-Direzione Distrettuale Antimafia-
LEGIONE CARABINIERI “SICILIA” COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI DI ENNA
COMUNICATO STAMPA
OPERAZIONE “GO KART “
ENNA :- NEL CORSO DELLA NOTTE I CARABINIERI DEL COMANDO PROVINCIALE DI ENNA, IN ESECUZIONE DI UN’ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE EMESSA SU RICHIESTA DELLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI CALTANISSETTA, HANNO TRATTO IN ARRESTO 49 SOGGETTI RITENUTI AFFILIATI ALLE FAMIGLIE MAFIOSE DI COSA NOSTRA E DEL CLAN CAPPELLO OPERANTI NEI TERRITORI AL CONFINE TRA LA PROVINCIA DI ENNA E LA PROVINCIA DI CATANIA
L’ operazione
oggi eseguita –a coronamento di indagini condotte dai militari del Nucleo
Investigativo del Comando Provinciale di Enna e della Compagnia Carabinieri di
Nicosia e dirette dalla Direzione
Distrettuale Antimafia di Caltanisetta– ha colpito le famiglie delle
organizzazioni di stampo mafioso -“Cosa
Nostra“ e “Clan Cappello”- che hanno
operato in modo sanguinoso per il controllo dei Comuni al confine tra la
Provincia di Enna e la Provincia di Catania, in particolare, Catenanuova,
Regalbuto e Centuripe.
Malgrado una popolazione di soli 5.000 abitanti,
Catenanuova è stata teatro, a partire dal 1995 circa, di sette omicidi di
stampo mafioso e tre casi di lupara bianca, a seguito di contrasti interni alle
organizzazioni criminali e poi tra le diverse organizzazioni.
L’operazione “Fiumevecchio”, eseguita nel corso del
2011, aveva portato all’arresto per il
reato di associazione mafiosa, tra gli altri, di PASSALACQUA Filippo, ritenuto
capo carismatico di un’ articolazione del Clan Cappello operante a Catenanuova,
che aveva assunto il controllo del paese dopo l’attentato all’uomo d’onore
RICCOMBENI Prospero e dopo l’eliminazione di PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore
ucciso il 15 luglio 2008. Per quest’ ultimo delitto è in corso il processo a
carico del predetto PASSALACQUA Filippo
e del cognato SALVO Giovanni Piero, vertice di una squadra del Clan Cappello di
Catania, operante nel quartiere di Librino.
Dopo gli arresti dell’operazione Fiumevecchio, che
avevano indebolito la squadra di PASSALACQUA riconducibile al Clan Cappello, i
vecchi uomini di Cosa Nostra tentavano di riorganizzare la famiglia a
Catenanuova. A tal fine LEONARDI Salvatore, detenuto attualmente al 41 bis,
dava incarico, nei primi mesi del 2012, al cugino LEONARDI Prospero ed al
cognato DRAGO Angelo, (quest’ ultimo tra gli odierni arrestati) di riportare
Catenanuova sotto il controllo di Cosa Nostra. Il tentativo di LEONARDI
Prospero, che già aveva preso contattati con esponenti mafiosi di altri centri,
aveva avvisato alcune persone sottoposte al “pizzo” della nuova leadership e aveva intimato agli esponenti del gruppo di
PASSALACQUA Filippo di ritirarsi e di lasciare alla sua organizzazione il
controllo del territorio, veniva stroncato il 23.05.2012, con l’uccisione dello
stesso LEONARDO Prospero ed il ferimento di DRAGO Angelo.
Nello stesso attentato si salvava fortunosamente Salvatore DI GIOVANNI, al quale il LEONARDI
Prospero aveva chiesto aiuto per il suo progetto criminale.
Da quel momento la squadra criminale riconducibile al
Clan Cappello prendeva il controllo assoluto del territorio.
Le indagini si sono avvalse dell’apporto di due
collaboratori di giustizia, MAVICA Antonino, uomo d’onore poi transitato nella
squadra di PASSALACQUA Filippo, che ha iniziato a collaborare nel luglio 2012
dopo l’uccisione del cognato LEONARDI Prospero
e del predetto DI GIOVANNI, che ha iniziato a collaborare la notte
stessa dell’uccisone del LEONARDI Prospero. Tuttavia gran parte degli elementi
di prova sono stati acquisiti grazie a numerosissime attività tecniche corredate
da servizi di O.C.P. (osservazione, controllo e pedinamento) arresti in flagranza per reati in materia di
stupefacenti, sequestri.
