venerdì 28 novembre 2014
Comunicato Stampa:" La Suprema Corte di Cassazione conferma altre condanne a carico di due degli indagati nell’ambito dell’indagine “caterpillar” (2004) condotta dalla Polizia di Stato".
POLIZIA DI STATO
QUESTURA DI ENNA
Comunicato Stampa
La Suprema Corte di Cassazione conferma altre condanne a carico di due degli indagati nell'ambito dell'indagine "caterpillar" (2004) condotta dalla Polizia di Stato.
Le indagini svolte dalla Squadra Mobile, accertarono come, a seguito di precedenti attività investigative, che portarono alla decimazione di vertici e gregari mafiosi della provincia, Gaetano LEONARDO stesse ricompattando le fila dell'associazione reclutando nuovi soggetti. Con l'operazione "parafulmine" (maggio 2001) fu interrotta tale attività e, subito dopo gli arresti effettuati all'epoca, si cominciarono ad acquisire le prime dichiarazioni di quanti si pentirono, avviando la collaborazione con l'A.G..
Dai riscontri a tali dichiarazioni furono formulate nuove accuse a carico di oltre 120 indagati, addebitando agli stessi fatti specifici, tra i quali omicidi, tentati omicidi, estorsioni, detenzione di armi ed altro.
Tra gli indagati figuravano anche Pietro BALSAMO di Piazza Armerina (EN) e Filippo GANGI di Aidone (EN).
Così la Suprema Corte ha posto definitivamente fine ad un iter giudiziario che va avanti da tempo, confermando le condanne a carico dei citati Pietro BALSAMO e Filippo GANGI, i quali, nella mattina del 27 novembre 2014 si sono presentati spontaneamente, assistiti dai rispettivi legali di fiducia:
- BALSAMO alla Questura di Enna, dove è stato arrestato dagli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina;
- GANGI direttamente alla Procura – Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, dove ad attenderlo c'erano gli investigatori della Squadra Mobile di Enna.
Pietro BALSAMO, classe 1938
Già condannato per l'art. 416 bis c.p. perché ritenuto organico all'associazione mafiosa operante in provincia di Enna fino al 2001, con la sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha portato all'arresto odierno è stata confermata la pronuncia della Corte di Appello di Caltanissetta che ha condannato il BALSAMO Pietro alla pena di anni otto di reclusione e 1.000,00 € di multa per il delitto di estorsione aggravata; lo stesso, in concorso con LEONARDO Gaetano e LA ROCCA Francesco, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi, facendo parte dell'associazione mafiosa "cosa nostra", costringeva il titolare dell'allora supermercato MAR di Enna a corrispondere annualmente la somma di 12.000.000 di lire, sotto la minaccia, derivante dall'appartenenza all'organizzazione mafiosa, di cagionare gravi nocumenti ai beni aziendali e, comunque, di frapporre gravi ostacoli alla prosecuzione dell'attività commerciale qualora non si fosse "messa a posto".
Con l'aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all'art. 416 bis ed al fine di agevolare l'attività delle famiglie mafiose di Enna e Caltagirone.
La recente condanna di Pietro BALSAMO riguarda, quindi, un'estorsione aggravata ai danni del supermercato MAR di Enna, commessa dal 1997/98 fino all'anno 2001.
Sul giudizio di responsabilità a carico del BALSAMO sono gravate le dichiarazioni di più collaboratori i quali hanno riferito in ordine alla condotta estorsiva, nonché sulla suddivisione dei proventi tra la famiglia di Caltagirone, capeggiata da Ciccio LA ROCCA (il quale aveva inizialmente "sistemato" l'affare poiché le vittime erano residenti in quel centro) e la famiglia di Enna, con a capo Gaetano LEONARDO; secondo quanto ricostruito a seguito delle dichiarazioni dei collaboratori, il provento estorsivo veniva consegnato dal LA ROCCA a Pietro BALSAMO, referente mafioso di Piazza Armerina, il quale avrebbe dovuto poi far avere il denaro al LEONARDO, quale capo della famiglia di Enna.
Filippo GANGI, classe 1968
Filippo GANGI, con sentenza di primo grado, era stato inizialmente assolto dal delitto di cui all'art. 416 bis c.p., poiché – unitamente al padre – era stato considerato vittima di estorsione.
A seguito di appello proposto dagli uffici della Procura della Repubblica, la corte di Appello di Caltanissetta ribaltava la sentenza di assoluzione di 1° grado, condannandolo per il delitto di cui all'art. 416 bis c.p.; tale pronuncia è stata annullata con rinvio dalla Suprema Corte di Cassazione.
Il nuovo processo incardinato presso altra sezione della Corte d'Appello nissena ha portato a ulteriore sentenza di condanna per il medesimo reato, comminando una pena di anni tre e mesi quattro di reclusione, confermata dalla Suprema Corte di Cassazione.
La ricostruzione operata dai giudici ha portato alla formulazione di un giudizio di responsabilità a carico del GANGI, anche sulla scorta di una serie di dichiarazioni rese da collaboratori e testi; secondo i giudici l'imputato fungeva da collettore per la raccolta del pizzo, da destinare al boss Ciccio LA ROCCA.
In particolare, il GANGI veniva indicato come appartenente alla famiglia di LA ROCCA; per ottenere lavori edili, aveva fatto interessare anche Pietro BALSAMO, riuscendo poi ad attenerne alcuni, divenendo il diretto referente del BALSAMO stesso e del LA ROCCA, per i quali operava come collettore di tangenti.
Il rapporto che legava GANGI con i vertici mafiosi della provincia, gli avrebbe consentito, pertanto, di porsi in posizione dominante sul territorio, godendo di "protezione".
I condannati, che, come detto, si sono consegnati spontaneamente, a conclusione delle incombenze di rito, sono stati tradotti presso le case circondariali dove dovranno scontare le pene comminate.
Enna, 28 novembre 2014
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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