“La politica non esiste più. Non esiste né destra né sinistra, le uniche cose che esistono sono le caste, che pensano solo a perpetuare i propri privilegi”. È l’amara sentenza di Salvatore Borsellino. “Oggi la politica è fatta di amministratori che pensano solo al bene privato e che ci fanno assistere a spettacoli sempre più squallidi. Per questo la gente, finalmente- direi- ha cominciato a capire che non può più delegare la ricerca del bene collettivo a nessuno, ma che deve prendere l’inziativa”, dice riferendosi alle “giornate di passione in Sicilia”.
“La ribellione nasce dalla gente che ha raggiunto il limite ma- aggiunge- adesso l’importante è non frasi strumentalizzare. Io non so se questo stia già accadendo, lo si legge da più parti ma non sono ancora in grado di emettere giudizi a riguardo. C’è un magma incandescente che sta uscendo, ma ancora non so la direzione che prenderà. Certamente però il pericolo della strumentalizzazione della protesta da certa parte della politica e non, esiste, eccome. Soprattutto in Sicilia. Quello che credo però è che se questa rivolta continuerà, si estenderà, e non solo alla Sicilia”.
Ai tempi di Aristotele “politica” significava amministrazione della “polis” per il bene di tutti. Oggi sentendo la gente sembra che sia diventata una parolaccia. Un intreccio di cose putride. “È la conseguenza della mala politica di ieri, che ancora non è finita- dice Salvatore Borsellino- perché anche questo governo dà l’impressione di pensare solo alle banche piuttosto che alla gente comune. Si dovrebbe intervenire in altra maniera per rendere equi i sacrifici”.
“La politica di questi ultimi anni è stato come un piano inclinato sul quale abbiamo continuato a scivolare verso un fondo. Abbiamo pensato spesso di essere arrivati, per poi scivolare ancora più giù”. Sembra di leggere nelle sue parole l’epitaffio sulla tomba della politica.
“Io non dico che non esistono dei politici che si impegnano per il bene comune ma se ci sono, sono pochi, il trend va da tutt’altro lato, l’impressione è contraria”, dice il padre del movimento delle Agende Rosse. E conclude: “E questo continuerà a succedere finché non ci sarà una legge elettorale per cui si potrà decidere tutti i nomi dei candidati, mentre oggi quello che gli elettori possono fare è limitarsi a vidimare la scelta dei segretari di partiti. Fino a quel momento, le cose non potranno cambiare”.
“La ribellione nasce dalla gente che ha raggiunto il limite ma- aggiunge- adesso l’importante è non frasi strumentalizzare. Io non so se questo stia già accadendo, lo si legge da più parti ma non sono ancora in grado di emettere giudizi a riguardo. C’è un magma incandescente che sta uscendo, ma ancora non so la direzione che prenderà. Certamente però il pericolo della strumentalizzazione della protesta da certa parte della politica e non, esiste, eccome. Soprattutto in Sicilia. Quello che credo però è che se questa rivolta continuerà, si estenderà, e non solo alla Sicilia”.
Ai tempi di Aristotele “politica” significava amministrazione della “polis” per il bene di tutti. Oggi sentendo la gente sembra che sia diventata una parolaccia. Un intreccio di cose putride. “È la conseguenza della mala politica di ieri, che ancora non è finita- dice Salvatore Borsellino- perché anche questo governo dà l’impressione di pensare solo alle banche piuttosto che alla gente comune. Si dovrebbe intervenire in altra maniera per rendere equi i sacrifici”.
“La politica di questi ultimi anni è stato come un piano inclinato sul quale abbiamo continuato a scivolare verso un fondo. Abbiamo pensato spesso di essere arrivati, per poi scivolare ancora più giù”. Sembra di leggere nelle sue parole l’epitaffio sulla tomba della politica.
“Io non dico che non esistono dei politici che si impegnano per il bene comune ma se ci sono, sono pochi, il trend va da tutt’altro lato, l’impressione è contraria”, dice il padre del movimento delle Agende Rosse. E conclude: “E questo continuerà a succedere finché non ci sarà una legge elettorale per cui si potrà decidere tutti i nomi dei candidati, mentre oggi quello che gli elettori possono fare è limitarsi a vidimare la scelta dei segretari di partiti. Fino a quel momento, le cose non potranno cambiare”.