venerdì 25 novembre 2011

Operazione “TRAVELLING RIDERS”. Tutti i dettagli ed i nomi degli arrestati

QUESTURA DI ENNA
= Ufficio Stampa =
POLIZIA DI STATO
COMUNICATO STAMPA
Enna 24 Novembre 2011
“Operazione “TRAVELLING RIDERS”; sgominata una banda di criminali dedita alla commissione di rapine in danno di istituti bancari su tutto il territorio nazionale; fra gli arrestati anche una avvocato, accusata di concorso esterno; i sodali vengono ritenuti responsabili di circa 30 rapine, commesse nell’arco temporale di due anni, per un volume illecito di affari di circa 600,000.000 Euro”
^^^^^
Nella mattinata odierna, gli uomini della Questura di Enna – Squadra Mobile di Enna – diretta dal Vice Questore Aggiunto dott. Giovanni CUCITI - e Commissariato di P.S. di Piazza Armerina – diretti dal Commissario Capo dott. Gabriele PRESTI – in collaborazione con le Squadre Mobili di Catania, Reggio Calabria, Roma, Ancona, Siena, Milano e Cremona hanno proceduto all’arresto – in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, richiesta dal Sostituto Procuratore della Repubblica c/o il Tribunale di Enna d.ssa Paola D’AMBROSIO ed emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Enna dr. David SALVUCCI – di soggetti, facenti parte di un sodalizio criminale, dedito alla commissione di rapine su tutto il territorio nazionale.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito a carico di:

1.      MARINO Mario, nato a Catania, classe 1973, ivi residente;
2.      CAVALLARO Giuseppe Agatino, nato a Catania, classe 1974, ivi residente;
3.      BATTAGLIA Rosario di Matteo nato a Catania, classe 1985, ivi residente;  
4.      VALLARELLI Antonio  nato a Catania, classe 1982;
5.      CARUSO Antonio Giovanni, nato a Catania classe 1989, ivi residente;  
6.      MALERBA Alessandro, nato a Catania, classe 1978, ivi residente;
7.      TASCO Maria Rosa, nata a Catania, classe 1976, ivi residente;
8.      TASCO Sebastiano nato a Catania, classe 1975, ivi residente;
9.      TRIPOLONE Sebastiano, nato a Catania, classe 1981, ivi residente;
10.  CARBONARO Orazio, nato a Catania, classe 1973, ivi residente;
11.  VISCUSO Alessio, nato a Catania, classe 1990, ivi residente;
12.  PROVENZANO Cristian , nato a Catania, classe 1991, ivi residente;
13.  CLEMENTE Daniel nato a Catania, classe 1988, ivi residente;
14.  -MELIA Salvatore, nato a Catania, classe 1988, ivi residente;
15.  GRILLO Christian Giuseppe, nato a Catania, classe 1990, ivi residente;
16.  SPECIALE Giorgio, nato a Nicosia (EN), classe 1947, residente a San Donato Milanese (MI);
17.  GENTILE Fabio, nato ad Abbiategrasso, classe 1976, ivi residente;
18.  SORIANI Invenzio, nato ad Abbiategrasso, classe 1965, ivi residente;
19.  ASCONE Domenico nato a Taurianova (RC), classe 1980 ivi residente;
20.  SAMPIERI Anna Elisabetta nata a Catania, classe 1967, residente a Roma;
21.  PULVIRENTI Giuseppe nato a Catania, classe 1978, ivi residente;
22.  PIETRACCI Elisabetta nata a Rovigo, classe 1972, avvocato, residente in Ascoli Piceno.

Di essi tutti in carcere, ad eccezione di SAMPIERI Anna Elisabetta, PIETRACCI Elisabetta agli arresti domiciliari.

