Dopo oltre un mese di piogge monsoniche continue, il Pakistan è in ginocchio. Quaranta milioni di persone, su una popolazione totale di 160, sono state colpite da quella che le Nazioni Unite hanno definito ‘una catastrofe paragonabile al terremoto di Haiti e allo Tsunami del 2004’. Le alluvioni e lo straripamento dei maggiori fiumi del paese hanno portato con sè 300 mila abitazioni lasciando alle loro spalle milioni di sfollati e una scia di distruzione. Un dramma destinato a crescere nelle proporzioni dato che molte aree ancora non sono state raggiunte dagli aiuti internazionali.
Mentre le organizzazioni umanitarie cercano di allestire campi profughi e rispondere ai bisogni primari della popolazione, il rischio di epidemie e malattie è in continuo aumento. Tre milioni e mezzo sono, secondo l’UNICEF, i bambini oggi esposti al colera e ad altre malattie infettive, con centinaia di migliaia di persone che non hanno accesso all’acqua potabile.
Nonostante la scarsa attenzione mediatica dovuta al periodo di vacanze, le organizzazioni di AGIRE sono in prima linea sin dai primi giorni per rispondere ai bisogni delle popolazioni colpite. I primi racconti degli operatori sul campo delineano una situazione che necessità di una grande mobilitazione di solidarietà internazionale. Secondo le Nazioni Unite solo per rispondere alla prima emergenza saranno necessari 450 milioni di dollari, ad oggi solo 150 sono stati resi disponibili.
Vista la gravità della situazione AGIRE ha deciso di lanciare un appello di emergenza, per sostenere i progetti delle proprie organizzazioni associate e dimostrare che la tradizionale generosità dei cittadini italiani non va mai in ferie.