domenica 23 gennaio 2011

- Dopo la Santa Sede, la Cei

. Tocca domani al presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco, ieri a loungo in udienza da Papa Benedetto XVI, formalizzare la posizione della Chiesa rispetto a quanto sta emergendo sulla vita privata del Premier Silvio Berlusconi dall'inchiesta milanese sul caso Ruby, aprendo ad Ancona i lavori del Consiglio permanente della Cei. Il richiamo al "dovere di adempiere con onore le funzioni pubbliche" sancito dalla Costituzione italiana e dallo stesso Bagnasco ricordato su Berlusconi in occasione dell'affaire D'Addario è scontato. E viene ricordato dallo stesso direttore del quiotidiano della Cei 'Avvenire', Marco Tarquinio, in una intervista al 'Mattino'. "Su temi delicati come questi bisogna saper parlare chiaro: chi ha un ruolo pubblico deve avere un corretto stile di vita", dice Tarquinio su Berlusconi e il caso Ruby. E "anche in questo caso penso siano mancati disciplina e onore o, se vogliamo, sobrietà di comportamenti da parte di chi ricopre un'alta carica pubblica". E aggiunge: "E' chiaro che lo stesso vale per tutti coloro che ricoprono cariche, quindi anche per i magistrati che però non si devono attaccare solo perche' fanno il loro lavoro". D'altra parte è lo stesso Avvenire, in uno dei suoi editoriali dal titolo "una lezione ai politici di oggi e di domani" a sottolineare il valore della sentenza di condanna definitiva nei confronti dell'ex Presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro e della sua esecuzione immediata. "Questa sentenza -scrive Avvenire- parla al Paese, al di là dei fatti specifici per cjui è stato condannato. Oggi più che mai non ci possono essere alibi. Che la politica debba essere 'una casa di cristallo' è un imperativo. Di parole e proclami non sappiamo che farcene, servono davvero e solo fatti concreti. Ai politici di oggi e di domani ricordiamo bellissime parole di un uomo di fede come Rosario Livatino: 'non ci sarà chiesto se siamo stati credenti, ma credibili". Ma se il buongiorno si vede dal mattino, non sarà solo la moralità dei politici italiani nel mirino di Bagnasco. Ma anche l'informazione. "Sono un prete stufo di fango" è il titolo dell'editoriale di apertura oggi del quotidiano della Cei, che partendo dall'ultima puntata di Annozero, punta il dito contro "la satira che ferisce". "Finalmente - si legge- il giorno dopo scopro che qualcuno in Rai si è indignato. Spero solo che ora Santoro, Vauro o altri che qui non sto a dire, non si mettano a fare le vittime. E ci siano invece in tanti a farsi sentire e dire, senza ridere, che non si può continuare a infangare impunemente i preti, onesti cittadini dell'Italia e del mondo".

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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