sabato 23 marzo 2013

La comunità del Crocifisso apre la secolare tradizione della settimana santa con la via Crucis Cittadina

Ieri la comunità del SS. Crocifisso ha dato il via alla secolare tradizione della settimana Santa. Ore 19.10 dalla Comunità del SS. Crocifisso, ha inizio la Via Crucis cittadina, un silenzio surreale accompagna questa via Crucis e nel buio della sera la luce della preghiera apre i cuori.
In una società dove non c'e' tempo per nulla, dove l'altro non trova spazio, dove tutto e' limitato all'essenziale anche la tradizione sembra qualcosa di antico, di vecchio, ma ecco ciò che non ti aspetti, centinaia di persone seguono nel silenzio questa via Crucis, memoria della passione di nostro Signore Gesù Cristo, meditando stazione per stazione.
Uomini, donne, bambini, accompagnano con la luce delle fiaccole, le loro preghiere, aprendo il loro cuore a Dio, che con la sua tenerezza li riscalda e così dopo questo percorso,lungo la via del Calvario nessuno sente la stanchezza, vedi volti sereni e felici di aver pregato insieme in una notte fredda, in un abbraccio che ha coinvolto l'intera città, perché i balconi si aprono, le ginocchia si piegano e qualcuno ne approfitta per accompagnare la Croce sino all'ultima stazione.
La Via Crucis si e' aperta con la preghiera per gli ammalati, per chi sta vivendo il disagio della sofferenza, per chi lotta ogni giorno per vincere la malattia, affidando a Gesù le loro preghiere.
Arrivati al Calvario, si forma un grande cerchio, come un grande abbraccio a completamento di un cammino di preghiera, ma ecco che nel silenzio e nel buio delle fiaccole arriva anche il nostro pastore S. E Monsignor Pennisi, il quale prima di dare la benedizione, prega insieme a tutta la comunità, ricordando ancora una volta tutti coloro che stanno vivendo la sofferenza per una malattia, per la solitudine e per l'indifferenza, le fiaccole vengono portate in alto e nel silenzio di tutti i presenti S.E. Monsignor Pennisi, ricordando le parole di Papa Francesco, ci affida alla Misericordia di Dio.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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