giovedì 21 aprile 2011

Il messaggio del nostro Vescovo per oggi, Giovedi Santo.

GIOVEDI SANTO 2011 MESSA CRISMALE

Carissimi confratelli nel sacerdozio ministeriale , diaconi, ministri istituiti, membri degli istituti di vita consacrata, carissimi cresimandi e fedeli tutti provenienti dai vari paesi della nostra Diocesi, vi saluto con tanto affetto e gioia.
Saluto con affetto fraterno tutti i presbiteri presenti e invito tutti a ricordare con me nella preghiera in modo particolare p. Carlos della Comunità dei Servi del Figlio di Dio che, colpito venerdì scorso da una emorragia celebrale, sta lottando tra la vita e la morte .

Vi invito a ricordare nella preghiera anche i confratelli che per la malattia non possono, pur desiderandolo, essere presenti oggi a questo momento di comunione, quelli che sono impegnati fuori diocesi, quelli che in questo anno ci hanno lasciato per tornare alla casa del Padre e quelli che stanno attraversato difficoltà e momenti di crisi.
Desidero porgere fervidi auguri accompagnati dal ricordo nelle preghiere ai confratelli che hanno celebrato o celebreranno i loro giubilei sacerdotali

25 anni Don Angelo Passaro e don Pasquale Buscemi e 50 Don Pino Giuliana e P. Giovanni Salerno, che sono stato a trovare in Perù.

Un particolare saluto rivolgo ai cresimandi che saranno unti col il sacro crisma, per effondere il buon profumo di Gesù Cristo di cui sono chiamati a diventare testimoni gioiosi e coraggiosi.

Rivolgo un saluto ai membri dei Consigli pastorali parrocchiali e di coordinamento cittadini con l’augurio che possono comunitariamente ed alacremente lavorare per indicare le scelte operative prioritarie per realizzare una Chiesa, ad immagine della SS. Trinità come comunione di persone impegnate a valorizzare il dono battesimale della relazione filiale e fraterna e a favorire sempre di più la corresponsabilità di tutti.

Oggi in questa Chiesa Cattedrale di Maria SS. delle Vittorie con questa assemblea singolare realizziamo quella che il Concilio Vaticano II chiama “la principale manifestazione della Chiesa” che “si ha nella partecipazione piena e attiva di tutto il popolo santo di Dio alle medesime celebrazioni liturgiche, soprattutto alla medesima Eucaristia, alla medesima preghiera, al medesimo altare cui presiede il Vescovo circondato dal suo presbiterio e dai ministri” (SC 41).

L’Eucaristia è al centro della vita della Chiesa e della nostra vita quotidiana come ci suggerisce il tema del prossimo Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona, che vuole avvicinare l’Eucarestia alla “ferialità” della Chiesa, che con gioia si sente comunità, e all’esistenza concreta e profonda della gente.

Benedetto XVI, nell’Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis avverta la necessità di insistere sull’efficacia dell’Eucaristia per la vita quotidiana: “In quanto coinvolge la realtà umana del credente nella sua concretezza quotidiana, l’Eucaristia rende possibile, giorno dopo giorno, la progressiva trasfigurazione dell'uomo chiamato per grazia ad essere ad immagine del Figlio di Dio (cfr Rm 8,29s). Non c’è nulla di autenticamente umano — pensieri ed affetti, parole ed opere — che non trovi nel sacramento dell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza” (n. 71).

La sfida che abbiamo di fronte è quella di mostrare come l’Eucaristia genera una vita cristiana animata dall’amore che possa affascinare gli uomini del nostro tempo ai quali dobbiamo mostrare la bellezza dell’essere cristiani, la bellezza del progetto di vita umana che il cristianesimo propone!

L’Eucarestia celebrata e vissuta diventa così anche il grembo in cui tutte le vocazioni – sacerdotali, religiose , consacrate matrimoniali – vengono generate dal Signore e si mettono a servizio dell’edificazione comune.

Oggi tutti insieme formiamo il popolo di Dio, sacerdotale e regale, santificato dai sacramenti e inviato a diffondere nel mondo il buon profumo di Cristo Salvatore (cfr 2Cor 2,14-1). La comunione che nasce dall’Eucaristia è il profumo di Cristo e l’olio di letizia che dissipa la mestizia dal nostro cuore e dal cuore dei nostri contemporanei.

Nel corso di questo solenne rito, verranno benedetti gli Olii dei catecumeni, degli infermi e e del crisma Sacro Crisma preparato con il prezioso profumo del nardo proveniente da Gersusalemme . I Padri della Chiesa hanno interpretato i profumi come simboli della regalità, della divinità e della passione di Cristo.

Gli olii recheranno il balsamo della grazia divina al popolo cristiano attraverso i sacramenti, strumenti efficaci dell’incontro con Dio. Sono quattro gli elementi della creazione che costituiscono la materia di alcuni Sacramenti: l’acqua, il pane, il vino e l’olio di oliva.