 Tutti, ad eccezione di Elisabetta PIETRACCI, sottoposti alle indagini in ordine

a) al reato p. e p. dall’art. 416 comma 1 e 5 c.p., per essersi associati tra di loro allo scopo di commettere un numero imprecisato di rapine in danno di istituti di credito insistenti sul territorio nazionale. In particolare:
MARINO Mario, CAVALLARO Giuseppe Agatino, assumendo la qualità di promotori ed organizzatori, nonché, capi dell’associazione, tra le altre cose, stabilivano il luogo, il tempo e gli istituti di credito presso cui perpetrare le rapine meglio indicate ai capi che seguono; individuavano, tra i sodali, gli esecutori materiali delle singole rapine procurando loro i mezzi logistici finalizzati all’attuazione del programma criminoso ed infine provvedevano alla ripartizione dei proventi illeciti anche in favore delle famiglie di quei sodali che- medio tempore- avevano subito restrizioni della libertà personale;
VALLARELLI Antonio, CARUSO Antonio Giovanni, BATTAGLIA Rosario, TASCO Maria Rosa, TASCO Sebastiano, MALERBA Alessandro, CARBONARO Rosario, TRIPOLONE Sebastiano, VISCUSO Alessio, PROVENZANO Cristian Angelo, CLEMENTE Daniel, PULVIRENTI Giuseppe, GRILLO Cristian Giuseppe, MELIA Salvatore, assumevano il ruolo di esecutori materiali dei singoli reati-fine (tra le altre, le rapine sotto indicate) a seconda delle disposizioni che di volta in volta venivano impartite dai capi dell’associazione;
ASCONE Domenico, SAMPIERI Anna Elisabetta, SPECIALE Giorgio, GENTILE Fabio, SORIANI Invenzio, sempre su indicazione dei capi della predetta associazione, fornivano la logistica necessaria (alloggio e mezzi) agli esecutori materiali delle rapine perpetrate in diverse Regioni di Italia;
Con l’aggravante di aver partecipato ad una associazione a delinquere con un numero di associati superiore a dieci.
In luogo imprecisato, tra l’anno 2008 e l’anno 2010.

PIETRACCI Elisabetta sottoposta alle indagini in ordine

a.1) al reato p. e p. dall’art.110, 416 c.p., perchè, pur non facendone direttamente parte, forniva utili informazioni investigative e strategiche ai promotori dell’associazione a delinquere di cui al capo a). In particolare, sfruttando il ruolo di difensore degli affiliati ristretti, portava a quest’ultimi messaggi/notizie da parte degli organizzatori del sodalizio; acquisiva copia degli atti relativi ai vari provvedimenti restrittivi adottati a carico dei sodali arrestati, riferendone il contenuto; occultava per conto dell’associazione materiale non meglio identificato per evitare che venisse intercettatto dalle Forze dell’Ordine, consigliava schede telefoniche pulite che, poi, forniva ai capi dell’organizzazione per rendere più difficoltosa l’attività investigativa degli inquirenti.
In luogo imprecisato, tra l’anno 2008 e l’anno 2010.

I sopra indicati indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di una lunga serie di rapine accertate dalla complessa ed articolata attività investigativa che di seguito si elencano:

Ø  In Piazza Armerina il 14.08.2008: ai danni della filiale del “Monte dei Paschi di Siena”, con refurtiva di € 28.000 circa;

Ø  In Piazza Armerina in data 14.01.2009: ai danni della filiale della Filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, con refurtiva di € 8000,00 circa

Ø  In Niscemi il 11.06.2009: ai danni della filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, con refurtiva di € 26.754,00;

Ø  In Niscemi in data 17.07.2009: ai danni della filiale della filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, con refurtiva di € 15.645,00.

Ø  In Piazza Armerina in data 24.07.2009: ai danni della filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, con refurtiva di € 17.380,00;

Ø  In Catania il 4.9.2009: ai danni della filiale del Credito Siciliano, Agenzia di Gravina di Catania,

Ø  In Niscemi, in data 20.10.2009: ai danni della filiale del “Monte dei Paschi di Siena”, con refurtiva di € 18.250,00.

Ø  In Lodi il 30.10.2009: ai danni della filiale della Banca Popolare di Lodi, Agenzia di Lodi Vecchio

Ø  In Bronte il 2.11.2009: ai danni della filiale della Banca Popolare di Lodi,

Ø  In Pero il 3.11.2009: ai danni della filiale della Banca Popolare di Milano, con refurtiva di € 19.000

Ø  In Messina il 04.11.2009: ai danni della filiale della filiale della Banca Intesa

Ø  In Piazza Armerina in data 06.11.2009: ai danni della filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, con refurtiva di € 15.230,00.

