giovedì 9 aprile 2015

PRESA DI COSCIENZA DEL PARLAMENTO: SI DIA ATTUAZIONE ALLA LEGGE REGIONALE 8/14

COMUNICATO STAMPA di Comitato per lo Sviluppo dell'Area Gelese, del Comitato Pro Referendum di Piazza Armerina e del Comitato per I Liberi Consorzi di Niscemi.

Ieri 8 aprile il Parlamento Regionale ha bocciato l’art. 1 del DDL 833 bis, il quale prevedeva 3 Città Metropolitane e 6 Liberi Consorzi. A questo punto, l’intero articolato viene a cadere, mantenendo in vigore e attualmente valida, la Legge Regionale 24 marzo 2014 n° 8, che invece prevede 3 Città Metropolitane e 9 Liberi Consorzi.

Come comitati delle città di Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Acireale, abbiamo seguito i lavori d’aula in diretta, e con piacere, abbiamo notato diversi interventi a sostegno delle libere scelte che alcuni territori siciliani hanno effettuato, alcuni citando persino le iniziative condotte da questi comitati.
Del resto, nei due anni trascorsi da quella che fu annunciata come “abolizione delle province”  (L.R. 7/13), questi comitati hanno fatto di tutto per attirare l’attenzione dei parlamentari regionali e dei cittadini siciliani, partendo dal sollecitare i Consigli Comunali, passando alla promozione dei Referendum confermativi, dai convegni regionali, ai consigli comunali congiunti, dalle lettere al Presidente della Repubblica, alle audizioni in Parlamento regionale, dalla diffida per la mancata attuazione della L.R. 8/14, alla lettera dei sindaci in difesa delle libere scelte, tutto è stato tentato, e visto il risultato di ieri, possiamo affermare che questi passaggi sono stati utili.
Tra gli interventi a favore di questo territorio, dobbiamo citare e ringraziare gli Onorevoli Venturino (PSI), Malafarina (Megafono), Siragusa (M5S), Cappello(M5S) e Assenza (FI), ma vorremmo ringraziare anche quelli che sono stati definiti “franchi tiratori”, in quanto anche grazie a loro, resta in vigore la L.R. 8/14.

Venturino:
 “Facciamo un po’ il punto. Il Governo regionale non ha presentato il disegno di legge previsto
dall’articolo 2, comma 6, della legge regionale numero 8 del 2014 che avrebbe dovuto individuare i
territori dei liberi consorzi prevedendo le eventuali modifiche territoriali, conseguenti alle decisioni
dei comuni di aderire ad altri liberi consorzi - articolo 2, comma 3 - oppure di istituirne di nuovi -
articolo 2, comma 1.
“Questo era stabilito nella legge regionale numero 8, ma questo non è stato ottemperato.”
Purtroppo, ahimè, non posso fare altro che constatare che in questo momento, in un momento di
grandissima crisi, in cui la politica dovrebbe mostrarsi più vicina alle esigenze dei cittadini, ancora
una volta, qualcuno pensa di poter, in maniera del tutto arrogante, scavalcare un principio
fondamentale che è quello del rispetto di quelle che sono le volontà dei cittadini, che qui ci hanno
portato, che qui ci hanno eletto per difendere gli interessi di comunità che, nel rispetto delle norme
da noi votate, hanno indetto dei referendum ed oggi, senza nessuna ragione evidente e, come appena
spiegato, in maniera del tutto arrogante, illegittima ed anche incostituzionale, noi cerchiamo di non
tenere in considerazione.”

Malafarina:
“Ma veramente vogliamo dire alla gente che governiamo la politica in Sicilia? Vogliamo veramente
far credere alle persone che un asino possa passare dalla cruna dell’ago, in questo caso?
Stiamo realizzando continuamente dei vulnus alla democrazia per cui la pubblica opinione resta
assolutamente basita, smarrita, non ha più punti di riferimento nella politica.
E’ mai possibile che questa Assemblea un anno fa abbia detto “facciamo questa procedura,
diciamo alla gente scegliete quello che volete scegliere, a maggioranza dei Consigli comunali, fate i
referendum” e oggi, invece, diciamo “scusate, ci siamo sbagliati”?Ma sbagliati su che cosa?
Noi calpestiamo poi la volontà popolare che questa Assemblea ha chiesto si esprimesse, io non
voglio entrare nel merito delle discussioni giuridiche avanzate dall’onorevole Venturino e sui cavilli
più o meno legali costituzionali e quant’altro.
 Scusatemi, dico cavilli non in senso negativo, non è nel senso negativo dei princìpi giuridici, non è detto in questo senso, ma nel senso che veramente questa Assemblea chiede alla espressione della democrazia - che è il Consiglio comunale - di pronunciarsi, lo sottopone ad una conferma che è un referendum, dopo di che beatamente, tranquillamente e silenziosamente, ritiene di dovere buttare via nel cestino della carta straccia un’intera procedura espletata dove si chiede alla gente di pronunciarsi.
Siamo o no coerenti? E’ possibile che questa Assemblea rispetti un sacrosanto principio che è
quello di legalità? Qua il principio di legalità e sempre richiamato e sempre violentato. Abbiamo
fatto una legge e non la rispettiamo per primi. E’ ridicolo, semplicemente ridicolo! Ed è anche
offensivo per la gente.”

