martedì 28 ottobre 2008

La situazione non è buona. di Nino Di Catania

Al chiarissimo architetto di Dio, Agostino Sella.

Caro Ago, la situazione non è buona.

Come ti ho scritto oggi tutto va a rotoli le poste che non funzionano, personale che manca ecc. ecc.

Ho scritto che la situazione non è buona. questa frase è estrapolata dall'ultimo album di Adriano Celentano,. il primo brano dice: hai bucato la mia vita.

Ascoltando gli altri brani, in particolare risalta," La situazione non è buona".

Invito tutti i politici,sindacalisti, associazioni,movimenti ecc.ecc.ecc.

a leggere quello che ho letto in un testo del grande Adriano.

La situazione politica non è buona,

la situazione economica non è buona,

la situazione internazionale non è buona,

la situazione dei piccoli cani non è buona,

LA SITUAZIONE,LA MIA SITUAZIONE NON è BUONA.

la situazione dell'acqua non è buona,

La PIU’  GRANDE SCIAGURA SONO GLI ARCHITETTI,"TI VOGLIO BENE".

Ho voluto esternare con parole di: Franceso Tricarico quella che in questo ultimo periodo attanaglia la nostra Città.

Gentilmente ti invito ad aprire un forte commento per quanto riguarda,la chiusura di alcuni reparti della struttura Ospedaliera, noto che: tantissimi amici vedi forze politiche diverse dalle mie che si fanno a pezzi giorno per giorno per la salvaguardia dell'Ospedale.

Ho paura a dire che siamo figli degli stenti.

Aggiungo con amarezza che l'assessore preposto oggi pomeriggio ha invitato i medici ospedalieri in una riunione senza tener conto delle sigle sindacali.Comunico che sono un RSU.

 da anni e referente della UIL.FPL, Distretto di Piazza Armerina Sanità.

Sono fortemente preoccupato come utente, ma come dipendente sono sereno, ti spiego.teniamo conto che in un reparto fino ad oggi hanno fatto arancine e pizzette, da domani faranno granite e granite al cafè.

Per noi non cambia niente, e per noi utenti: “cazzi” amari.

Potrei continuare  a scrivere all'infinito  ,mi sono stancato.

Precedenza: Ospedale, Acqua,Poste, lavoratori socialmente utili ecc.ecc.ecc.ecc.......

Ago se puoi, scrivi il più possibile, attraverso mezzo stampa ecc.

28-10-2008.

Antonino Di Catania.

Pino Aloi. Difesa dell’Ospedale = Migliorare i servizi sanitari

La vicenda che in questi mesi angoscia la Città di Piazza Armerina e di cui i giornali parlano è la chiusura dell’Ospedale “Chiello”.

Non è ammissibile che un piano ospedaliero piuttosto che rispondere alle esigenze del territorio e della salute dei cittadini,  venga articolato su base ragionieristica. Anziché contenere, o meglio tagliare, gli sprechi della carta sanitaria vengano di contro penalizzati gli operatori del servizio socio-sanitario e quindi l’utenza.

Pensiamo a quanti che per usufruire di un servizio sanitario saranno costretti a spostarsi presso altre strutture con conseguenti disagi economici, logistici e difficoltà sia per il malato sia per coloro che dovranno assisterlo nell’iter ospedaliero.

E’ inaccettabile che si proceda a tagli indiscriminati operati ai danni delle comunità interne dell’isola dove già la desertificazione con l’emigrazione cresce ogni giorno. Purtroppo non siamo nuovi a situazioni simili cioè essere depauperati di una risorsa occupazionale, economica, finanziaria e sociale.

Il coro di protesta elevato dalle forze politiche, istituzionali e sindacali, con  riunioni e dibattiti hanno portato a conoscenza tutti i cittadini della perdita della struttura ospedaliera invitandoli a mobilitarsi affinché  il provvedimento di ridimensionamento ospedaliero non venga attuato dalla  Regione Siciliana.

Per la salvaguardia dell’Ospedale, dopo quanto è stato manifestato e ribadito, nell’ambito della riorganizzazione della sanità, bisogna passare dalla protesta alla proposta suggerendo delle soluzioni che possano servire a migliorare la nostra struttura ospedaliera affinchè la stessa possa erogare servizi sanitari di qualità.

                                   Giuseppe Aloi

La salute bene di tutti?

di Giuseppe Fanzone.

La salute sembra essere un bene fondamentale a cui giustamente ogni individuo tende per se e per i propri cari. I Padri all’articolo 32 della Costituzione recitano: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…” Oggi in un periodo di supposta crisi economica si dice che è necessario eseguire dei “tagli” al sistema sanitario per rendere sostenibile la spesa. Appare logico pensare che “tagli” alla salute siano anticostituzionali. C’è però, in atto forte, una idea politica e filosofica che vede lo stato come azienda. Tutto è azienda, quindi ente economico con una precisa vocazione al guadagno ed all’utile di bilancio. Così gli ospedali sono azienda; gli enti sanitari sul territorio di nuovo Azienda Sanitaria; i reparti vengono pagati a DRG e valutati in base al profitto. Allora a governare i reparti ospedalieri è arrivato il budget e giacché i primari sono divenuti Direttori vieni curato solo se rientri nei parametri stabiliti.

Giustissimamente il legislatore già da diversi anni per risolvere il problema degli sprechi, (sprechi e non spesa sanitaria) ha ipotizzato che l’aziendalizzazione potesse essere una buona idea. Esisteva però un errore di valutazione fondamentale che ha determinato il fallimento di questo programma. I bisogni di salute vennero considerati come perfettamente individuabili per mezzo di diagrammi, studi statistici e flow-chart ma così non è proprio perchè la salute, individuata come complesso determinate il benessere del singolo e della comunità, è un sistema caotico, anzi il prototipo dei sistemi caotici. Non è inquadrabile in schemi fissi ed immutabili (la salute, è notorio, oggi c’è e domani no).

Lo stesso errore venne commesso diversi anni addietro non attivando il sistema di protezione civile creando veri e propri disastri a tutti noti. Oggi il sistema di protezione civile è ipertrofico per mezzi, persone e fondi ma questo è vero solo per alcuni giorni dell’anno in preparazione ad una calamità che nessuno sa da dove arriverà ma è certo che ci sarà.

Lo stesso avviene nel mondo salute. Un ospedale di comunità potrà essere utilizzato solo al 70% ma questo è uno spreco? Lo è se consideriamo l’ordinario. Non lo è se consideriamo lo straordinario inteso come non frequente ma possibile e probabile. Un infarto? Evento possibile e probabile. Una caduta da motoveicolo? Possibile e probabile? Un autobus di turisti giù da un ponte? Improbabile ma possibile.

Allora se smettessimo di considerare le strutture sanitarie una spesa ma provvedessimo invece all’abbattimento degli sprechi non sarebbe più giusto e più saggio?

Se considerassimo gli Ospedali come risorse per il territorio, valutando l’impatto economico che una tale struttura ha sul contesto in cui insiste?

I positivi “effetti collaterali” di una struttura ospedaliera sono comprensibili da tutti, il ritorno economico è netto sia in termini di “turismo sanitario”, che in  aumento della occupazione e della immigrazione di rientro e vera e propria. L’indotto è enorme, comunque lo si consideri. Di converso la chiusura di una struttura ospedaliera determina una serie di effetti negativi a cascata il cui valore economico è senza alcun dubbio superiore al “risparmio” che si crede di potere raggiungere. In ultima analisi porterebbe alla “chiusura” di un intero territorio. 

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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