Ø  In Lodi il 10.11.2009: ai danni della filiale della filiale della Banca Intesa San Paolo

Ø  In Pero il 19.11.2009: ai danni della filiale della “Credicoop” ubicata a Cernusco sul Naviglio (MI), con refurtiva di € 40.245,00

Ø  In Abbiategrasso il 4.12.2009: ai danni della filiale della Banca “Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza”, con refurtiva di € 3.000,00 circa

Ø  In Abbiategrasso il 4.12.2009: ai danni della filiale della Banca “Intesa-San Paolo” sita ad Abbiategrasso (MI), con refurtiva di € 3.100,00 circa

Ø  In Taurianova il 11.12.2009: ai danni della banca “Credem” di Taurianova (RC), con refurtiva di € 18.435,00 + un assegno di euro 4.891,00 che stava per essere versato da una cliente dell’istituto.

Ø  In Melegnano il 17.12.2009: ai danni della filiale della Banca Credite Agricole- Caripa, di Melegnano (MI), con refurtiva di € 4.355,00 circa

Ø  In Melzo il 18.12.2009: ai danni della filiale dell’ Agenzia “Credito Coop Cernusco S/N”, con sede a Melzo (MI), con refurtiva di € 7.00000 circa

Ø  In Roma il 22.12.2009: ai danni della filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, con refurtiva di € 5.000 circa

Ø  In Taurianova il 31.12.2009: ai danni della filiale della filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, con refurtiva di € 16.300 circa

Ø  In Melicucco il 8.1.10: ai danni della filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, con refurtiva di € 8.685,00

Ø  In Milano il 12.01.2010: ai danni della filiale del Banca di Credito Cooperativo di Cernusco, con refurtiva di € 13.393,94

Ø  In Casarile il 13.1.10: ai danni della filiale della Cassa Rurale Artigiana di Binasco”, con refurtiva di € 8.200,00 circa

Ø  In Niscemi  in data 16.02.2010: ai danni della filiale della Filiale della banca Monte dei Paschi di Siena, con refurtiva di € 19.966,00

