Operazione Antimafia “Game Over”: la Polizia di Stato di Enna, a seguito di articolate e complesse indagini dirette dalla Procura della Repubblica – D.D.A. di Caltanissetta, sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Caltanissetta, nei confronti di 6 persone, facenti parte di “Cosa Nostra” della Provincia di Enna.
L’operazione “Game Over” è da considerarsi quale ulteriore sviluppo delle precedenti denominate “Green Line” e “Old One”, a seguito delle quali, tra i mesi di giugno e luglio 2009, la Squadra Mobile di Enna ha tratto in arresto 22 persone per reati di mafia, estorsione ed altro, tra le quali il Capo Provinciale di “Cosa Nostra” Ennese, Salvatore Seminara, il suo braccio destro Tano Drago ed il referente per la famiglia di Enna Giancarlo Amaradio.
Gli odierni arrestati, infatti, appartengono alla medesima organizzazione mafiosa ed hanno operato in posizione subordinata o comunque di supporto rispetto a quella dei citati personaggi di sicuro spessore criminale e già colpiti da misura cautelare.
Le indagini svolte hanno accertato come gli interessi di “cosa nostra” ennese andassero dalla gestione degli appalti pubblici ad altre attività illecite, quali la gestione di bische clandestine, responsabili dei delitti per come appresso specificato:
- Giuseppe Stella, inteso “Pippo”, nato a Raddusa nel 1965, residente a Piazza Armerina, manovale, pregiudicato;
- Angelo Maria Gloria, nato ad Enna nel 1972, ivi residente, imprenditore edile, pregiudicato;
- Salvatore Stella, nato a Raddusa nel 1966, ivi residente, manovale, pregiudicato;
- Pietro Stella, nato a Raddusa nel 1962, ivi residente, manovale, pregiudicato;
- Calogero Silvio La Malfa, inteso “Gerry”, nato a Piazza Armerina nel 1959, ivi residente, impiegato presso l’Ufficio Regionale per l’incremento turistico, incensurato;
- Ivano Antonio Di Marco, nato a Catania nel 1973, residente a Raddusa, domiciliato a Montalto di Castro (VT), operaio, pregiudicato.
Indagati
Stella Giuseppe e Di Marco Ivano Antonio
A) In ordine al delitto di cui all’art. 416 bis c.p. comma I, III, IV, VI, perché in provincia di Enna, facevano parte -sotto la direzione, quale vertice, di Seminara Salvatore- dell’associazione denominata “Cosa Nostra”,
Accertato in provincia di Enna fino al settembre 2009.
Gloria Angelo Maria
B) In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 110, 416 bis c.p. perché concorreva all’attività dell’associazione mafiosa di cui al capo A), mettendo a disposizione della famiglia di “Cosa Nostra” di Enna la sua qualità di imprenditore per favorirne l’attività, tra l’altro occultando la disponibilità da parte dell’organizzazione di somme di denaro, facendo da intermediario tra la famiglia e le ditte che eseguivano lavori pubblici, organizzando incontri tra esponenti mafiosi di vertice.
Accertato in Enna fino al luglio 2009.
Stella Salvatore e Stella Pietro
C) In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 110, 416 bis c.p. perché concorrevano all’attività dell’associazione mafiosa di cui al capo A), mettendosi a disposizione di “Cosa Nostra” di Enna ed in particolare dei suoi vertici, rappresentati da Seminara Salvatore e Drago Gaetano, per collaborare il fratello Giuseppe Stella prima e Di Marco Ivano dopo, nella gestione materiale di una delle attività illecite dell’organizzazione, ossia l’esercizio del gioco d’azzardo abusivo.
Accertato in Enna fino al luglio 2009.
La Malfa Calogero Silvio
C) In ordine al delitto p. e p. dagli artt. 110, 416 bis c.p. perché concorreva all’attività dell’associazione mafiosa di cui al capo A), mettendo a disposizione di “Cosa Nostra” di Enna ed in particolare dei suoi vertici, rappresentati da Seminara Salvatore e Drago Gaetano, la struttura dell’agriturismo sito in territorio di Piazza Armerina (EN) per una delle attività illecite dell’organizzazione, ossia l’esercizio del gioco d’azzardo abusivo, oltre che per incontri tra esponenti mafiosi, ed altresì consentendo il reimpiego di capitali mafiosi nell’attività agrituristica esercitata ed infine contribuendo al sostegno economico degli affiliati detenuti.