Si è evidenziata una profonda differenza tra gli
interessi criminali della vecchia famiglia di Cosa Nostra e quelli della nuova
organizzazione criminale di Catenanuova legata
al Clan Cappello.
Cosa Nostra controllava il
territorio, assicurandosi i proventi illeciti prevalentemente attraverso
l’attività estorsiva ed operando solo occasionalmente nel settore degli
stupefacenti.
L’articolazione costituita a
Catenanuova dal clan CAPPELLO aveva inizialmente “rilevato” l’attività
estorsiva di Cosa Nostra, che permetteva
alla famiglia ed ai catanesi del clan CAPPELLO (in particolare della squadra di
SALVO Giampiero) un introito annuo di circa trenta mila euro (in particolare le dichiarazioni dei
collaboratori di giustizia catanesi D’AQUINO e PETTINATI), ma progressivamente aveva spostato la sua
azione sulla gestione quasi integrale del traffico di stupefacenti, che
garantiva ampi profitti anche agli
esponenti catanesi del clan CAPPELLO.
Negli ultimi due anni, infatti,
il traffico di stupefacenti risulta essere diventato l’attività principale e
maggiormente redditizia.
Tuttavia, ancora nell’estate del 2013, i vertici catanesi del clan CAPPELLO
ratificavano la nomina di VENIA Salvatore quale esponente dell’associazione
specificamente incaricato della attività di riscossione delle estorsioni.
In ogni caso, secondo quanto è emerso dalle indagini,
l’interesse dei vertici catanesi del clan CAPPELLO non era quello di
assicurarsi i proventi, peraltro presumibilmente non particolarmente ingenti
delle attività estorsive sul territorio, ma quello di far sentire in maniera
tangibile la presenza di un’organizzazione mafiosa capace di controllare il
paese, in modo da “avere una spalla” anche a
Catenanuova.
Il reale interesse dell’organizzazione mafiosa era quello
di assicurarsi il monopolio assoluto per la vendita degli stupefacenti in un
paese di confine, dove potevano arrivare acquirenti sia dai paesi della
provincia di Catania sia da paesi della provincia di Enna
Attraverso “squadre” specificamente organizzate, gli esponenti di Catenanuova del Clan CAPPELLO, avvalendosi
del controllo mafioso esercitato sul
territorio, hanno potuto gestire lo spaccio degli stupefacenti (della marijuana
e dello SKUNK in particolare)
escludendo ogni “concorrenza”
ed assicurandosi, con metodi mafiosi, un
monopolio di fatto, che ha garantito a loro ed ai loro referenti catanesi,
fornitori dello stupefacente, tutti inquadrati nel clan CAPPELLO, consistenti
profitti.
In particolare nell’ambito dell’unica articolazione di
Catenanuova del clan CAPPELLO, venivano organizzate due distinte squadre che
trattavano gli stupefacenti; la prima faceva capo a TIRENDI Salvatore e TIRENDI
Antonio (dopo l’uscita di scena di PASSALACQUA Filippo), entrambi
contemporaneamente organizzatori della squadra che si occupava del traffico dello Skunk ed affiliati
dell’associazione mafiosa; l’altra squadra , che si occupava anche di cocaina
secondo i collaboratori di giustizia,
faceva capo a PASSALACQUA Gaetano, anch’egli simultaneamente
organizzatore della squadra degli stupefacenti e affiliato della stessa
organizzazione mafiosa.
Nel corso delle indagini sono stati eseguiti vari
sequestri di marijuana e Skunk.
In particolare nel febbraio 2013 TIRENDI Salvatore ed il
figlio Carmelo venivano tratti in arresto con 2 Kg. di Skunk.
