mercoledì 9 febbraio 2011

Un arsenale trovato nella studio di un avvocato

POLIZIA DI STATO
COMUNICATO STAMPA
Enna, 09 Febbraio 2011

TITOLO: “I Poliziotti assistono l’ufficiale giudiziario durante l’esecuzione forzata per il rilascio di un immobile, e scoprono numerose armi da fuoco, bianche, munizioni, detenute illegalmente: avvocato denunciato dai poliziotti armerini”.

Nel pomeriggio scorso, gli uomini del commissariato di piazza armerina - diretti dal Commissario Capo Gabriele Presti – hanno proceduto ad indagare in stato di libertà, un professionista, avvocato, residente nel centro etneo, poiché ritenuto responsabile delle violazioni previste dagli articoli 2 e 7 legge 895/1967 (detenzione illegale di più armi comuni da sparo) – art.679 c.p. (detenzione di munizionamento per il quale è previsto la denuncia, nonché di armi bianche per le quali è prevista la denuncia) – art.38 t.u.l.p.s. e art. 58 del reg. esec t.u.l.p.s. (omessa denuncia del luogo nel quale le armi vengono detenute)– art.20 legge nr.110/1975 (omessa custodia di armi), in relazione alla detenzione illegale nella sua casa, sita in una contrada armerina, di numerose armi, da fuoco e bianche, munizioni, rinvenute durante le operazioni di assistenza all’esecuzione forzata, per il rilascio dell’immobile.



I FATTI

Nell’ambito di un servizio di assistenza ad un Ufficiale Giudiziario, finalizzato ad eseguire un provvedimento giudiziale, teso al rilascio di un immobile sito in una contrada armerina – ed assente il vecchio proprietario, odierno denunciato - gli uomini del Commissariato di P.S. della città dei mosaici, rinvenivano, all’interno di alcuni mobili, diverse armi, sia da fuoco che bianche, nonché numerose munizioni.

In particolare, venivano rinvenute due rivoltelle, una carabina, un fucile da caccia, due sciabole, ed oltre 700 cartucce, tra munizionamento spezzato e munizionamento a palla unica, nonché numerosi bossoli esplosi.

Vista l’ingente quantità di armi – che lasciava increduli gli agenti - venivano interrotte le operazioni di inerenti l’esecuzione forzata, e veniva estesa la perquisizione a tutto l’immobile, determinando, nel contempo, l’avvio di immediate verifiche, da parte dei poliziotti armerini, tesi ad appurare la regolarità della detenzione.

Gli agenti, durante il controllo, verificavano che le armi e le munizioni rinvenute nell’abitazione oggetto dell’atto di P.G. – ad eccezione di un fucile da caccia e di parte del munizionamento che non necessitava della denuncia ex art. 38 TULPS - risultavano essere detenute abusivamente. Pertanto, si procedeva alla perquisizione dei luoghi, ponendo sotto sequestro penale le armi e munizioni rinvenute, attivando, nel contempo, ulteriori accertamenti presso la città ove l’odierno indagato risiede - per accertare, ulteriormente e più precisamente, la regolarità della detenzione delle armi e delle munizioni in capo all’indagato.

Approfonditi gli accertamenti, gli investigatori armerini appuravano che il soggetto risultava detentore di numerose armi, tra cui alcune fra quelle rinvenute, ma non risultava detentore delle due rivoltelle. In particolare, una di questa risultava da ricercare, mentre l’altra non risultava censita. In relazione a quest’ultime due armi si evidenziava, dunque, un’accertata illegittimità della detenzione, e non solo della omessa denuncia del luogo ove le armi vengono custodite.

In relazione alle altre armi rinvenute – ad eccezione del fucile da caccia rinvenuto, regolarmente denunciato, e di circa 350 cartucce, la metà del totale rinvenuto, che non necessitavano dell’obbligo di denuncia – si palesava, inoltre, sia un’omessa e negligente custodia, che una mancata denuncia presso il Commissariato armerino della detenzione nel relativo centro armerino.

I fatti reato posti in essere dal professionista, apparivano ancora più gravi tenuto conto che lo stesso non si era premurato né di presenziare alle operazioni poste in essere dall’Ufficiale Giudiziario, né di notiziare alcun organo di polizia, circa la detenzione delle numerose armi e munizioni, e tenuto conto che l’abitazione insiste in zona rurale, fuori dal centro abitato, in una contrada del territorio armerino.

In considerazione della gravità dei fatti, desumibili da quanto sopra evidenziato, il professionista veniva, pertanto, segnalato alla Procura della Repubblica Erea, per i reati – in materia di armi - sopra indicati.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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