La Repubblica, Il Corriere, Libero, Il Fatto Quotidiano e Il Giornale. Questi sono i titoli delle testate nazionali che ho controllato durante tutta la giornata di oggi. Che cosa ho cercato? Ho cercato notizie relative al movimento "dei forconi". Per me, studente emigrato in Lombardia, è molto difficile riuscire a reperire notizie riguardanti la nostra terra ed è ancora più difficile, una volta trovate, riuscire a selezionarle per genuinità. Ma per fortuna, questa volta, non è stato difficile.
Il motivo è semplice: delle cinque testate analizzate, a non parlare dell'evento che sta scuotendo la Sicilia è "soltanto" il Corriere. Però - e qui ditemi se non ci dobbiamo incazzare - le restanti quattro, fatta eccezione per "Il Fatto" (che mi ha nuovamente sorpreso in positivo), dedicano un minuscolo trafiletto a circa metà pagina prima del gossip e dopo lo sport (se non ci credete controllate qui, qui, qui, qui e qui).
Sono tutti troppo impegnati a fare soldi con quella caspita di nave da crociera, non pensando che, indipendentemente dal fatto che loro seguano ciò che avviene, chi ha sbagliato pagherà e chi è morto non tornerà in vita!
Qui le famiglie sono paralizzate. La benzina inizia a finire, la farina e i generi di prima necessità idem. Assordanti silenzi provengono da Palazzo d'Orleans. Insoliti. I nostri politici corrotti non stanno cavalcando l'onda. Pare quasi che i media e i potenti di turno stiano volutamente fregandosene.
Ma perchè?
A mio parere, prima di salire in moto e gridare "revolución", è importante sapere perchè si protesta: si protesta per l'aumento improvviso del costo della benzina che alle piccole imprese pesa molto e per l'aumento dei dazi autostradali. (fonte ilfattoquotidiano.it)
Se realmente queste sono le motivazioni, date le scarse fonti di cui disponiamo, manifestare è cosa buona e giusta. Anzi, consiglierei maggior affluenza da parte di chiunque fosse disposto a dare una mano.
Informiamoci, impariamo a formulare idee con cognizione di causa e resistiamo.
Perchè qualcuno ha paura che questi siano i nuovi vespri.
Federico Filetti