Siragusa:
“Un’alchimia che, di fatto, ci sta portando a chiamare nuovamente liberi consorzi quelle che erano
le province regionali senza, di fatto, cambiare nulla”.
“Si è avuto paura di toccare i collegi regionali, i collegi elettorali regionali, si è avuto paura che la
gestione dei territori, per quanto riguarda le politiche di area vasta, passasse ai territori stessi,
attraverso i comuni, invece, che rimanere saldamente in mano alla centralità della Regione e, quindi,della politica regionale.”
“Tale libertà è stata, in buona sostanza, limitata con la legge 8 del 2014 che, però, è riuscita lo
stesso, grazie soprattutto al referendum che fortemente il Movimento Cinque Stelle ha voluto, a far
esprimere questa volontà in comuni importanti come Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Licodia
Eubea, che hanno deliberato, confortati dall’esito referendario, di volgere altrove il proprio sguardo e di spostarsi da un libero consorzio ad un altro.”
“Questa legge è pura restaurazione, è puro conservatorismo.”

Cappello:
“Io sono stato fino a 15 giorni fa adun’assemblea a Niscemi dei 4 Consigli comunali di Niscemi, Gela, Licodia Eubea e questi territori sono fortemente preoccupati per il loro destino, per il loro futuro. Sono preoccupati perché si sentono defraudati del diritto e della possibilità di subentrare in un libero Consorzio così come gli era stato prospettato con la legge precedente e sono preoccupati perché oggi, ovviamente, le  condizioni sono cambiate, le regole del gioco sono cambiate in corso d’opera ed oggi non si sentono più garantiti dalla stessa legge che ha consentito loro di fare quei passaggi.
E questa preoccupazione io voglio esprimerla tutta a questo Parlamento perché non solo hanno
affrontato dei costi rispetto ai referendum che sono stati eseguiti, ma si sono ingenerate delle
aspettative rispetto a istanze di cui anche lei, Presidente, ha parlato prima da questo scranno, che
vanno avanti da 50 anni e che sono attese in maniera accorata, in maniera sentita.”

Assenza:
“E c’è dell’altro. C’è quella vergogna dell’articolo 44 per cui si cambiano le regole in corso d’opera
e quei cittadini, per la verità limitati, ma si tratta di quattro città che nella nostra isola avevano
comunque deciso di indirizzare il loro futuro verso un’aggregazione di tipo diverso, si trovano, dopo aver svolto il referendum, dopo che si erano espressi a maggioranza, così come richiesto dalla legge nel senso di aderire ad un Consorzio diverso da quello di originaria appartenenza, si trovano oggi ad avere stoppato in corso d’opera il loro iter procedurale perché si deve ritornare di nuovo in Consiglio comunale che questa volta con maggioranza assoluta deve deliberare se acconsentire a questo trasferimento o no.
Questa è l’ennesima vergogna di un governo assolutamente e di una maggioranza assolutamente
antidemocratica che continua a dimostrare dispregio nei confronti della volontà dei cittadini.”

In realtà il fallimento è in parte additabile al Presidente della I Commissione ARS Antonello Cracolici, che nonostante conoscere le legittime aspettative dei comuni siciliani, che hanno liberamente scelto, si è trincerato dietro la falsa scusa di dover recepire in tutta fretta la Legge del Rio (L 56/14). Ieri il Parlamento ha dimostrato ancora una volta che non c’è fretta.
Sono trascorsi 24 mesi dalla Legge R. 7/13, ma se ne discuteva da molti mesi prima. Si è fatto tutto con estrema calma, ora ci saranno nuovi commissariamenti, fino al 30 giugno, e già sappiamo, che fino al 20 giugno tutto procederà con calma, per accelerare di colpo solo gli ultimi giorni.
Ora c’è il tempo per rimediare, c’è tempo per il rispetto delle regole, della libertà, della democrazia. Diversamente, giungeremo allo scontro legale, e quello che è avvenuto e sta avvenendo in Sicilia, difficilmente potrà essere coperto dalle istituzioni italiane ed europee.

Certo, in tutto ciò, un grande aiuto avrebbe potuto darlo la stampa regionale, semplicemente facendo passare la moltitudine di iniziative condotte da questi attivissimi territori, ed invece, aldilà della stampa locale, con una sola eccezione nell’ultimo anno (La Sicilia venerdì 3 aprile 2015, pag. 3), nessuna testata o emittente si è curata di diffondere in tutta la Sicilia le proteste, iniziative e quant’altro promosso in difesa della libertà di scelta e della democrazia, mentre invece, ampia diffusione hanno avuto le notizie diffuse dai parlamentari contro le libere scelte delle città siciliane.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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