Nell’agosto del 2013 uno dei fornitori catanesi tale
SAPUPPO Ignazio lasciava in un luogo convenuto nelle campagne nei pressi del
kartodromo dei TIRENDI 1 Kg di marijuana all’interno di un cuscino, a
disposizione della squadra finalizzata al traffico di stupefacenti, diretta in
quel momento da Antonio TIRENDI.
Tuttavia i Carabinieri arrivavano prima dell’organizzazione
a recuperare lo stupefacente che dunque non veniva rinvenuto dagli affiliati di
Catenanuova che iniziavano a cercalo freneticamente, tentando di individuare
coloro che avrebbero potuto rubarlo.
Malgrado ciò la fiducia tra i fornitori catanesi e la
squadra di Catenanuova non si incrinava in nessun modo a dimostrazione di un
legame criminale serio e consolidato.
Con le recenti indagini è stato
possibile, da una parte, di delineare l’organico dell’articolazione del “Clan CAPPELLO” operante a Catenanuova,
facente riferimento al detenuto PASSALACQUA Filippo ed attualmente dominante
nel territorio, malgrado lo stato di detenzione del suo temuto capo.
Dall’altra si è riusciti completare,
anche grazie all’apporto dei collaboratori di giustizia di Catenanuova già
citati, il quadro dei soggetti inseriti
nella famiglia di “Cosa Nostra” sin
dagli anni 90, alcuni dei quali già colpiti da precedenti ordinanze e da
sentenze di condanna.
Su questo versante si è potuto
fare luce sulla ventennale attività estorsiva posta in essere dalla famiglia di
cosa nostra sin dagli anni 90; tale attività criminale era stata ereditata e
fatta propria intorno al 2007 dall’articolazione del clan CAPPELLO capeggiata
da PASSALACQUA Filippo.
Alcuni imprenditori, hanno ammesso,
a fronte delle stringenti contestazioni, di aver pagato la messa a posto sin
dagli anni 90 ai vari “Boss” che si sono succeduti (tra questi anche l’ucciso
PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore). Altri, hanno negato anche perché secondo
quanto emerso dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e dalle
attività tecniche di indagine, di fatto “vicini” alle organizzazioni criminali.
LE INDAGINI SU
REGALBUTO
La parte dell’indagine su
Regalbuto, dove è stata dimostrata l’esistenza di una articolazione consistente
di cosa nostra ennese, ha preso avvio
dall’azione di contrasto al traffico di stupefacenti operata dalla locale compagnia Carabinieri.
I successivi sviluppi
investigativi hanno portato alla individuazione di diversi esponenti della
famiglia mafiosa locale, tutti dediti oltre che al traffico di stupefacenti,
anche alle estorsioni.
È stato dimostrato come gli
esponenti di vertice di un tempo, identificati nelle indagini in Militello Enzo
e successivamente in Raisi Salvatore, deceduto durante le indagini, siano stati
sostituiti da nuove leve, tra le quali gli elementi principali sono certamente
i fratelli ARCODIA PIGNARELLO Antonio e Sebastiano, e SCHILLACI Silvestro, che
si sono avvalsi di numerosi soggetti con i quali venivano commesse le attività
di spaccio e le estorsioni. Tra questi vanno menzionati SCRAVAGLIERI Vito,
CATALANO PUMA Mario, CARDACI Samuele e
PINTAUDI Davide.
Altri ragazzi sono stati
utilizzati di volta in volta come manovalanza sia per lo spaccio al minuto che
per la commissione di incendi.
Le attività tecniche, che hanno
messo in luce i legami dell’associazione mafiosa di Regalbuto con la città di
Catania e con altri centri dell’ennese, hanno portato ad accertare
l’interessamento della criminalità mafiosa catanese ed in particolare di SCALIA
Mario, vicino al clan Santapaola, al mercato degli stupefacenti dei paesi
limitrofi della provincia di Enna.
Inevitabile, si è quindi profilato tra l’estate e la fine
del 2009 il contrasto con gli esponenti
del clan Cappello che avevano preso il controllo del vicino centro di
Catenanuova.