Accertato in Enna fino al settembre 2009.
L’operazione “Game Over” è da considerarsi quale ulteriore sviluppo delle precedenti denominate “Green Line” e “Old One”, a seguito delle quali, tra i mesi di giugno e luglio 2009, la Squadra Mobile di Enna ha tratto in arresto 22 persone per reati di mafia, estorsione ed altro, tra le quali il Capo Provinciale di “Cosa Nostra” ennese, Salvatore Seminara, il suo braccio destro Tano Drago ed il referente per la famiglia di Enna Giancarlo Amaradio.
Gli odierni arrestati, infatti, appartengono alla medesima organizzazione mafiosa ed hanno operato in posizione subordinata o comunque di supporto rispetto a quella dei citati personaggi di sicuro spessore criminale e già colpiti da misura cautelare.
Gloria Angelo Maria
Ha concorso stabilmente alle attività di Cosa Nostra, in particolare della famiglia di Enna, dalla quale riceveva vantaggi e sostegno alla sua attività imprenditoriale.
Sono stati, infatti, accertati alcuni episodi che cristallizzano il concorso stabilmente offerto dallo stesso all’attività del sodalizio criminale.
È proprio Angelo Maria Gloria che ha occultato la somma di 5.000,00 euro che erano stati consegnati ad Amaradio Giancarlo (che difficilmente avrebbe potuto giustificarne la provenienza), in occasione di un controllo di Polizia a seguito del quale lo stesso Amaradio fu tratto in arresto per la violazione della sorveglianza speciale, mentre, unitamente al Gloria si trovava fuori dal territorio comunale di Enna.
In altre occasioni ha organizzato personalmente incontri tra esponenti mafiosi di primo piano, evitando che gli stessi si dovessero mettere direttamente in comunicazione, così aiutandoli ad eludere ogni tipo di controllo o investigazione da parte delle Forze di Polizia nei loro confronti.
Ha, inoltre, svolto un ruolo di intermediario tra l’organizzazione mafiosa ed una ditta che effettuava lavori edili a Piazza Armerina, presso il sito della Villa Romana del Casale, alla quale doveva essere imposta l’assunzione di Stella Giuseppe e la scelta dei fornitori; a quest’ultimo proposito Gloria, qualificandosi come soggetto in grado di gestire “le situazioni”, in un primo momento ha cercato di imporre se stesso quale fornitore di calcestruzzo, evitando, così, problemi al cantiere e poi ha cercato di favorire l’impresa di altro soggetto già condannato con sentenza definitiva per appartenenza a Cosa Nostra per forniture di inerti.
Altro importante elemento fortemente sintomatico del suo legame con la famiglia mafiosa è costituito dalla circostanza che l’intera famiglia di Cosa Nostra si adoperava per risalire ai responsabili del furto di un suo escavatore ed arrivava a risarcirlo, in qualche misura del danno subito, a conferma di una sorta di rapporto di “assicurazione” esistente tra Gloria e l’organizzazione mafiosa.
Stella Giuseppe
A suo carico sono emersi molteplici elementi in ordine all’inserimento nell’organizzazione Cosa Nostra, all’interno della quale il suo ruolo principale era di occuparsi della gestione di “case da gioco” clandestine, uno dei settori di attività mafiosa gestiti dal Seminara Salvatore e dal Drago Gaetano, anche nella provincia di Enna.
Il legame tra lo Stella ed il Seminara, si era già evidenziato nella vicenda relativa all’appalto relativo alla costruzione di un parcheggio presso la Villa Romana del Casale; nell’occasione l’assunzione dello Stella era stata imposta, proprio sul presupposto del vincolo che lo legava al Seminara, con l’intermediazione di Angelo Maria Gloria.
Successivamente le indagini permettevano di evidenziare l’attività che lo Stella svolgeva per conto del Seminara sin dal 2007, in seno alla gestione delle case da gioco; in particolare nel 2009 assumeva la gestione di una casa da gioco organizzata presso un agriturismo di Piazza Armerina, dove, in vari giorni della settimana, tra le ore 18:00 e le ore 22:00, si svolgevano “riunioni” con con la partecipazione mediamente tra venticinque/quaranta persone.
