Piazza Armerina. Una è finita in ospedale per un malore due erano sul tetto del comune e minacciano di uccidersi. Le altre occupavano una delle sale del comune. E’ la sintesi della mattinata di fuoco che hanno passato ieri le lavoratrici dell’Ares. Sul tetto ci sono finiti Enrica M. e Rino A., unico maschio dei 24 ex lavoratori, entrambi monoreddito. Senza il lavoro sarebbero nei guai veri. Enrica è vedova ed ha un figlio. Verso le 10 non c’è l’ha fatta più. Ha aperto un botola in una stanza del comune ed è salita sul tetto insieme a Rino. Nel giro di 5 minuti sono arrivati tutti: polizia, carabinieri, vigili del fuoco. Tutti hanno cercavano di convincerli a scendere. In mattinata è arrivato anche il vescovo Michele Pennisi. Ma Enrica e Rino volevano il commissario Nunzio Crimi ed un suo documento che gli assicurava la ripresa del servizio. In tarda mattinata poi tutto è rientrato. Rita Mobilia, segretario provinciale della Fisascat, è riuscita ad ottenere un tavolo prefettizio ed una lettera del segretario del comune che su mandato del commissario Crimi si impegna oggi a riprendere la procedura per la gara d’appalto. Dopo la lettera del dottoressa Ferro i due lavoratori sono scesi dal tetto. Orami quello delle ex lavoratrici della cooperativa ARES è una calvario che dura da settimane. “Non so come campare mio figlio – dice Enrica – sono vedova e non ho più un lavoro e non mi posso neanche pagare le bollette. Non me ne andrò da qui fino a quando non ci rinnoveranno il contratto”. Le lavoratrici occupano, ormai, in pianta stabile il terzo piano del comune. “Qualche dirigente – dice una di loro - passa e abbassa gli occhi. Ogni tanto qualche politico viene e portare solidarietà. Qualcuno è stato sincero con noi mentre qualcun altro ha addirittura alzato la voce. Le lavoratrici in agitazione sono le stesse che un paio di settimane fa hanno inoltrato un esposto agli organi di polizia nel quale hanno denunciato alcuni uomini politici locali di far loro pressioni per il voto in cambio della continuazione del servizio agli anziani. “E’ possibile che questa vicenda freni il rinnovo – dice una di loro – ma noi ci siamo comportate da persone oneste e questo è quello che conta”. In questo momento ben 170 anziani piazzesi sono senza servizio domiciliare. “Una mia assistita – dice una di loro – non si fa il bagno da 15 giorni perché nessuno può lavarla. Altri non possono farsi la spesa. Loro forse soffrono più di noi”. Sono tutte compatte, le lavoratrici dell’Ares, e vogliono con forza riconquistare il loro lavoro, continuando a lottare. “A costo anche di perdere la vita”, dicevano Enrica e Rino ieri mattina sul tetto del comune.
Agostino Sella
Agostino Sella