L’acqua è il comune elemento vita che ci rigenera per la vita eterna, il pane è il cibo fondamentale della vita quotidiana. Il vino rinvia alla festa , esprime la gioia e anticipa il banchetto eterno..L’olio dell’ulivo è nutrimento, è medicina, è fonte di bellezza che affascina e di vigore che allena per la lotta. E’ segno di dignità e di responsabilità e della forza che viene da Dio.

Nel nostro nome di “cristiani” è presente il mistero dell’olio. La parola “Cristo” dice riferimento alla parola “Messia”, che significa “Unto”. Essere cristiani vuol dire: provenire da Cristo, appartenere a Cristo, a Colui che Dio stesso ha unto – non con un olio materiale, ma con Colui che è rappresentato dall’olio: con il suo Santo Spirito. L’olio di oliva è simbolo della compenetrazione dell’Uomo Gesù da parte dello Spirito Santo.

In questa Messa crismale gli oli santi stanno al centro dell’azione liturgica ed esprimono l’unità della Chiesa attorno al Vescovo , che rimanda a Cristo, il vero “pastore e custode delle nostre anime (cfr 1 Pt 2,25).

In quattro Sacramenti l’olio è segno della bontà di Dio che ci raggiunge: nel Battesimo come olio che ci fortifica per la lotta contro il Maligno e ci consacra come sacerdoti , re e profeti, nella Cresima come Sacramento dello Spirito Santo, nei vari gradi del Sacramento dell’Ordine e, nell’Unzione degli infermi, in cui l’olio ci viene donato quale medicina di Dio che ci rende certi della sua bontà, ci rafforza e consola e ci prepara alla risurrezione (cfr Gc 5,14). L’olio, nelle sue diverse forme, ci accompagna lungo tutta la vita: a cominciare dal catecumenato e dal Battesimo fino al momento in cui ci prepariamo all’incontro con il Dio Giudice e Salvatore.

La Messa crismale, si rivolge, in modo particolare, a noi sacerdoti resi partecipi del sacerdozio di Cristo, della sua “unzione”, nella nostra Ordinazione sacerdotale.

L’olio consacrato è sempre segno della misericordia di Dio. L’unzione per il sacerdozio significa pertanto sempre anche l’incarico di essere ministri della la misericordia di Dio agli uomini. “Nella lampada della nostra vita non dovrebbe mai venir a mancare l’olio della misericordia. Procuriamocelo sempre in tempo presso il Signore nell’incontro con la sua Parola, nel ricevere i Sacramenti, nel trattenerci in preghiera presso di Lui.

L’olio proveniente dall’ulivo è simbolo di pace e noi siamo chiamati ad essere coloro che annunciano Cristo nostra pace . Come sacerdoti siamo chiamati ad essere, nella comunione con Gesù Cristo, uomini di pace, ministri della riconciliazione chiamati ad opporci ad ogni forma di violenza e a fidarci del potere più grande dell’amore.

Il Signore attraverso il profeta Isaia ci promette “una corona invece della cenere, l’olio di letizia invece dell’abito di lutto, canto di lode invece di cuore mesto» (Is 61, 3). Nel Vangelo di oggi (Lc 4, 16-21) Gesù il "Cristo", l'unto per eccellenza, afferma di essere inviato dal Padre per recare agli uomini la liberazione dai peccati e portare il lieto annunzio ai poveri ed agli afflitti.

Nel battesimo, nella confermazione, nell’ordinazione siamo stati unti con l’olio di letizia che è lo Spirito Santo, il dono dell’Amore che rende lieta dell’la nostra vita, anche nelle tribolazioni. Come sacerdoti, noi siamo chiamati – come dice san Paolo – ad “collaboratori della vostra gioia” (2 Cor 1,24).

Oggi ci dobbiamo chiedere se siamo capaci di testimoniare l’annuncio gioioso della risurrezione di Cristo agli uomini del nostro tempo e dobbiamo sentirci sfidati dalla icastica espressione di Nietzsche:” Canti migliori dovrebbero cantarmi, perché io impari a credere al loro redentore: più redenti dovrebbero sembrarmi i suoi discepoli!”.

Viviamo la nostra vita alla luce della risurrezione di Cristo per cantare canzoni più gioiose che riflettano la gioia pasquale.

Questa gioia cristiana deve essere testimoniata soprattutto dai giovani ai quali il Santo Padre benedetto XVI rivolge l’invito in preparazione alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid ad essere “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7). Nell’espressione paolina possiamo scorgere tre immagini: “radicato” evoca l’albero e le radici che lo alimentano; “fondato” si riferisce alla costruzione di una casa; “saldo” rimanda alla crescita della forza fisica o morale.

A coloro che si preparano a ricevere il sacramento della cresima rivolgo l’appello che il Santo Padre ha rivolto ai giovani: “la Chiesa conta su di voi! Ha bisogno della vostra fede viva, della vostra carità creativa e del dinamismo della vostra speranza. La vostra presenza rinnova la Chiesa, la ringiovanisce e le dona nuovo slancio”

Gesù Risorto faccia sentire la Sua presenza in mezzo noi e ci renda testimoni della sua gioia e del suo amore. Buona Pasqua a tutti!

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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