lunedì 19 maggio 2008

Ancora sulle progressioni verticali. Di Giorgio replica a Mirci

A distanza di qualche giorno dalla pubblicazione di alcune mie succinte riflessioni sulle progressioni verticali in atto pendenti presso il Comune di Piazza Armerina, sono oggi costretto a ritornare, sia pure con colpevole ritardo, sulla res controversa, sollecitato da una serie di improprie considerazioni avanzate dal rappresentante sindacale UIL Mauro Mirci.
A dire il vero, appare fin troppo eufemistico definire improprie considerazioni le affermazioni del predetto Mirci, il quale, in più punti del testo pubblicato sul sito di Agostino Sella, ha posto in essere in realtà un superficiale e a tratti sarcastico attacco alla mia persona, usando le stesse argomentazioni che qualcuno aveva divulgato a mio discredito (ma senza tanta fortuna visti i risultati) nelle fasi più concitate della passata campagna elettorale.
Mi riferisco, in particolare, alla presunta mia volontà di occupare la carica di Dirigente della Polizia Municipale, cosa che giustificherebbe il mio intervento ed il mio interesse in questa materia.
Coloro che mi conoscono sanno con certezza che occuperei quella carica in qualunque altro Comune tranne che in quello di Piazza Armerina, appurato che gli operatori di P. M. – nella mia personale concezione, che però non pretendo di estendere a nessun altro – non sono dei comuni dipendenti comunali, in quanto non operano pro parte, ma pro veritate, esercendo anche delle delicatissime funzioni quali agenti di P. G. e quali titolari di potestà repressiva annonaria, demaniale, ambientale, metrica e stradale.
Quel difficile lavoro esige pertanto - e sottolineo ancora a mio avviso – una indipendenza di pensiero e un’assenza di condizionamenti sociali che la mia persona non sarebbe in grado di assicurare alla collettività armerina.
Ma l’aver insinuato, sia pure fra le righe, questa ridicola convinzione non costituisce l’aspetto più allarmante dell’intervento del rappresentante UIL.
Ben altre sono le ragioni che mi portano a ritenere non poco aberrante questa decisa presa di posizione in favore dell’avvio delle progressioni verticali.
Il sindacato UIL, infatti, a differenza di altri gruppi presenti in RSU, è stato quello che è mancato completamente nella fase di difesa di alcune categorie di lavoratori, in particolare i dipendenti precari del Comune, i quali sono stati completamente ignorati senza che mai fosse presentato un valido ed efficiente piano di fuoriuscita dal lavoro precario.
Ma oltre a danneggiare i dipendenti precari, queste progressioni verticali dalla UIL così strenuamente difese sono penalizzanti anche per gli stessi dipendenti di ruolo, in quanto non sono previste, nell’immediato, delle procedure per coprire i profili professionali necessari per fare ripartire la macchina amministrativa.
Sotto questo profilo, proprio la figura dell’Agente di P. M. (c. d. fascia C), necessaria per rafforzare quella polizia di prossimità che da qui a poco sarà interessata da tanti gravosi compiti su iniziativa del costituito Governo centrale, non è interessata affatto da questo processo di progressione verticale.
Ciò costituisce un errore, in quanto uno sviluppo del genere avrebbe consentito di liberare qualche settore ingolfato di personale e contemporaneamente rafforzare l’area di vigilanza (con il passaggio di qualche dipendente dalla fascia B alla C).
Piuttosto, questa progressione verticale interessa per lo più i dipendenti che, già in fascia C, ambiscono a passare nella fascia D, con il risultato di creare tanti generali senza esercito e con l’effetto di non rendere all’utenza alcun vantaggio che non sia la mera promozione (giuridica ed economica, quest’ultima a seguito della progressione orizzontale) dei dipendenti interessati.
Noi tutte queste cose le abbiamo dette in occasione di una recente assemblea sindacale, nel corso della quale – oltre ad un maldestro tentativo di interruzione, per fortuna scongiurato – abbiamo anche parlato della necessità di istituire le 35 ore per i lavoratori turnisti, la banca delle ore, un piano di fuoriuscita dal lavoro precario ecc..
Queste cose, come lo stesso ex Sindaco Prestifilippo potrà attestare, e come io stesso in ogni caso posso a richiesta documentare, sono da noi state oggetto di interventi scritti in tutte le sedi, senza mai essere state esitate dalla classe politica.
Mi piacerebbe sapere cosa ha fatto la UIL in relazione a queste problematiche, e, a titolo di esempio, quante volte si è battuta per l’attuazione delle 35 ore settimanali, per la banca delle ore, e per tutte quelle altre giuste rivendicazioni che i lavoratori hanno avanzato grazie al SULPM.
Ma c’è un’altra ragione per la quale ho avuto modo di censurare questo improvviso interesse del Commissario verso l’avanzamento delle progressioni verticali.
Infatti, come certamente il rappresentante UIL non ignora, la fase dell’avvio e della conclusione delle procedure selettive darà sicuramente origine ad una serie di ricorsi amministrativi e giurisdizionali che saranno avanzati dal personale ritenutosi – a torto o a ragione, non sta a me dirlo – illegittimamente escluso ovvero illegittimamente penalizzato.
Non sarebbe pertanto più opportuno che a gestire una tale fase sia ab origine un Sindaco eletto dai cittadini e quindi un’istituzione pienamente rappresentativa della volontà popolare, piuttosto che uno sconosciuto burocrate nominato dalla Regione?
Anche la ex Giunta Prestifilippo saggiamente (e sottolineo il termine saggiamente in quanto noi siamo quelli che da sempre riconosciamo, ove vi siano, i meriti agli avversari, qualunque sia il pregiudizio che possa derivarne) rinviò, stante l’approssimarsi della gestione commissariale, le predette progressioni verticali di ben sei mesi, con la delibera n. 74/08.
Peccato che a questa opportuna delibera sia seguita la determinazione n. 7/08 del Commissario, la quale ha revocato la sospensione posta in essere con la predetta delibera n. 74/08, ignorando il fatto che la stessa era promanante da un organo che, sia pure oramai al termine, era pur sempre espressione della volontà popolare.
Questi passaggi sono imbarazzanti e creano una profonda inquietudine, anche perché ancora oggi non sono riuscito a capire quale sia la logica che presiede questi scampoli di attività, specie se si considera che, da un lato, siamo a meno di un mese dall’elezione di un nuovo Sindaco che sarà nuovamente espressione della volontà popolare, e che, dall’altro, non vi sono ragioni di necessità ed urgenza che giustificano l’avvio immediato di questo iter.
Queste sono alcune delle motivazioni, e nemmeno le più gravi, per le quali ho ritenuto e continuo a ritenere questo processo di verticalizzazione fuorviante (termine sgradito al sindacalista UIL, ma che nelle mie intenzioni voleva solamente suggerire l’idea che la via maestra dell’efficienza amministrativa era stata abbandonata).
Ma c’è un’ultima considerazione che mi spinge ad intervenire per censurare il prefato intervento; una ragione che spero il predetto Mauro Mirci contribuisca a fugare con un atteggiamento futuro più consapevole non solo del suo ruolo di rappresentante sindacale ma, prima e ancora di più, della sua funzione di dipendente comunale.
A mio avviso l’RSU che sia anche dipendente comunale, a differenza del rappresentante dei lavoratori chi non è impiegato nell’ente, non può mai dimenticare quel generale dovere di correttezza, sancito dalla prassi e anche dal necessario rispetto istituzionale, che gli impone di esercitare il suo mandato compiendo sulle attività amministrative civiche solo (ove necessaria) un’azione di censura sindacale, e mai un’opera di qualificazione politica.
Con la sua affermazione secondo cui: “Col senno di poi, si potrebbe affermare che anche l'amministrazione Prestifilippo ha bandito le progressioni verticali a fine mandato. Se si realizzerà il desiderio di Di Giorgio, cioè che di questa procedura si occupi la prossima amministrazione (sindaco Mattia?), be', allora c'è da attendersi che la tradizione sia rispettata e di progressioni verticali si riparlerà alla prossima campagna elettorale per le comunali. Nel 2013, se il nuovo sindaco durerà tanto. .” ella, forse involontariamente, ha clamorosamente sconfinato quel limite marcato e ben visibile che separa le due sfere sopra indicate, scivolando fragorosamente sulla buccia di banana del risentimento e della ostilità preconcetta.
Quel Giuseppe Mattia che a lei risulta essere tanto indigesto, gentile sig. Mirci, le posso assicurare, con la certezza datami da una conoscenza più che decennale del giovane rappresentate MPA, saprà rimettere ordine in questo guazzabuglio amministrativo, favorendo una politica delle opportunità che assegni a tutti coloro che lo meritano (e fra questi è certamente compreso anche lei, malgrado mostri tanta diffidenza) quelle funzioni necessarie per fornire all’utenza servizi corrispondenti all’esosa quantità di tasse corrisposte all’erario.
Favorire un sistema delle opportunità è un obiettivo di tutti; favorire un sistema che possa coniugare le opportunità individuali a quelle collettive non sempre invece è stato oggetto di una seria riflessione politica e – mi sia permesso di dirlo – anche sindacale.
In ogni caso, concludo ringraziandola per il contributo al dibattito amministrativo che comunque deriva dalle sue affermazioni e per il coraggio, se non altro, di aver espresso un pensiero attribuendosene apertamente la paternità.

