giovedì 1 dicembre 2011

Arrestati 5 africani. Avevano buttato 15 profughi in mare vivi durante la traversata dalla Libia a Lampedusa per riti propiziatori.


Ieri hanno arrestato 5 africani sub sahariani, 3 ghanesi e 2 nigeriani.
Erano nel barcone arrivati il 4 agosto a Lampedusa.
Durante la traversato avevano buttato in mare vivi una quindicina di persone per riti propiziatori. Pare ci fosse pure un bambino.
Ecco il comunicato della polizia.


TITOLO:“ Durante la traversata di un natante partito dalla Libia e giunto a Lampedusa l’agosto scorso si erano resi responsabili di gravi atti di violenza culminati anche nell’omicidio di diversi migranti che venivano gettati vivi in mare con conseguente annegamento; due di questi soggetti extracomunitari erano ospiti presso centri per migranti di Piazza Armerina; stranieri arrestati per omicidio plurimo aggravato ”

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Nella giornata odierna, gli uomini della Mobile della Questura di Agrigento, in collaborazione con le Squadre Mobili di Enna, Cosenza, e Salerno, ed il Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, hanno arrestato cinque cittadini stranieri, tali Emeka Ohalete, 38 anni, nigeriano; Faisal Igala, 37 anni, nato in Ghana – questi ultimi due rintracciati in due strutture per migranti site in Piazza Armerina -  Duglass Ounchukwu 36 anni,  nigeriano, Mohamed Adama, 28 anni, ghanese, Kujo Ahmokugo, 44 anni, ghanese, tutti gravemente indiziati del reato di omicidio plurimo doloso, pluriaggravato dai motivi abietti e futili e dalle circostanze di tempo e di luogo, commesso in  danno di altri connazionali e di altri migranti di diverse nazionalità.


Il provvedimento restrittivo della libertà personale è stato emesso dal Procuratore della Repubblica Aggiunto, Ignazio Fonzo e dal Sostituto Procuratore, Andrea Bianchi.
Le investigazioni, hanno consentito di accertare che gli indagati, in concorso fra loro, durante la traversata di un natante partito dalla Libia e giunto a Lampedusa il 4 agosto u.s. si erano resi responsabili di gravi atti di violenza culminati anche nell’omicidio di diversi migranti che venivano gettati vivi in mare con conseguente annegamento.
Tali gravissime azioni traevano origine dall’avaria del motore della barca  e dalla conseguente contrapposizioni di diverse etnie presenti sul natante. Sempre dall’attività di indagine emergeva che durante il viaggio ulteriori migranti decedevano per asfissia essendo stati costipati all’interno della stiva della barca. Il corpo esanime di uno dei migranti era ancora presente sull’imbarcazione ed era stato recuperato durante i soccorsi prestati a Lampedusa.
Nell’immediatezza dei fatti era stato già tratto in arresto il conducente dell’imbarcazione, ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio quale conseguenza di altro delitto.
Gli arresti in argomento si inseriscono nel quadro del costante controllo svolto dalla Polizia di Stato nella provincia di Enna, ed in questo caso da parte della Squadra Mobile di Enna e dal Commissariato di P.S. di Piazza Armerina, volto a monitorare la presenza dei soggetti extracomunitari nel territorio ennese - in relazione anche al sensibile recente afflusso in questa provincia, conseguente all’ospitalità offerta in alcuni centri – ed a verificare se fra coloro che godano di ospitalità nella provincia erea, non vi siano individui pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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