Piazza Armerina. Dopo oltre cinque ore e mezza di seduta Prestifilippo resta a cavallo. Non passa infatti la mozione di sfiducia per un solo voto. A votare per mandare a casa il sindaco sono stati in dodici consiglieri, uno in meno dei tredici necessari. Ago della bilancia è stato Vittorio Lo Verme, che non si è presentato in aula, facendo mancare il voto decisivo per mandare a casa Prestifilippo. A votare favorevolmente alla sfiducia sono stati i consiglieri del PD, Grillo, Incardona, Ribilotta, Capizzi, Venezia e Cimino, il socialista Miroddi, il forzista Falcone, e quattro consiglieri dell’Mpa Volturo, Manuella, Trebastoni e Fioriglio. A votare a favore del sindaco invece 7 consiglieri: i due dell’Udc, Filetti e Lantieri, Cammarata di AS, gli indipendenti Cursale, Anzaldi e Paternicò, e Giovanni Scollo ex capogruppo dell’Mpa. La sfiducia in aula ha ancora una volta provocato sconquassi nel panorama politico locale. L’Mpa riduce la sua compagine consiliare che passa da 6 a 4 consiglieri. Colianni e Bruno hanno infatti comunicato l’espulsione immediata dal partito di Scollo e Lo Verme che non si sono allineati con le posizioni del partito. La discussione è stata interminabile. Quasi tutti i consiglieri sono intervenuti. Dopo quelli di centro sinistra è stata la volta dei consiglieri più vicini a Prestifilippo. Giovanni Scollo, che per non aver votato la sfiducia è stato espulso dal partito, ha spiegato le ragioni delle sue posizioni legate, secondo lui, al bene della città. Accorato anche l’intervento di Rosario Paternicò, da poco fuoriuscito dall’Udeur, che ha preso le difese del sindaco sostenendo che in un momento così importante “la città non può essere lasciata senza amministrazione”, raccomandando però al sindaco di risolvere subito problemi importanti per la città come quello dell’ospedale. Basilio Fioriglio, ex presidente del consiglio, in un intervento di oltre venti cartelle, si toglie - dice - “i sassolini dalle scarpe”. Il suo intervento ha contenuto non solo le ragioni del suo no a Prestifilippo ma anche altre questioni legate a precedenti vicende politiche. Alla fine, verso mezzanotte, la telenovela sfiducia si conclude con la votazione nominale. C’è una sola sorpresa. Elisa Volturo decide di seguire le indicazioni dell’Mpa e votare la mozione ritirando la firma apposta il giorno prima al documento di fiducia al sindaco. Ma nonostante la scelta della Volturo non si arriva ai 13 voti necessari per mandare a casa il sindaco. Prestifilippo sorride per averla fatta franca. Governerà fino a fine legislatura.
Agostino Sella
Agostino Sella