domenica 19 agosto 2012

Incendio nelle campagne di Gela sgomberate settanta famiglie

GELA - Non è escluso che possa esserci la mano dei piromani dietro al vasto incendio che nel pomeriggio ha inghiottito una immensa area di alberi e canneti a Gela, lungo un costone di oltre due chilometri, in contrada Caricatore, a pochi passi dal lungomare e proprio a ridosso della zona archeologica. Si è temuto anche per le mura storiche di Caposoprano. Dopo diverse ore di paura la settantina di famiglie residenti nella zona, sgomberate per sicurezza, hanno fatto ritorno nelle loro abitazioni.


GUARDA / Le immagini dell'incendio

E' uno scenario raccapricciante, quasi apocalittico, quello che nel pomeriggio di oggi si è presentato agli occhi dei gelesi. Fiamme altissime si sono levate dalla zona e si sono presto propagate distruggendo tutto ciò che hanno trovato nel loro avanzare, tre i canadair impiegati per domare il rogo. Questo è il terzo incendio in due settimane. Nei giorni scorsi, sempre nel weekend, un incendio ha messo a rischio un'altra zona residenziale. Anche oggi, sono stati momenti di terrore per circa settanta famiglie che hanno visto lambire le loro abitazioni dal fuoco, una decina quelle che hanno abbandonato in fretta gli appartamenti per precauzione e perché hanno visto le loro case riempirsi di fumo, qualcuno è rimasto intossicato. In tanti, però, hanno deciso di restare per dare una mano ai pompieri, il cui centralino è stato bersagliato da continue telefonate. C'è chi, come Angelo Falcone, ha visto andare in fumo il grande giardino che circonda la sua casa.

Non resta più niente delle palme e delle tante piante che fino a qualche ora fa erano fiore all'occhiello del quartiere. "E' tutto distrutto  -  racconta  -  sono stati momenti terribili, non sapevamo come fare e da dove cominciare per gestire le fiamme e spegnerle. Credo si debba fare di tutto per capire come questo sia potuto accadere".  Un fioraio piange quando gli si chiede dei danni subiti: "sono almeno centomila euro  -  dice Rocco Agati in lacrime  -  mi sono recato personalmente verso la zona mangiata dal fuoco, abbiamo cercato di fare il possibile per evitare che altre piante ed i capannoni andassero distrutti, parte del vivaio però non esiste più".

Spento l'incendio, la famiglia Comunale osserva impietrita ciò che resta: non c'è più nulla, solo cenere e silenzio. L'odore acre del fumo si solleva e fa tornare viva la paura. "Siamo stati fortunati nonostante tutto  -  dice Virginia  -  io e i miei genitori siamo stati per ore con i nervi saldi nella speranza che quelle lingue di fuoco altissime non inghiottissero anche la nostra casa. Il nostro giardino è scomparso, ma fortunatamente noi stiamo bene". Il Lungomare di Gela è rimasto bloccato per ore, immediato lo spiegamento di forze con Polizia, Carabinieri e Corpo Forestale in servizio per gestire il traffico e riportare ordine. Numerosi bagnanti hanno lasciato la spiaggia temendo per le vetture parcheggiate nei pressi dell'area in cui si è propagato l'incendio. Il sindaco Angelo Fasulo, impietrito, osserva quell'inferno accanto ai soccorritori "Non è la prima volta. Faremo il possibile per capire se vi siano delle responsabilità".


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Agostino da iPhone

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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