domenica 23 dicembre 2007

Lo Verme vuol dire fiducia.

di Carmelo Nigrelli.

da www.piazza-grande.it

La scarna cronaca della seduta consiliare del 21 dicembre nella quale si è discussa la mozione di sfiducia al Sindaco pubblicata sul sito del Comune non lascia trasparire nulla della tensione che, invece, quel pomeriggio aleggiava pesantemente anche tra il folto pubblico che assisteva alla seduta in piazza Garibaldi davanti al maxischermo proprio accanto ai locali del Circolo di cultura dove si svolgeva un reading di letteratura.
12 a 7, dunque, con un consigliere, Lo Verme, che con la sua assenza strategica ha determinato il risultato della votazione. Chi ha vinto? Chi ha perso?
Difficile dirlo, ma vale la pena di fare alcune riflessioni.
Il Sindaco è rimasto aqquartierato a Sala delle Luci e, a questo punto, vi rimarrà - a meno di colpi di scena di cui è capace - fino alla primavera del 2009. Rimane, però, ancora senza maggioranza in Consiglio e senza progetti seri e concreti per il futuro della città.Il Partito Democratico è tornato provvisoriamente unito e può cominciare a guardare alle imminenti scadenze politiche interne: entro il 31 gennaio dovranno essere eletti i dirigenti del partito a livello locale con procedure sulle quali tornerò in seguito. Le posizioni critiche di Lina Grillo e Pino Venezia mi sembrano legittime e corrette: il PD, a dispetto del nome, appare per il momento tutto tranne che un luogo di dibattito democratico. Non si capisce chi prende le decisioni e chi controlla.
Il Movimento per l'Autonomia perde un terzo dei consiglieri, ma la sua precedente crescita sembrava "drogata" dalla corsa al carro dei vincitori. Se manterrà - la forma dubitativa è d'obbligo - un gruppo di quattro consiglieri compatti e saprà costruirsi un ruolo politico in città, potrà giocare le sue carte già nei prossimi mesi.
Forza Italia perde il suo esponente più significativo dal punto di vista elettorale e l'unico consigliere comunale: Mattia e Falcone non potranno rimanere nel neodefunto partito azzurro, né potranno facilmente entrare nella nuova formazione berlusconiana alla quale, probabilmente, convergeranno i due espulsi dal MPA e qualche altro indipendente.
Una situazione che si può definire caotica solo eufemisticamente e il cui prezzo paga e continuerà a pagare la città che versa in uno stato di profonda crisi.
Sullo sfondo le prossime elezioni provinciale che si terranno a primavera. Il sindaco si candiderà alla Presidenza per vendicarsi dell'affronto del MPA che proporrà un suo uomo alla più alta carica del territorio? Mattia lascerà senza combattere il Consiglio provinciale che lo ha visto protagonista per cinque anni o abbandonerà il centro destra irriconoscente convergendo su un progetto politico diverso? Il PD riuscirà a uscire da questa troppo lunga e tormentata fase di nascita con una leadership cittadina finalmente riconosciuta e autorevole che porti anche alla giusta affermazione provinciale?
Come si vede, la mancata approvazione del documento di sfiducia non fornisce alcuna risposta, ma pone numerosissime domande. Chi ha perso allora?
La città. Purtroppo.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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