Nella
serata di ieri personale in servizio all’U.P.G.E S.P. veniva avvicinato da un
uomo che concitatamente comunicava loro di avere ucciso una donna pochi istanti
prima, riferendo agli agenti le seguenti parole: “venga, venga con me che ho fatto una fesseria, l’ho ammazzata…”.
L’uomo,
in apparente stato confusionale, riferiva loro che aveva ucciso una persona
all’interno della propria abitazione, accoltellandola.
Chiamati
i rinforzi e personale della Squadra
Mobile, gli operatori si portavano prontamente nell’abitazione dell’uomo, ove,
fatto convenire sul posto personale del “118”,
accertavano la presenza una persona, di sesso femminile, sdraiata sul
letto di una cameretta, in stato di semi incoscienza, retta da un’altra persona
di sesso femminile.
La
donna, che veniva accompagnata immediatamente al locale Ospedale Umberto I, per
ricevere le immediate cure del caso, presentava una ferita al braccio che
appariva essere stata provocata da una lama, curabile in giorni 30 di prognosi.
Pertanto,
gli uomini della Squadra Mobile e dell’UPGSP, diretti dal Dott. Alessandro
Scardina, eseguivano perquisizione
locale nell’abitazione dell’uomo, identificato per C. G., ennese, classe 1990.
L’atto
di p.g. in questione permetteva di rinvenire nella stanza adibita a soggiorno,
sul pavimento, occultato sotto alcuni cartoni sorretti da un porta vaso in
plastica, un coltello da cucina con manico di colore rosso della lunghezza
complessiva di cm. 35, di cui 21,5 (ventuno,5) cm. di lama seghettata
leggermente intrisa di verosimile sostanza ematica, che veniva debitamente
sequestrato e repertato da personale del locale Gabinetto di Polizia
Scientifica.
Alla
luce di quanto sopra, ritenendo che il C. si fosse reso responsabile del reato
di lesioni aggravate dolose di cui all’art. 582 in relazione all’art. 585 – 2°
comma del C.P., veniva tratto in arresto nella quasi flagranza di reato.
Notiziato
dei fatti, il Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di
Enna, dott. Francesco Augusto RIO, disponeva che l’uomo venisse sottoposto alla
misura cautelare degli arresti domiciliari presso la propria abitazione.