Ø  In Lentini il 26.2.2010: ai danni della filiale della Banca Popolare di Lodi



LE INDAGINI

Presso la città di Piazza Armerina (EN), tra il 2008 ed il 2009, venivano commesse una reiterata serie di rapine in danno di istituti di credito. In particolare, tra il 14 agosto del 2008 ed il 6 novembre del 2009, ignoti ponevano in essere ben 5 rapine “con taglierino” ai danni della medesima filiale del Monte dei Paschi di Siena.   
Pertanto, veniva costituito un vero e proprio pool tra gli investigatori della Squadra Mobile ennese e del Commissariato di P. S. di Piazza Armerina, diretti dalla Procura della Repubblica di Enna, con la finalità di individuare gli autori di tali delitti, ritenendosi la sussistenza di una medesima “regia” per l’analogo “modus operandi”.
Un gruppo di poliziotti, impegnati, per oltre 6 mesi, in attività investigative quali, acquisizione di tabulati, visione delle immagini dei sistemi di video sorveglianza, analisi delle banche dati sia di polizia che esterne, nonché in attività di osservazione, pedinamento, perquisizione e sequestro, disimpegnate in tutto il territorio nazionale, precisamente dove veniva registrata la presenza degli indagati, in ragione di quanto via via emergeva dalle attività di indagine.
         I componenti del sodalizio sono stati monitorati, infatti, non solo in Sicilia, ma anche in Calabria, nel Lazio, in Toscana, nelle Marche ed in Lombardia.
L’indagine convenzionalmente denominata “TRAVELLING RIDERS”, oggi culminata con l’esecuzione delle predette misure cautelari, particolarmente articolata e complessa, è stata avviata in maniera approfondita, sin dal mese di novembre del 2009.
L’attività investigativa in argomento ha consentito di far piena luce in maniera incontrovertibile sul sodalizio criminoso in argomento e di “scoprire”, a mano a mano, non solo gli esecutori materiali dei “colpi” consumati in corrispondenza temporale di circa due anni, ma anche i basisti. I positivi riscontri dell’indagine in argomento, sono stati utilizzati anche da altre Procure ed Uffici di Polizia, per inchiodare le responsabilità dei componenti del sodalizio, in relazione ai numerosi episodi delittuosi posti in essere in tutta Italia.
L’attività di intelligence, ha avuto inizio dopo l’ennesima rapina consumata nel centro armerino nel novembre 2009 ed in particolare, dopo che per quest’ultima azione delittuosa, quali responsabili, venivano individuati i pluripregiudicati catanesi CARBONARO Orazio e TRIPOLONE Sebastiano, quali esecutori materiali della rapina.
Nello specifico, tra il 21 ed il 24 novembre del 2009, a seguito delle ininterrotte attività investigative esperite dal Commissariato di P.S. armerino, i pregiudicati in ultimo indicati, rintracciati a Catania, venivano posti in stato di fermo di indiziati di delitto, avendo acquisito a loro carico precisi e concordanti indizi di colpevolezza, derivanti, soprattutto, dalla certa individuazione di persona eseguita dal personale operante nel corso delle indagini all’epoca esperite, ipotizzando l’esistenza di un’unica matrice criminale anche in relazione alle precedenti rapine consumate in data 24.07.2009 e 30.06.2009 sempre ai danni della medesima banca. Allo scopo di individuare tutti gli altri rapinatori, si approfondivano le indagini sul tessuto criminale di appartenenza dei predetti pluripregiudicati catanesi.  
   In tale fase, acquisizioni info-investigative, confermavano che in territorio ennese stava “operando” un gruppo di malavitosi provenienti dal centro etneo. In particolare si accertava che un gruppo di circa 8/10 elementi si stava rendendo responsabile di numerose rapine in danno di istituti di credito ubicati in svariati comuni della Sicilia, spostandosi nei centri da colpire con un ingegnoso “cavallo di Troia”, una autoambulanza, utilizzata, altresì, anche per fuggire e rientrare a Catania. A seguito di numerosi accertamenti si identificava nel VALLARELLI Antonio l’autista dell’autoambulanza in argomento, soggetto all’epoca ancora incensurato. In ordine alla disponibilità di alcune ambulanza, esperiti ulteriori controlli, si appurava che i soggetti utilizzatori, fossero oltre al VALLARELLI, anche il CARUSO Antonio Giovanni, ed il MALERBA Alessandro.  
   L’attività investigativa in argomento consentiva altresì di apprendere che alle rapine consumate a Piazza Armerina avevano preso parte altresì due donne, con il compito di eseguire dei sopralluoghi all’interno della banca prescelta, al fine di verificare la presenza di ostacoli  all’esecuzione del colpo.
Tali acquisizioni investigativesommate alla certa individuazione dei predetti CARBONARO e TRIPOLONE - consentivano di approfondire le indagini a carico di diversi soggetti, tra cui il citato VALLARELLI Antonio. Tale importante attività consentiva di individuare tutti soggetti ritenuti facenti parte dell’associazione.
Emergeva che i rapinatori individuavano le banche da “colpire” con il termine “cantiere” e “operai” erano i soggetti designati di volta in volta per la commissione della rapina.
La “banda”, ad avvio delle indagini, appariva costituita da più sottogruppi, capeggiati da MARINO Mario e CAVALLARO Giuseppe Agatino, nonostante alcuni rapinatori operassero per conto dell’uno o dell’altro, interscambiandosi in seno ai “gruppi operativi”, indice ulteriore dell’appartenenza ad un’unica matrice criminale di tipo organizzato.
Nell’ambito dell’attività investigativa più volte è emerso come l’organizzazione operasse secondo un principio di “mutuo soccorso” che regolava i rapporti tra gli indagati, soprattutto in occasione di arresti eseguiti a carico di qualcuno di essi. Infatti, in tali occasioni, i personaggi rimasti in libertà, si “occupavano” di fornire sostegno economico ai familiari dei coindagati, sollecitare attività di difesa contattando i difensori, ovvero organizzare viaggi per gli stessi familiari al fine di farli accedere ai colloqui in carcere, tutte condotte che forniscono ulteriori elementi di prova per la configurazione del contesto associativo.
Ricostruendo i fatti salienti dell’indagine, particolarmente significativo appare l’esito degli interventi di polizia eseguiti tra San Donato Milanese e Milano, ove si acquisivano incontrovertibili indizi, sul fatto che SPECIALE Giorgio era uno dei principali “basisti” per le rapine consumate nell’hinterland milanese dai rapinatori in argomento, con il ruolo si fornire alloggio e supporto logistico ed indicazioni sulla dislocazione delle banche.
Per quanto riguarda i personaggi che si ritiene abbiano rivestito il ruolo di promotori ed organizzatori del sodalizio criminale, in particolare MARINO Mario e CAVALLARO Giuseppe, le loro indiscutibili responsabilità emergono dall’intera attività investigativa, che mette in risalto la loro determinazione e caparbietà nell’organizzare e predisporre le “trasferte” finalizzate alla consumazione delle numerose rapine, il carisma e la capacità di impartire ordini e disposizioni agli accoliti.
L’avvocato PIETRACCI, ritenuta responsabile di concorso esterno in associazione per delinquere, utilizzava, per mettersi in contatto con i vertici del sodalizio, sim telefoniche definite “pulite”.
Il citato avvocato suggeriva, inoltre, ad alcuni degli indagati di spicco di non farsi trovare da nessuno, ritenendo in tal modo più sicuro interrompere i contatti con coloro che avrebbero potuto renderli “rintracciabili” a vantaggio delle Forze dell’Ordine.