Sono gli stessi collaboratori
MAVICA e DI GIOVANNI a descrivere con particolari che hanno trovato ampio
riscontro, un incontro per dirimere il contrasto avvenuto a Catenanuova tra
uomini di cosa nostra regalbutese e i membri del clan Cappello venuti a
Catenanuova, incontro avvenuto prima
dell’arresto di Passalacqua Filippo, e che finisce con il lasciare il paese di
Regalbuto a cosa nostra ennese, senza spargimento di sangue proprio per tale
evento.
Alle dichiarazioni dei due
collaboratori, oltre a numerosissime intercettazioni telefoniche ed ambientali,
si sono affiancata da un lato le involontarie propalazioni di Leonardi
Salvatore e della moglie Cicero Agata, che nei loro colloqui in carcere intercettati
nel 2010 accennano esplicitamente alla situazione di Regalbuto ed ai fratelli
Arcodia, e le dichiarazioni di un giovane spacciatore consumatore di Regalbuto
– Minissale Alessandro - che avendo recentemente deciso di lasciarsi alle
spalle i guai giudiziari già subiti ha iniziato dapprima spontaneamente, e poi
in conseguenza delle minacce ricevute dagli associati, a raccontare fatti ed
episodi dei quali egli stesso è stato protagonista per conto degli associati
Arcodia Tony ed in particolare Schillaci Silvestro detto Silvio.
Di rilievo appare in particolare
la sua confessione dell’incendio a scopo intimidatorio di un azienda di
produzione di prodotti in p.v.c. per l’agricoltura, avvenuto nella notte tra il
24 ed il 25 agosto del 2011 ed ancora la confessione di altro incendio a scopo
estorsivo, nonché le sue dichiarazioni circa l’attività di spaccio operata per
il gruppo mafioso ed in particolare per il duo Schillaci - Arcodia Pignarello.
Riscontro di eccezionale rilievo
alle sue dichiarazioni emerge in ogni caso dalle attività tecniche avviate in
ordine al riferito pestaggio di altro giovane del gruppo, costretto ad
allontanarsi da Regalbuto in conseguenza
di contrasti legati verosimilmente al ritardo nel pagamento di partite di
stupefacenti.
È certo comunque che il gruppo
sin dal 2008 si occupasse tanto dello spaccio di cocaina che di sostanze come
l’hashish e la marjuana.
Di particolare rilievo per la
dimostrazione della finalità estorsiva dell’associazione è comunque la
collaborazione prestata da alcune delle persone offese, che hanno consentito di chiudere, con le loro
dichiarazioni, il quadro indiziario a
carico dei personaggi di spicco dell’associazione mafiosa di Regalbuto.
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L’operazione è
stata denominata “Go Kart” in quanto il centro direzionale del traffico di
stupefacenti a Catenanuova da parte
della squadra dei TIRENDI si svolgeva nei pressi della pista di “Go Kart”
gestita dalla famiglia TIRENDI.
SOGGETTI FACENTI PARTE
DELL’ASSOCIAZIONE “COSA NOSTRA” FAMIGLIA DI CATENANUOVA – GRUPPO LEONARDI
SALVATORE
1. LEONARDI Salvatore, nato a
Catania il 17.06.1966, in atto detenuto presso la Casa Circondariale
dell’Aquila in regime dell’art. 41 bis Reg. Pen;
2. MARLETTA Salvatore, nato a
Catania il 02.07.1959, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di
Caltanissetta;
3. CHISARI Salvatore, nato a Paternò
(CT) il 21.03.1977, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di San
Cataldo (CL);
4. RICCOMBENI Prospero, nato a
Catania il 03.12.1971, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di
Caltanissetta;
5. DRAGO Angelo, nato a Siegen (D)
il 17.02.1970, residente a Catenanuova (EN) in Contrada Zotta Papera snc;
6. RUSSO FANO Sebastiano, nato a
Catania il 27.02.1975, residente a Cesano Maderno (MB) in via E. Borromeo n.5.
