sabato 11 luglio 2009
A quando l’agibilità del Palazzetto dello Sport ?????
Il Palazzetto dello Sport, di Piazza Armerina, sito in Contrada S. Croce, inaugurato alla fine degli anni novanta, purtroppo risulta ancora chiuso al pubblico in quanto mancante del certificato di agibilità che non può essere rilasciato perchè alcuni materiali a suo tempo impiegati non risultano corrispondenti alle caratteristiche previste dalla normativa in materia.
La mancata certificazione di agibilità, è stata ostativa all’utilizzo del Palazzetto, per incontri ufficiali con presenza di pubblico, da parte di varie società sportive armerine.
La struttura, attualmente viene utilizzata da alcune società solo per preparazione atletica, in quanto né la Provincia Regionale (proprietaria) nè il Comune (gestore) hanno, ancora, predisposto quegli interventi tecnici prescritti dalla Commissione di Vigilanza, necessari per il rilascio della certificazione di agibilità della struttura che consentirebbe l’utilizzo della stessa per lo svolgimento di gare ufficiali.
Il Palazzetto, concepito per soddisfare la sempre crescente voglia di sport, potrebbe, ove agibile, essere utilizzato oltre che per impianto sportivo anche per lo svolgimento di eventi di interesse generale quali, conferenze, manifestazioni culturali ed espositive e per favorire ogni ulteriore forma di aggregazione sociale in un’ottica di corretta e professionale gestione.
Quindi non può farsi a meno di evidenziare che l’agibilità di un “contenitore” polifunzionale riveste un particolare ruolo nel contesto urbano e sociale di una città turistica come Piazza Armerina. Si confida, pertanto, che prima dell’inizio delle attività sportive, le competenti Amministrazioni si attivino per ottenere la prescritta agibilità che consentirebbe una piena fruizione della struttura da parte di quelle società sportive che a vario titolo ne sono interessate.
La mancata certificazione di agibilità, è stata ostativa all’utilizzo del Palazzetto, per incontri ufficiali con presenza di pubblico, da parte di varie società sportive armerine.
La struttura, attualmente viene utilizzata da alcune società solo per preparazione atletica, in quanto né la Provincia Regionale (proprietaria) nè il Comune (gestore) hanno, ancora, predisposto quegli interventi tecnici prescritti dalla Commissione di Vigilanza, necessari per il rilascio della certificazione di agibilità della struttura che consentirebbe l’utilizzo della stessa per lo svolgimento di gare ufficiali.
Il Palazzetto, concepito per soddisfare la sempre crescente voglia di sport, potrebbe, ove agibile, essere utilizzato oltre che per impianto sportivo anche per lo svolgimento di eventi di interesse generale quali, conferenze, manifestazioni culturali ed espositive e per favorire ogni ulteriore forma di aggregazione sociale in un’ottica di corretta e professionale gestione.
Quindi non può farsi a meno di evidenziare che l’agibilità di un “contenitore” polifunzionale riveste un particolare ruolo nel contesto urbano e sociale di una città turistica come Piazza Armerina. Si confida, pertanto, che prima dell’inizio delle attività sportive, le competenti Amministrazioni si attivino per ottenere la prescritta agibilità che consentirebbe una piena fruizione della struttura da parte di quelle società sportive che a vario titolo ne sono interessate.
Il Difensore Civico
( Cav. Uff. Giuseppe Aloi )
( Cav. Uff. Giuseppe Aloi )
Aias ed Agedi bocciano il piano di zona di Lina Grillo
DISABILI MIRCOLATI - CERCASI SANTO PROTETTORE
Con la seconda conferenza dei servizi tenutati presso il teatro Garibaldi di Piazza Armerina è stato varato il piano di zona 2010-2012 del distretto socio-sanitario n. 24 (Piazza Armerina-Barrafranca-Pietraperzia e Aidone). Tra i progetti attivati anche l’esclusione dei centri di aggregazione per disabili dell’AIAS e dell’AGEDI. Esclusione non dovuta a mancanza di sensibilità verso i disabili perché, come dice qualcuno, c'è né anche troppa, quindi si deduce che gli assistiti dei due centri sono guariti e potranno tranquillamente svolgere ogni attività da normodotati lasciando tranquilli i protagonisti del miracolo.