L’ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE

   Una vasta e ramificata organizzazione criminale che seppure “colpita” dai singoli arresti operati in occasione di alcune rapine commesse, necessitava di essere debellata in maniera definitiva, contestando agli indagati sopra elencati il reato associativo.        
A tal proposito, sono stati raccolti dagli investigatori, forti elementi gravemente indiziari che avvalorano l’ipotesi investigativa:

1.      Gli accertati rapporti tra gli stessi indagati derivanti da stretti vincoli di frequentazione, dalle attività tecniche intercettive e dai precedenti penali o di polizia comuni;
2.      La fungibilità accertata in numerosi casi tra i sodali che, “interscambiandosi” tra loro nell’ambito di singoli “gruppi operativi ”, ponevano in essere le condizioni necessarie per consumare diverse rapine nello stesso periodo ed in località, a volte, distanti l’una dall’altra;  
3.      La disponibilità di mezzi idonei per spostarsi, nascondersi e comunicare tra loro, quali diversi veicoli (tra i quali anche delle ambulanze), abitazioni private o immobili messi a disposizione dei vari esecutori materiali delle rapine da parte dei “basisti”, una moltitudine di utenze telefoniche mobili, quale strumento di comunicazione, accessibili e/o note, più o meno, a tutti gli appartenenti all’associazione criminale, cambiate periodicamente per rendersi meno vulnerabili nei confronti delle Forze dell’Ordine;
4.      L’esistenza di una ramificata rete di collegamento con numerosi altri fiancheggiatori dell’associazione criminale in argomento, dediti altresì alla consumazione di rapine, questi ultimi a loro volta riconducibili ad uno o più personaggi del sodalizio criminale principale;
5.      L’esistenza di una contabilità comune e la “spartizione” dei proventi delle rapine;

Tali elementi sono risultati perfettamente concatenati tra loro, così da rendere funzionante l’organizzazione e realizzare il programma criminoso, ossia la commissione di rapine ai danni di istituti bancari e ricavare ingenti guadagni economici, quantificabili in diverse centinaia di migliaia di Euro, in relazione alle azioni delittuose consumate in varie località italiane nel periodo compreso tra il 2008, ed il 2010.
La capacità “operativa” dell’organizzazione nelle località esterne alla Sicilia (Calabria, Roma, Lombardia) per come è stato illustrato, è stata garantita da diversi “basisti” che hanno fornito, sul posto, la logistica necessaria ( alloggio e veicoli), nonché, certamente, anche le necessarie informazioni per individuare le banche da rapinare, trattasi per come detto di ASCONE Domenico della Calabria, SAMPIERI Anna Elisabetta di Roma, SPECIALE Giorgio, di San Donato Milanese (MI), GENTILE Fabio, SORIANI Invenzio, questi ultimi tutti di Abbiategrasso (MI).

Il giro di affari complessivo si stima intorno a 600,000,000, per un totale di n. 30 rapine accertate, in un arco temporale, corrispondente alla durata delle indagini, di circa 2 anni. 
Le positive risultanze sui fatti sopra descritti, raccolte dagli investigatori, infatti, venivano rassegnate alla procura della repubblica presso il Tribunale di Enna, che chiedeva l’emissione della misura cautelare della custodia in carcere, a carico degli indagati.
Misure quest’ultime adottate dal G.I.P. presso il Tribunale di Enna, ed eseguite nella mattinata odierna dai poliziotti della Squadra Mobile di Enna e del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, collaborati dai colleghi delle Squadre Mobili di Catania, Reggio Calabria, Roma, Ancona, Siena, Milano e Cremona.
Durante le operazioni, eseguite su tutto il territorio nazionale, sono state effettuate decine di perquisizioni e rinvenuto anche mezzo chilo circa di sostanza stupefacente.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


___________


"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

TUTTI GLI ARTICOLI