venerdì 24 ottobre 2008

I mosaici restaurati. Uno spettacolo

Piazza Armerina. “Sono molto soddisfatto del restauro. Stupiremo il mondo intero. Potremmo anche venderla a Berlusconi, fare dei gran pranzi. Dobbiamo riabitarla in senso letterale.  Potrebbe essere non solo un museo, ma un luogo da godere in cui realizzare incontri celebrativi importanti”. Vittorio Sgarbi – tra il serio ed il faceto – commenta così il restauro della Villa Romana del Casale. Ieri, l’alto commissario della sito patrimonio dell’umanità, insieme al direttore dei lavori Guido Meli ha fatto il resoconto sullo stato dei lavori. E’ sempre il solito Vittorio Sgarbi che parla con perizia. “Il restauro non poteva essere realizzato con maggiore avvedutezza – dice il sindaco di Salemi – adesso occorre pensare alla manutenzione per evitare tra vent’anni di tornare a restaurare. Qualunque casa ha una cameriera, qualunque giardino un giardiniere. Una villa come questa ha bisogno di 3 o 4 persone che vi abitino costantemente con il compito di tenerla pulita. Ne parlerò ad Antinoro”. La tecnica di restauro seguita dall’architetto Guido Meli è stata quella dell’integrazione. Le parti di restauro perdute sono state ricomposte con nuove tessere neutre successivamente colorate. Si chiama tecnica della “riconfigurazione cromatica”. Insomma, chi ha l’occhio esperto si accorge del restauro. Il turista meno navigato vedrà invece le figure come erano nello stato originario. “Non si tratta di un falso – dice Sgarbi – c’è stata una ricomposizione formale ma non sostanziale. I materiali utilizzati sono diversi da quelli originali. Non si vedranno più le “toppe” di una volta nelle parti danneggiata. Una cosa che all’inizio del restauro non avrei osato chiedere”. Una tecnica simile a quella adottata per la Cappella Sistina. Durante la visita di Sgarbi, la squadra dei restauratori, coordinati da Lorella Pellegrino, era al gran completo ed in stato d’ansia. Un’ansia trasformatasi in gioia dopo i giudizi critico. Guido Meli spiega che il restauro non è ancora completato. “Manca solo il trattamento finale che chiude le microfessure e rinvigorisce il colore. Si tratta di passare sulle tessere già restaurate uno strato di “ossalato di ammonio”, un prodotto innovativo già testato dal CNR”. Adesso la Villa, per la prima volta nella sua storia chiude il 3 novembre. “Tutti i turisti si possono preparare. Riapriremo comunque il 2 marzo del 2009 e sarà uno spettacolo”, dice Meli. In effetti i mosaici restaurati sono uno splendore. Le nuove copertura sono già quasi pronte. Si stanno realizzando in un cantiere vicino Canicatti. Sono di legno. Verranno montate quando la villa chiuderà. “Dovremmo smontare con molta accuratezza l’attuale copertura del Minissi – conclude Meli – e poi montare quella nuova”. Insomma il 2 marzo del 2009 sarà un grande giorno. La Villa Romana tornerà splendente come ai tempi dei Romani. Ad aprirla però non ci sarà l’imperatore del tempo, Massimiano Erculeo ma – a sentire Sgarbi - quello di oggi, Silvio Berlusconi.

Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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