provveduto a farmi trovare al mio risveglio un regalo, purtroppo al momento sto vivendo un periodo molto brutto della mia vita, a causa di qualche errore personale ho perso il lavoro, quindi certe spese risultano essere superflue, ma nonostante tutto stamani, i miei figli mi hanno donato lo stesso un regalo, fatto stavolta artigianalmente con le loro mani e del cartoncino.
Era un disegno di un angelo con le braccia allargate al massimo con la scritta ti vogliamo bene tanto cosi.
Mi hanno fatto piangere.
Vorrei che tutti capissimo che non vi è cosa piu' bella dell'amore, della famiglia.
Cerchiamo di captare i messaggi dei comandamenti, basta poco per essere felici e dare felicita', gli abiti alla moda , l'ostentata ricchezza, tutto cio' che è accessorio e supefluo, non serve basta una famiglia sana, i soldi quelli che bastano per vivere, questo è l'indispensabile per essere felici lo stesso, ma sopratutto per essere una famiglia.
Gian Luigi

Tudisco: "Un "Istituto Confucio" con la Kore insieme ai cinesi.

In occasione della visita dell’assessore provinciale al turismo, Fabrizio Tudisco, su mandato del presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, nella sede privata dell’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese, Sun Yuxi, uno degli argomenti affrontati riguarda la possibilità dell’apertura di un “Istituto Confucio” presso l’Università Kore di Enna.
Il tema sarà affrontato ed approfondito, fa sapere Tudisco, nel corso della vista ufficiale, in occasione delle festività pasquali, che il diplomatico effettuerà nel capoluogo ennese e nei comuni vicini, quando scambierà colloqui di lavoro con il presidente della Provincia, Giusepe Monaco L’istituto Confucio è un’organizzazione pubblica senza fini di lucro promossa dal ministero dell’Istruzione cinese.


Gli obiettivi dell’Istituto sono la formazione linguistica e la diffusione della cultura cinese nel mondo, al fine di perseguire l’ideale dell’educazione permanente e di accrescere la comprensione reciproca e l’amicizia tra i popoli. Nel mese di ottobre 2008, si contavano già 292 istituti Confucio in 78 nazioni ed il loro numero è in continua crescita.


In Italia ce ne sono quattro. L’Istituto opera grazie alla sinergia tra l’università cinese e l’università straniera. La condizione fondamentale per diventare sede dell’Istituto è l’attivazione di corsi di lingua cinese, oltre alla richiesta nel territorio di apprendimento della lingua asiatica.


L’università “Kore” di Enna è l’unica università del meridione in cui esista un corso di laurea di cinese già da quattro anni e, grazie all’incoraggiamento dell’Ambasciatore cinese, Sun Yuxi, ed all’impegno di Tudisco, si appresta a candidarsi a sede dell’Istituto Confucio.



L'Assessore Tudisco ha anche parlato della vita e degli studi dell'Illustre Gesuita Piazzese "Prospero Intorcetta" ( primo traduttore di Confucio dal cinese al latino) suscitando l'interesse e l'ammirazione dell'Ambasciatore Sun Yuxi .

A proposito dei moniti della Chiesa.... di Marco C.

Sul problema AIDS, Benedetto XVI durante il suo viaggio in Africa, ha espresso il suo pensiero circa la lotta a questa terribile malattia. Auspica che i paesi del c.d. Terzo mondo abbiano gratuitamente accesso a tutti i farmaci che contribuiscono notevolmente alla lotta a detta malattia. Considera l'uso del profilattico non l'unico strumento alla lotta....Invece i media, capziosamente, riportano solo, come "arma letale" la notizia che la Chiesa è contraria all'uso del profilattico. La Spagna ha inviato, addiritura, circa 3 milioni di profilattici in totale contrapposizione al pensiero del Pontefice....Farmaci, gratuitamente, non ne ha mandato, però!!Non solo, l'intera UE è contro il Vaticano..Di tutto ciò e dell'ipocrisia che regna in Europa io, m'indigno, come cristiano e come laico cittadino europeo...
Marco C.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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