SOGGETTI FACENTI PARTE DELL’ ARTICOLAZIONE
DEL CLAN CAPPELLO OPERANTE A CATENANUOVA
1. PASSALACQUA Filippo, nato a
Catenanuova (EN) il giorno 1 gennaio 1980, residente a Catania, in atto
ristretto presso la Casa Circondariale di Milano Opera in regime dell’art. 41
bis Reg. Pen.;
2. PASSALACQUA Gaetano, nato a
Catania il 28.09.1978, residente a Catenanuova (EN), via Alcide de Gasperi n.4;
3. CARDACI Orazio, alias “favi
frischi”, nato a Paternò (CT) il 10.10.1980, residente a Catenanuova (EN) in
via IV Novembre n.118;
4. VENIA Salvatore, alias “faccia di
vecchia”, nato a Catenanuova il 15.06.1962, ivi residente, contrada Zotta
Papera;
5. SACCONE Antonino, nato a
Regalbuto (EN) il 06.07.1973, residente a Catenanuova (EN) in via Firenze n.1;
6. GUAGLIARDO Stefano, nato a Enna
il 20.12.1983, residente a Catenanuova (EN), via Regina Elena n.35;
7. TIRENDI Salvatore, nato a
Catenanuova (EN) il 18.12.1965, ivi residente in via Giulio Cesare n.21, in
atto detenuto presso la Casa Circondariale di Caltanissetta;
8. TIRENDI Antonino, nato a Enna il
27.05.1990, residente a Catenanuova (EN) in via Siracusa n.23;
9. TIRENDI Carmelo, nato a Catania
il 27.09.1994, residente a Catenanuova (EN) in via Giulio Cesare n.23, celibe,
già agli arresti domiciliari.
TRAFFICANTI CATANESI COLLEGATI AL
CLAN CAPPELLO, FORNITORI DELLA SQUADRA
DEI TIRENDI
1. FINOCCHIARO Rocco, nato a Catania
il 04.12.1974, ivi residente in via Palermo n.333, coniugato, fioraio;
2. SAPUPPO Ignazio, nato a Catania
il 17.12.1968, ivi residente, via Balatelle nr. 5 , 1° piano
3. CAVALLARO Sebastiano, nato a Catania il 02.01.1992, ivi
residente in contrada San Francesco all’Arena nr.37;
4. FINOCCHIARO Alessio, nato a
Catania il 29.071994, ivi residente in Via Alloro nr.35;
5. SCALISI Antonino, nato a
Biancavilla (CT) il 21.05.1988, residente ad Adrano (CT), via Giacomo Puccini
n.38;
6. SCALISI Nicolò, nato a Adrano
(CT) il 27.11.1955, ivi residente in via Giacomo Puccini n.38;
7. SCALISI Valerio, nato a
Biancavilla (CT) il 14.07.1990, residente ad Adrano, via Giacomo Puccini nr.
38.
ALTRI FORNITORI DELLA SQUADRA DEI
TIRENDI
1. FIORENZA Mariano, inteso “Don
Mario” nato a Centuripe (EN) il 25.01.1946, residente a Catenanuova (EN) in
contrada Vigne Vecchie s.n.c.;
ASSOCIATI ALLE SQUADRE
FINALIZZATE AL TRAFFICO DI STUPEFACENTI OPERANTI NELL’AMBITO DEL CLAN CAPPELLO
A CATENANUOVA
2. FRISENNA Filippo, nato a
Catenanuova (EN) il 29.12.1980, ivi residente
in via Ludovico Maccarrone n.14;
3. CAPUTA Mario, nato a Desio (MI)
il 14.11.1985, residente a Catenanuova in via Generale Carlo Alberto Dalla
Chiesa n.12;
4. DI MARCO Prosperino, inteso
“Rino” nato a Catania il 28.04.1990, residente a Catenanuova (EN) in via Mario
Rapisarda n.17;
5. ZAMMATARO Salvatore, alias “Turi
u Nanu” nato a Catania il 21.12.1989 residente a Catenanuova (EN) in via
Catania n.29;
6. SPICUZZA Giacomo, nato a Catania
il 18.10.1981, residente a Catenanuova (EN) in Contrada Zotta Papera s.n.c.;
7. SCAFFIDI Giuseppe, alias
“cocorito”, nato a Enna il 23.01.1993,
residente a Catenanuova (EN) in via Santa Croce n.14;
8. SAITTA Davide, nato a Catania il
08.01.1989, residente a Catenanuova (EN) in via Rolando Lanari s.n.c. e
domiciliato in via Centuripe n.36;
9. MAUGERI Andrea, nato ad Enna il
06.01.1990, residente a Catenanuova (EN) in via Caltanissetta n.7;
10. PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Michael,
nato a Catania il 12.05.1990, residente a Catenanuova (EN) in Contrada Zotta
Papera s.n.c.;
ALTRI INDAGATI DI RAPINA ED
ESTORSIONE
1. DISTEFANO Angelo, inteso Zu Angelo, nato a Paternò (CT) il 23.03.1958 ivi
residente in via Presidente De Nicola n.3, in atto detenuto presso la Casa Circondariale
Catania-Piazza Lanza,
2. CANCEMI Alessandro, nato
Biancavilla (CT) il 31.07.1982, residente a Catenanuova, via Italia nr. 42, già
agli arresti domiciliari per altra causa;
3. MAZZAGLIA Emanuele, nato a
Biancavilla (CT) il 12.12.1977, residente a Belpasso, via Bosco nr. 29;
4. MAZZAGLIA Giuseppe Carmelo, nato
a Ragalna (CT) il 16.07.1960, anagraficamente residente a Iolanda di Savoia
(FE), domiciliato a Santa Maria di Licodia (CT) .