All’avvio del primo piano di zona nel 2004 gli assistiti dai centri AIAS e AGEDI non erano stati presi in considerazione poi, grazie all’impegno del dirigente coordinatore, con la rimodulazione per la premialità del 2006 sono stati ripescati, quindi accreditati i due centri di aggregazione che cofinanziano il progetto al 50%. Ora i disabili dell’AGEDI e dell’AIAS scompaiono nuovamente, quindi il miracolo si è ripetuto e siamo curiosi di conoscere chi ha queste doti sopranaturali, perché vorremmo porre alla sua attenzione i tantissimi altri disabili della città Armerina e di Aidone che richiedono un’assistenza che in atto ricevono solo, in parte, dai due centri esclusi dal piano di zona appena varato, che manca solo dell’atto finale: l’accordo di programma tra i sindaci del distretto e le “cooperative” incaricate a svolgere i vari servizi.
L’AGEDI e L’AIAS, nel territorio, sono le uniche realtà conosciute che, con i centri di aggregazione, erogano servizi a 25 disabili Armerini e di Aidone. Pochi sanno comunque, che i ragazzi disabili all’età di 14 anni sono dimessi dalle attività riabilitative e dopo alcuni anni anche dalla scuola, perciò restano a casa a totale carico della famiglia che senza l’aiuto dei due centri una situazione difficile diventerebbe insostenibile.
La notizia dell’esclusione dei due centri di aggregazione non è stata apprezzata dai familiari che giornalmente si devono confrontare con il problema della disabilità e che avevano posto tanta fiducia nel servizio che è erogato dall’aias e dall’agedi.
Con il piano di zona 2010-2012, per migliorare il servizio, nei tavoli tematici era stata evidenziata la necessità di aumentare gli assistiti e l’ampliamento delle attività. Volevamo occuparci anche della gestione del loro tempo libero e creare quel minimo di autonomia che poteva essere la premessa per il “DOPO DI NOI” invece, ci ritroviamo con il dilemma di sempre “Chi si occuperà dei nostri figli? Con la realizzazione dei due centri di aggregazione si pensava alle basi per assicurare una degna assistenza alle persone con disabilità, invece alla prima occasione i sogni crollano per tornare alla logica di sempre. “di cui sunnu li figghi, si l’annaca”. (per non dire altro).
Con la seconda conferenza dei servizi tenutati presso il teatro Garibaldi di Piazza Armerina è stato varato il piano di zona 2010-2012 del distretto socio-sanitario n. 24 (Piazza Armerina-Barrafranca-Pietraperzia e Aidone). Tra i progetti attivati anche l’esclusione dei centri di aggregazione per disabili dell’AIAS e dell’AGEDI. Esclusione non dovuta a mancanza di sensibilità verso i disabili perché, come dice qualcuno, c'è né anche troppa, quindi si deduce che gli assistiti dei due centri sono guariti e potranno tranquillamente svolgere ogni attività da normodotati lasciando tranquilli i protagonisti del miracolo.
All’avvio del primo piano di zona nel 2004 gli assistiti dai centri AIAS e AGEDI non erano stati presi in considerazione poi, grazie all’impegno del dirigente coordinatore, con la rimodulazione per la premialità del 2006 sono stati ripescati, quindi accreditati i due centri di aggregazione che cofinanziano il progetto al 50%. Ora i disabili dell’AGEDI e dell’AIAS scompaiono nuovamente, quindi il miracolo si è ripetuto e siamo curiosi di conoscere chi ha queste doti sopranaturali, perché vorremmo porre alla sua attenzione i tantissimi altri disabili della città Armerina e di Aidone che richiedono un’assistenza che in atto ricevono solo, in parte, dai due centri esclusi dal piano di zona appena varato, che manca solo dell’atto finale: l’accordo di programma tra i sindaci del distretto e le “cooperative” incaricate a svolgere i vari servizi.
L’AGEDI e L’AIAS, nel territorio, sono le uniche realtà conosciute che, con i centri di aggregazione, erogano servizi a 25 disabili Armerini e di Aidone. Pochi sanno comunque, che i ragazzi disabili all’età di 14 anni sono dimessi dalle attività riabilitative e dopo alcuni anni anche dalla scuola, perciò restano a casa a totale carico della famiglia che senza l’aiuto dei due centri una situazione difficile diventerebbe insostenibile.
La notizia dell’esclusione dei due centri di aggregazione non è stata apprezzata dai familiari che giornalmente si devono confrontare con il problema della disabilità e che avevano posto tanta fiducia nel servizio che è erogato dall’aias e dall’agedi.
Con il piano di zona 2010-2012, per migliorare il servizio, nei tavoli tematici era stata evidenziata la necessità di aumentare gli assistiti e l’ampliamento delle attività. Volevamo occuparci anche della gestione del loro tempo libero e creare quel minimo di autonomia che poteva essere la premessa per il “DOPO DI NOI” invece, ci ritroviamo con il dilemma di sempre “Chi si occuperà dei nostri figli? Con la realizzazione dei due centri di aggregazione si pensava alle basi per assicurare una degna assistenza alle persone con disabilità, invece alla prima occasione i sogni crollano per tornare alla logica di sempre. “di cui sunnu li figghi, si l’annaca”. (per non dire altro).