Nel giugno del 2009, Seminara e Drago sostituivano lo Stella con altro soggetto che ritenevano, evidentemente, più meritevole di fiducia, tale Di Marco Ivano, poiché lo stesso Stella, durante la gestione della bisca aveva fatto “la cresta” sui guadagni di “Cosa Nostra”.
Lo stesso Stella riferiva ai fratelli che era stato convocato ed esautorato dalla gestione della bisca clandestina direttamente dal Seminara, in quanto sospettato di sottrarre parte dei proventi, derivanti da tale attività illecita e destinati alla “famiglia”; Seminara gli aveva proibito anche di recarsi nel luogo ove veniva tenuto il gioco d’azzardo, stabilendo, altresì, che la bisca doveva essere gestita da Di Marco Ivano, coadiuvati da Salvatore e Pietro Stella.
Anche se estromesso dall’attività di gestione della bisca di Piazza Armerina, Stella continuava ad operare per conto del Seminara, secondo quanto da lui stesso affermato in una conversazione con il fratello Salvatore, poiché incaricato di “girare” per altre cose.
Anche in precedenza, in più occasioni lo Stella aveva presenziato o anche organizzato degli incontri e dei summit mafiosi ai quali aveva partecipato anche il Seminara ed aveva dato la sua disponibilità a “girare” per conto del Seminara.
In particolare, in data 17 gennaio 2008, partecipava ad un incontro a Pergusa tra Seminara ed altri indagati, fra i quali Gloria Angelo Maria, mentre nel 2009 organizzava un summit con la partecipazione di Amaradio Giancarlo e del Seminara Salvatore
Stella Pietro e Stella Salvatore
I fratelli di Stella Giuseppe, Salvatore e Pietro, contribuivano alla attività illecita dell’organizzazione mafiosa facente riferimento al Seminara, prima collaborando il fratello Giuseppe nella gestione della Casa da Gioco, poi collaborando, seppure per un lasso di tempo brevissimo, con Di Marco Ivano nella medesima attività.
Emergeva dale indagini che Salvatore Stella aveva anche il compito di registrare i nominativi dei debitori e gli importi dovuti e che fino al 17 giugno, giorno dell’irruzione della Polizia, aveva lavorato per la casa da gioco.
Il 17 giugno, poco prima dell’irruzione della Polizia, Stella Salvatore controllava l’andamento degli affari della bisca e informava il fratello Giuseppe.
In data 17 giugno 2009 alle ore 19:15 personale della Squadra Mobile di Enna faceva irruzione presso la citata bisca, interrompendo il gioco in corso (“baccarà”), al quale partecipavano circa trenta persone provenienti da varie località della Sicilia, e sequestrando circa 27.000,00 euro in contanti e 22.000,00 euro in assegni rinvenuti sul tavolo da gioco e addosso ai giocatori.
Al momento dell’irruzione erano presenti Di Marco Ivano, Stella Pietro, Stella Salvatore.
La Malfa Calogero Silvio
La Malfa Gerry concorreva all’attività di Cosa Nostra, mettendo a disposizione dell’organizzazione mafiosa, per il gioco d’azzardo, la struttura dell’agriturismo, formalmente intestato alla moglie.
Inoltre, si associava con Drago e Seminara nell’attività dell’agriturismo, ricevendo il sostegno economico, sia per fronteggiare i debiti, sia favorendo il reimpiego in attività lecite di denaro di pertinenza del Seminara e del Drago e pertanto di dubbia provenienza.
È risultata, inoltre, evidente la volontà di favorire gli esponenti mafiosi di vertice e di occultare la riconducibilità agli stessi dell’organizzazione del gioco in occasione del blitz del 17 giugno 2009. Tant’è che immediatamente, durante il blitz della polizia delle ore 19:00 del 17 giugno, La Malfa Calogero Silvio informava immediatamente Stella Giuseppe e Drago Gaetano di quanto stava accadendo e quindi chiedeva loro come comportarsi.
Le indagini comprovavano il fatto che Seminara e Drago erano compartecipi nell’attività agrituristica. Emergeva, infatti, che nel febbraio 2009 Drago Gaetano faceva avere a La Malfa 12.000,00 euro di pertinenza sua e del Seminara.
