martedì 18 maggio 2010

Repubblica stampa di regime?

Luigi Russo interviene sull’articolo di Agostino Sella per l’attacco di Repubblica al governatore Lombardo.

Caro Agostino, devo darti atto che spesso sai essere un grande provocatore…. di riflessioni almeno.
Specie quando fra tante analisi condivisibili , come quelle sull’ attacco al governatore Lombardo, ci metti dentro espressioni forti e apparentemente senza senso.
Definire, infatti, Repubblica “ stampa di regime” , come hai fatto nel tuo articolo, mi sembra una contraddizione in termini.
Il regime è sempre stato, per antonomasia, quello di chi governa .Oggi, dunque, il regime è quello di Berlusconi.
Dire che Repubblica sia la stampa di Berlusconi significherebbe spararla grossa. Ma tu non volevi dire questo. Hai avuto solo un lapsus freudiano.
Sì , perché certo volevi riferirti al fatto che Repubblica ha sempre difeso interessi forti di un establishment (= gruppo economico-sociale dominante ) che per mantenere il suo potere ha sempre politicamente guidato e usato interi comparti della sinistra moderata ( democristiana, socialisti craxiani, comunisti del consociativismo berlingueriano fino all’attuale PD ) che in un modo o nell’altro hanno governato per conto di questo establishment per circa quaranta degli ultimi cinquant’ anni.
Oggi il potere reale, quello economico-sociale (BANCHE innanzitutto, aziende multinazionali come ENI ENEL , grandi holding industriali , fondazioni, enti pubblici, apparati statali e territoriali ) si sta lentamente ma costantemente spostando in favore di un altro gruppo di nuovi protagonisti /antagonisti, i parvenu di Berlusconi e di tutto quel nuovo blocco, espressione di piccole, medie e grandi imprese, che partendo dal Triveneto, ha trovato e sta usando la Lega come nuova avanguardia politica dei suoi interessi economici.
Noi, pensionati, casalinghe, lavoratori dipendenti pubblici e privati , disoccupati e precari, inoccupati e studenti parcheggiati senza prospettive, noi grande massa amorfa ma elettoralmente determinante, ondeggiamo da una parte o dall’altra quasi sempre sospinti da emozioni (odio/amore- ammirazione/biasimo ) e quasi mai da interessi concreti.
Ma torniamo al tuo lapsus. Oggi, quel “ vecchio regime” di cui il giornale Repubblica è sempre stato espressione e sostegno ,quello che hai sbadatamente evocato , sta cercando con ogni mezzo di difendere il suo “ antico potere” dall’attacco della nuova coalizione economico-sociale che, attraverso l’ uso della politica (= governo), vuole soppiantarlo.
In questa lotta , che normalmente chiamiamo politica ma che di fatto è una contesa per la gestione del POTERE socio-economico ( cioè per dirla terra terra per la gestione degli AFFARI grandi e piccoli a seconda dello spessore degli attori ) , il vecchio regime ha trovato un alleato prezioso.
La Magistratura, o meglio, la sua parte più dinamica e visibile che, avendo conquistato dopo Mani Pulite un’ immagine di alto profilo , si muove da tempo, forse per suo conto, contro le intenzioni del nuovo BLOCCO ( economico-sociale ) che vorrebbe ricacciarla nel limbo dei poteri neutri e innocui. Il potere di chi svolge per la società un servizio indispensabile alla civile convivenza ma che deve tornare a farlo come prima: senza infamia e senza gloria ( al più con la gloria del sangue versato al servizio dello Stato) e comunque senza mai interferire con gli affari di chi comanda.
Il timoniere del nuovo BLOCCO di POTERE ha sfruttato al meglio le sue grandi capacità e risorse mediatiche per scalzare il vecchio regime e continua ad utilizzarle con impareggiabile abilità per consolidare il suo ruolo.
Il Vecchio Regime, ha perso l’occasione per disarmare l’avversario attraverso una mirata legge sul conflitto d’interessi.
Adesso può solo piangersi addosso. Mortificante. Ha quasi smesso di farlo.
In più, il vecchio regime non ha , all’ interno della sua classe politica di riferimento ( antica e nuova) , personalità in grado di competere sul piano “ mediatico” .
D’ Alema, Veltroni, Franceschini o Bersani non sanno polarizzare forti emozioni : né odio né amore, né simpatia né disprezzo.
Le masse, quelle di cui sopra, che sono determinanti per la vittoria di un BLOCCO sull’altro e che non votano per interessi concreti ma piuttosto per emozioni, spesso, per buona parte, non li scelgono direttamente ma più che altro per l’odio o il disprezzo verso il rivale. In ogni caso non basta.
Sono perdenti, dunque.
A questo punto, il vecchio regime avrebbe bisogno di una proposta politica forte, unitaria e soprattutto aggregante.
Lo dicono spesso ma sanno che non è facile. Anzi hanno giù sperimentato , col governo Prodi , che anche questa strada è impraticabile.
Sul piano programmatico, cioè quello delle buone intenzioni o delle promesse, si era riusciti a costruire un’alleanza di interessi, gruppi e ceti sociali che aveva vinto.
Alla prova dei fatti la coalizione, troppo eterogenea e non facilmente compattabile sulle scelte concrete, non ha retto.
Non è facile, infatti, tenere insieme quelli che lavorano e pagano tutte le loro tasse ( che forse per la prima volta, in quella occasione, sono stati ben rappresentati nella stanza dei bottoni ) con quelli che fanno affari ( grandi medi o piccoli ) le cui dimensioni dipendono molto dalle tasse che riescono a non pagare e dal lavoro delle persone che riescono a sfruttare.
Oggi, dunque, al vecchio regime non gli rimane che sostenere la Magistratura per sperare che , come nel ‘ 92, siano i giudici a fare piazza pulita del Potere antagonista.
Lo ha capito bene il solito Di Pietro che ha nel suo DNA il marchio della giustizia diventato, per meccanismo ossessivo, giustizialismo.
Lo hanno capito meglio quelli che dettano e ispirano i temi giornalistici di Repubblica che da tempo ha modificato-appiattito la sua impostazione trasformandola in una costante campagna di attacco personale e senza esclusione di colpi contro l’attuale capo del governo.
E la Sinistra? quella che ancora riesce a far politica con la passione delle idee cercando di non lasciarsi usare dal vecchio establishment oggi perdente?
Bene fa, come sta facendo, nella fucina politica siciliana, ad infiltrarsi nel Potere antagonista per attaccarne le contraddizioni, esasperarne i conflitti e sostenerne le proposte migliori.
Perché forse, solo in questo modo, scardinando dall’interno i due BLOCCHI DI POTERE contendenti, potrà nascere una forza più vicina ai bisogni e agli interessi reali della gente comune di una terra in perenne ricerca di riscatto.
Per parlarti del Partito del sud o del federalismo , aspetterò , caro Agostino, un’ altra tua nuova provocazione.
Luigi Russo.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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