2 luglio 2011 - “Il governo nazionale coniuga il verbo del risanamento mettendo le mani in tasca ai siciliani e all’intero Mezzogiorno mentre insiste con un federalismo ingiusto e penalizzante per il meridione, riducendo al minimo le perequazioni . La manovra da 47 mln dispiegherà effetti micidiali su bilanci della Regione, delle province regionali e dei comuni che verranno letteralmente falcidiati rendendo arduo il risanamento che stiamo portando avanti tra mille difficoltà”. Lo afferma in una nota il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, commentando la manovra annunciata dal Governo nazionale.
“Una vera e propria mazzata” la definisce il governatore siciliano che si chiede “dove si trovavano i ministri e i parlamentari siciliani quando sono stati approvati questi decreti. Oggi più che mai occorre che le Regioni del Sud facciano fronte comune”
“Nel biennio 2013-2014 – prosegue Lombardo commentando le prime analisi relative all’impatto che la manovra avrà sui conti della Regione e degli enti locali isolani – su Regioni ed enti locali graveranno tagli per ulteriori 9,3 miliardi (un quinto della manovra). In particolare, alle regioni arriveranno 5,4 miliardi in meno, di cui 2,4 a carico delle ordinarie e 3 a carico di quelle a statuto speciale (1 miliardo di euro nel 2013 e due miliardi l’anno successivo), e delle province autonome di Trento e Bolzano, che si aggiungono a quelli gia’ fissati dalla manovra del 2010. Gli altri 4,2 miliardi arriveranno dalle province (1,2 miliardi) e dai comuni (3 miliardi). La decurtazione delle risorse graverà soprattutto su Sicilia e Sardegna: il fondo sperimentale di riequilibrio e il fondo perequativo – previsti dal decreto sul federalismo municipale – sara’ ridotto di 3 miliardi, sempre nel biennio 2013-2014, rendendo squilibrato un federalismo fiscale gia’ penalizzante per il Mezzogiorno e le sue isole”.
“In particolare – continua il governatore – si prevede (art.21 ddl) che il fondo sperimentale di riequilibrio, come determinato dalla normativa sul federalismo fiscale municipale (art. 2 d.Lgs.14 marzo 2011, n. 23), nonchè il fondo perequativo (previsto dall’art. 13 del medesimo d.Lgs), ed i trasferimenti erariali, comprensivi della compartecipazione Irpef, dovuti ai comuni della Regione Siciliana e della Regione Sardegna sono ridotti di 1.000 milioni di euro per l’anno 2013 e di 2.000 milioni di euro annui per gli anni 2014 e successivi e così pure il fondo sperimentale di riequilibrio, (previsto dall’art.21 del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68) ed il fondo perequativo (di cui all’art. 23 del medesimo d.Lgs.) ed i trasferimenti erariali, comprensivi della compartecipazione Irpef, dovuti alle province della Regione Siciliana e della Regione Sardegna, nell’ambito della disciplina sul federalismo fiscale applicato alle province, siano ridotti di 400 milioni di euro per l’anno 2013 e di 800 milioni di euro annui per gli anni 2014 e successivi”.
“Comuni e province siciliane – sottolinea – dovranno così rinunciare nel 2013-2014 a circa 3,5 md di trasferimenti perequativi. Dalle simulazioni preparate dagli uffici risulta che gli obblighi di miglioramento del saldo fra entrate e uscite ammontano, per la sola Regione siciliana, a oltre 2 miliardi che si sommano ai seicento milioni gia’ previsti della precedente manovra 2010 e al miliardo di euro di tagli sul programma Fas assegnato alla Sicilia (cifra che si raggiunge con l’ulteriore decurtazione di 360 milioni), e siamo a quasi 3,6 miliardi. Se a questo sommiamo poi i tagli per comuni e province regionali, per il periodo 2011-2014, superiamo complessivamente i 7 miliardi di riduzioni di risorse statali per i siciliani.E’ un massacro, non possiamo subirlo!”