Il sostegno economico fornito da Cosa Nostra a La Malfa, trovava conferma nella circostanza che Drago e Seminara si comportavano in varie occasioni alla stregua di soci nell’attività agrituristica.
Dalle indagini era possibile accertare che la società di fatto tra Drago, Seminara e La Malfa nella gestione dell’agriturismo stava per trasformarsi in una società ufficialmente costituita, nella quale la percentuale riconducile a Seminara e Drago, avrebbe dovuto essere rappresentata da un prestanome.
Lo stesso Drago, dopo il suo arresto, indicava La Malfa come la persona più adatta a gestire l’agriturismo, in attesa della sua scarcerazione, dimostrando implicitamente il suo diretto interesse in quell’attività economica.
Dopo l’arresto di Drago e Seminara, eseguito il 14 luglio 2009, La Malfa dava sostegno economico agli associati detenuti, su sollecitazione del Di Marco, consegnando 3.000,00 euro per gli stessi.
Di Marco Ivano Antonio
Le indagini hanno accertato una serie di comportamenti inequivocabilmente indicatori della intraneità all’organizzazione Cosa Nostra di Di Marco Ivano Antonio, pregiudicato di Piazza Armerina, e della sua posizione, quale uomo di fiducia di Seminara e Drago.
Di Marco sostituiva Stella Giuseppe nella gestione della bisca di Piazza Armerina, poiché ritenuto molto più affidabile dello Stella.
Era stato proprio il Di Marco a convocare Stella Giuseppe presso l’autosalone del Drago, dove gli veniva comunicata da Seminara, la revoca dell’incarico di gestione della bisca.
Era stato proprio Di Marco ad informare il Seminara di appropriazioni indebite di denaro dalla cassa della casa da gioco di cui si sarebbe reso responsabile lo Stella Giuseppe.
Da quel momento la bisca clandestina doveva essere gestita da Di Marco Ivano, che autorizzava i fratelli dello Stella Giuseppe (Salvatore e Pietro) a continuare a svolgere le loro mansioni presso la casa da gioco.
Il 17 giugno, in occasione dell’irruzione della Polizia di Stato, Di Marco Ivano veniva trovato all’interno della bisca, unitamente ai fratelli di Stella Giuseppe.
L’attività della casa da gioco e i suoi potenziali introiti erano ritenuti di significativa rilevanza; Seminara e Drago, si lamentavano della cattiva gestione della stessa, in quanto una persona più capace ed “onesta” di Pippo Stella avrebbe fatto guadagnare 8/10 mila euro ogni due settimane.
Di Marco era legato da una rapporto di dipendenza gerarchica rispetto al Drago, e godeva della piena fiducia di costui. Subito dopo il blitz della Polizia alla casa da gioco, veniva incaricato dal Drago di una indagine interna all’organizzazione. In particolare doveva accertare se il blitz era scaturito da una “soffiata” di qualcuno a loro vicino e cercare di identificare l’eventuale “spia”.
Dopo l’arresto di Drago, Di Marco attendeva ordini dal carcere da quest’ultimo per sapere come comportarsi.
Analogamente Di Marco, dopo l’arresto di Seminara, si metteva a “disposizione” nei confronti di una donna con la quale il boss intratteneva una relazione sentimentale, per aiutarla a fronteggiare eventuali emergenze economiche.
Il Di Marco, dopo l’arresto del Drago, era il depositario della contabilità e della cassa dell’organizzazione, nella quale erano disponibili 20.000,00 euro provento dell’attività della bisca ma anche di altre attività. Stella Giuseppe si recava da lui per chiedergli il denaro che gli sarebbe spettato. Di Marco gli ribadiva che aveva avuto ordine da Drago di non dargli nessuna somma e che comunque il quel momento tutte le risorse dovevano essere destinate agli affiliati detenuti. In ultimo, lo informava di aver avuto ordini dallo “zio” (Seminara Salvatore) di custodire il denaro e di aspettare la sua scarcerazione per risolvere eventuali questioni sospese
Dopo l’arresto di Drago e Seminara, Di Marco si occupava della raccolta di denaro per il sostegno degli affiliati detenuti; a tal fine si faceva consegnare 3.000,00 da Gerry La Malfa.
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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