Infatti, nel pomeriggio in argomento, i poliziotti, si recavano davanti la Cattedrale armerina per segnalazione di una persona armata di coltello che stava minacciando una donna. Avuta la presenza sul posto dell’aggredito, M.G. e della di lui convivente, gli agenti apprendevano che poco prima, l’uomo aveva avuto un acceso diverbio con una persona, in passato amica della coppia, tale P.G, il quale ad un certo punto della discussione, lo avrebbe minacciato impugnando un coltello.
Il P., in passato, amico di famiglia, lo stesso pomeriggio era transitato a bordo di uno scooter nei pressi della stessa Piazza Duomo, indirizzando il proprio sguardo in direzione del balcone dell’abitazione, atteggiamento che il richiedente aveva interpretato come un tentativo di “molestie” nei confronti della di lui moglie. Quest’ultima aggiungeva, a tal proposito, che, negli ultimi tempi, il P., incontrandola per le vie del paese, le avrebbe mancato di rispetto, tentando di molestarla. Proprio in ragione di tale condotta M., avendo notato il P. transitare nei pressi della sua abitazione, si portava nella P.zza Duomo, per raggiungerlo, dove gli chiedeva spiegazioni per l’atteggiamento esternato in pregiudizio della moglie, chiedendogli di “non importunare più mia moglie”. Da qui derivava la lite ed il P., prima di allontanarsi a bordo del proprio scooter, avrebbe tirato fuori un coltello per minacciare M. G..
Le successive indagini degli investigatori armerini, accertavano pero’ che durante la lite, M. G., avrebbe portato con sé un bastone, colpendo, il molestatore della moglie con schiaffi e pugni, quando questi, all’invito a desistere dalle molestie, avrebbe risposto che non aveva paura del marito, e che avrebbe continuato importunare sua moglie, estraendo dalla tasca dei pantaloni un coltello a punta, minacciando di morte il contendente.
Gli agenti appuravano, altresì, che la donna, alcuni mesi addietro, era stata aggredita dal P. G. con uno schiaffo al volto, che aveva causato la rottura parziale di un dente. Inoltre, in un’altra occasione, il molestatore, incrociando la donna per strada, con atteggiamenti provocatori, avrebbe mimato dei baci al suo indirizzo
Le positive risultanze sui fatti sopra descritti, raccolte dagli investigatori armerini, venivano rassegnate alla procura della repubblica presso il Tribunale di Enna, deferendo i due contendenti, l’uno, per, i reati pp. e pp. dagli artt. 612 2° comma e art. 4 Legge 110/1975 c.p. (minaccia grave aggravata dall’uso di un coltello), in pregiudizio di M. G., classe 1976, a sua volta ritenuto responsabile del reato pp. e pp. dall’art. 4 Legge 110/1975 c.p., ovvero porto abusivo di bastone, in luogo pubblico, senza giustificato motivo.