FORNITORE DI ARMI
1. CARBONARO Antonino, detto Tony,
nato a Paternò (CT) il 28.03.1984, residente Santa Maria di Licodia (CT), via
Leotta nr.6/A;
SOGGETTI FACENTI PARTE
DELL’ASSOCIAZIONE COSA NOSTRA- OPERANTE A REGALBUTO – SCHILLACI / ARCODIA PIGNARELLO
2. SCHILLACI Silvestro, nato Catania
il 05.08.1981, residente Regalbuto via S. Quasimodo nr. 2;
3. ARCODIA PIGNARELLO Antonio, detto
“Tony”, nato Enna il 08.08.1978, residente Regalbuto (EN) C.da Savarino s.n.;
4. ARCODIA PIGNARELLO Sebastiano,
detto “Seby”, nato Catania il 31.01.1977, residente Regalbuto (EN) , via Paolo
Borsellino 20;
5. CARDACI Samuele, nato Catania
01.01.1984, residente Regalbuto, via Riccardo Lombardi nr. 14, .
6. SCRAVAGLIERI Vito, nato ad Adrano
(CT) il 11.08.1984, residente Regalbuto C.da Tre Vie s.n.;
7. PINTAUDI Davide, nato ad Enna il
21.5.1981, residente a Regalbuto in via Cavour 35;
8. CATALANO PUMA Mario, nato Catania
il 09.09.1983, residente Regalbuto C.da Difesa s.n. in atto detenuto per altra
causa presso la Casa Circondariale di Enna.
SPACCIATORI COLLEGATI O
SOTTOPOSTI AL GRUPPO SCHILLACI / ARCODIA
PIGNARELLO.
1. SCALIA Mario, nato Catania il
01.10.1954, ivi residente Viale Bummacaro 14;
2. CHIANETTA Massimo, nato Bollate
(MI) il 26.03.1971, residente Regalbuto (EN), Via Legname 10;
3. SCAGLIONE Salvatore Calogero,
nato ad Adrano (CT) il 27.12.1984, residente a Regalbuto alla via Legname 10 (ai domiciliari).
SOGGETTI FACENTI PARTE DI COSA
NOSTRA A CENTURIPE
1. GALATI MASSARO Gianni, detto
anche Giovanni, nato a Biancavilla (CT)
il 31.01.1975, di fatto domiciliato a Regalbuto (EN), già detenuto presso la
Casa Circondariale Catania Bicocca per altra causa;
2. GALATI MASSARO Santo, nato a
Biancavilla (CT) il 22.07.1981, residente a Centuripe (EN) in Contrada Seggio
s.n.c..
Gli arrestati sono stati tradotti
presso diverse carceri dell’Isola ed il RUSSO FANO Sebastiano presso la Casa
Circondariale di Monza, mentre ai soggetti già detenuti l’Ordinanza di Custodia
Cautelare è stata notificata presso le sedi delle Case Circondariali già di
rispettiva reclusione.