mercoledì 1 giugno 2016

Mio padre figlio di una generazione operaia che ha lasciato l'Italia meglio di come l'ha trovata


Rosario Sella, classe 1934, è uno dei tipici personaggi della classe operaia italiana che tra gli anni '50 e '80 hanno fatto del lavoro e della famiglia i pilastri portanti della loro vita. 
Uomo semplice, la sua vita è l’identikit dell'operaio medio italiano, quelle generazione che ha lasciato ai propri figli un'Italia migliore di quella che ha trovato nel dopoguerra.
E’ il terzo di 10 figli e sin da bambino lavora con il padre ed i fratelli più grandi nella gestione della fornace di famiglia di contrada Colla da tutti conosciuta come “u stazzun da Codda”. Dopo la chiusura della fornace emigra per 6 anni in Germania dove lavora presso una fabbrica metalmeccanica. Torna in Italia trentenne per sposarsi con Biagia Germanà. Comincia a lavorare nella cartiera della Siace dove insieme agli altri lavoratori mette in atto scioperi e manifestazioni operaie per scongiurare il licenziamento. Entra in cassa integrazione negli anni '80. In quel periodo è un attivista del PSI. Per mantenere agli studi i suoi figli, Agostino ed Antonino, svolge i lavori più umili come quello di semplice operaio nei frantoi durante i periodi della vendemmia e della raccolta delle olive. Nel 1981, insieme al fratello Salvatore, con un prestito, acquista il Jolly Bar, storico locale degli sportivi armerini. La gestione del bar gli permette di estinguere il debito, far concludere gli studi ai propri figli e costruirsi la casa in campagna. Nel 1999 vende il bar e conclude la propria attività lavorativa facendo il bidello nelle scuole e l’usciere all’ex Inam, il poliambulatorio dell’Asl 4. Passa gli ultimi anni della sua vita in pensione coltivando la passione per la campagna, la lirica, i nipoti e le lunghe passeggiate nella Piazza Generale Cascino luogo di ritrovo per molti esponenti della sua generazione.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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