A conclusione di queste considerazioni desidero dare rivolgere un saluto a quel gruppo di persone che con me hanno condiviso l’esperienza dell’Associazione Notarbartolo e del Sindacato Unitario dei Lavoratori della Polizia Municipale. È noto il vincolo di amicizia, ma anche la comune condivisione di valori e di proposte programmatiche che mi legano a Giuseppe Mattia, assieme al quale ho affrontato numerose battaglie politiche, molte delle quali sono nate per reagire al vuoto di tutela che per tanto tempo ha afflitto la nostra città, e tante delle quali si sono concluse con risultati positivi per la comunità armerina.
Oggi che questo progetto politico è nato per cambiare finalmente il volto al nostro Paese, e facendone io parte in qualità di coordinatore di una lista civica, per spirito di correttezza e lealtà non posso continuare ad esercitare le funzioni di rappresentante sindacale SULPM e di Presidente dell’Associazione Notarbartolo, appurato che a queste due realtà sociali sono legate anche componenti che non vogliono far parte di alcun gruppo politico.
Perciò a tutti loro un saluto ed un ringraziamento per l’affetto ed il sostegno fornitomi in questi mesi, specie nei momenti più difficili, durante i quali abbiamo dovuto prendere decisioni gravose ed impopolari avendo però sempre come unico orizzonte la rinascita di Piazza Armerina.
Piazza Armerina, 16/05/2008.
Filippo Andrea Di Giorgio.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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