Piazza Armerina, 11 luglio 2009
Lorenzio Naso e Enzo Casale
AIAS AGEDI
Il vescovo Pennisi sull'immagrazione "I vescovi non si faranno intimidire da Maroni e Bossi"
ROMA (4 luglio) - «Misure punitive e in qualche caso addirittura persecutorie» nel ddl sicurezza divenuto legge. È quanto scrive il quotidiano dei vescovi Avvenire in un editoriale dal titolo «Legge sbilanciata che già mostra crepe». Le critiche di Avvenire al provvedimento sulla sicurezza. Il ddl sicurezza divenuto legge mostra «esiti» che sembrano confermare «una virata tale da tramutare la politica di gestione legale dell'immigrazione in un complesso di misure punitive e in qualche caso addirittura persecutorie». I rischi della legge. «Ai segnali di allarme sulle possibili derive xenofobe, recisamente escluse dal governo, si associno rilievi sempre più incalzanti su concretissimi rischi di conseguenze inaccettabili» si legge. Conseguenze come il problema dei «figli nati in Italia da genitori irregolari», il «rischio» dei neonati di «divenire invisibili», «l'impossibilità di effettuare le pubblicazioni matrimoniali se uno dei due nubendi non dispone del permesso di soggiorno». Problemi che rivelano «esiti» che, scrive il quotidiano, «scongiuriamo, convinti che non ci si possa sottrarre dall'individuare spazi e strumenti in grado di evitarli».Le sofferenze dei migranti sono causate anche da discutibili provvedimenti messi in pratica da quei paesi ricchi che dovrebbero impegnarsi più degli altri in seri percorsi di accoglienza. È questo un passaggio dell'omelia della messa presieduta oggi pomeriggio in Duomo dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, e concelebrata con i vescovi provenienti da Africa, Asia e America Latina che fanno parte della delegazione del G8.Le perplessità dei vescovi italiani sul pacchetto sicurezza approvato in via definitiva dalle Camere restano quindi tante, come confermano le parole di Tettamanzi. Alle quali oggi si è aggiunta la replica alla Lega del vescovo di Piazza Armerina, mons. Michele Pennisi: «I vescovi hanno il diritto e il dovere di esprimersi sulle questioni morali» anche sull'immigrazione perché è un tema che «riguarda la dignità della persona». Per cui i vescovi «non si lasceranno intimidire» da attacchi come quelli del ministro degli Interni Roberto Maroni o del leader della Lega Nord Umberto Bossi. Mons. Pennisi chiede inoltre al Governo di varare un provvedimento che sani la situazione: «Se il governo vuole coniugare legalità e solidarietà deve fare una sanatoria perché tutti quelli che attualmente risiedono in Italia e hanno un lavoro possano essere regolarizzati per avere diritto all'assistenza sanitaria e i loro figli all'istruzione».
Da stamani le forze dell'ordine stanno setacciando l'area attorno al depuratore di contrada indirizzo alla ricerca di Mario Romano
di Guglielmo Bongiovanni. Polizia Municipale, (al comando del vice Gianni Velardita), Vigili del fuoco e Armerina Soccorso stanno setacciando da stamani tutta l’area intorno al depuratore di contrada Indirizzo alla ricerca di Mario Romano (nella foto) scomparso da casa da due giorni. Le ultime segnalazioni risalgono a giovedì quando qualcuno l'ha visto aggirarsi vicino al depuratore con in mano una busta. I vigili del fuoco hanno setacciato ieri tutta l'area intorno al cimitero sito in contrada Sant'Andrea, il cimitero Bellia, la contrada Cannata, Piazza Vecchia e la zona degli orti. Nonostante il territorio da controllare risulti vasto i vigili del fuoco, coadiuvati da unità cinofile dello stesso reparto, stanno facendo di tutto per ritrovare Mario Romano. L'ansia e la preocuppazione per i familari intanto cresce ora dopo ora "E' uscito di casa per comprare le sigarette e non si è più visto" ci dichiara uno dei suoi figli "abbiamo subito capito che qualcosa non andava poichè a casa ha lasciato il portamonete e le chiavi cosa che non ha mai fatto". Non si riesca ancora a capire quali siano stati i motivi del gesto di Mario Roamano. La famiglia fa appello a chiunque abbia notizie del loro congiunto a rivolgersi alla polizia di stato o ai carabinieri e chiede maggiori unità da destinare alla ricerca del loro familiare. In serata maggiori informazioni sulle ricerche del sig. Romano.
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Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
___________
"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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