lunedì 17 ottobre 2011

Mario Conti. "Privatizziamo il verde. E' l'unica soluzione"

L’'estate è passata. Un’ altra stagione difficile è trascorsa ed è parso chiaro a tutti quanto la nostra città viva in uno stato di inerzia degradante per lo spirito e per il corpo delle persone che la abitano.
Il momento politico è delicato, vive uno stallo che non accenna ad interrompersi ed è figlio di dinamiche più o meno complesse alle quali non accennerò in questa sede.
Si ha come l'’impressione d’'essere circondati da nuvole d’'ovatta dentro cui qualsiasi movimento, anche il più banale, è di difficile esecuzione.
E'’ tutto talmente ingolfato che si sono perse di vista le priorità che una comunità come la nostra non può permettersi di far passare in secondo piano.

Ho passato ore a cercare su Internet commenti negativi di turisti venuti ultimamente in visita a Piazza Armerina e, a dire il vero, non ne ho trovati molti. C’'è da dire che non ne ho trovati nemmeno di positivi. In realtà non ho trovato commenti significativi che parlino della città di Piazza Armerina, del suo centro storico, delle sue cento chiese, dei suoi giardini curati.… Perché una cosa è leggere di Piazza sulle guide che paghiamo per pubblicizzarla e ben altro è leggere un commento di un turista che consiglia ad altri di venire a visitare le nostre bellezze.
Occorre essere franchi: Piazza Armerina non è, attualmente, una città di cui andare fieri se si pensa al suo potenziale.
Tutti dovrebbero essere quantomeno infastiditi dalle condizioni nelle quali versa questo paese che non sono degne della sua fama e che infangando la memoria di chi ce lo ha lasciato in dono.
Ci siamo spesso interrogati sui motivi che hanno portato a questo degrado, ne abbiamo parlato con l’amministrazione che, come è noto a tutti, ha lamentato la mancanza di risorse finanziarie ed umane, adducendo motivazioni a tratti incomprensibili, figlie di dinamiche politiche tutt’altro che morali.
Ebbene, il momento delle critiche è passato, un’altra stagione fallimentare è trascorsa.
Quello che voglio fortemente è non dover ripetere queste considerazioni il prossimo anno e, per questo, vorrei presentare all’amministrazione alcune semplici proposte volte alla riqualificazione di verde pubblico e arredo urbano.
L'’assessore al verde pubblico Di Prima lamenta da anni la mancanza di personale e l'’impossibilità di assumerne di nuovo. Si è sempre limitato a svolgere, e male, il suo compitino senza mai assumere nuove iniziative che, peraltro, ci si aspetterebbero da un “giovane di belle speranze” che si affaccia per la prima volta su questi palcoscenici.

Ha fallito su tutti i fronti tanto che gli è stata revocata anche la delega allo sport, finita in mano ad un “ectoplasma” che dello sport ha deciso di curarsi da un’altra dimensione. Credo che sarebbe dignitoso da parte sua rassegnare le dimissioni, per non dare adito ad alcuno di pensare che il suo unico interesse sia la poltrona su cui siede.
Chiedo con forza un suo passo indietro.
Propongo di privatizzare la cura del verde pubblico incaricando una ditta esterna che si occuperà della manutenzione ordinaria e straordinaria.
Questa soluzione consentirebbe di ovviare ai problemi che tuttora affliggono parti della pubblica amministrazione. Mi riferisco a lunghe assenze del personale causate da fantomatiche malattie o di certificati fasulli che attestano problemi di postura all’indomani dell’assunzione.
Invito l’'assessore al bilancio, quando e se mai ne arriverà uno, a valutare costi e benefici di tale proposta che, sottolineo, non comporterebbe alcun esubero di personale dato che l’ultimo dei giardinieri è appena andato in pensione.
Fatto il giardino occorre fare i cittadini educati che lo rispettino.
Mai come oggi alcuni cittadini hanno dato dimostrazione di inciviltà e disprezzo per la LORO città.
Avanza implacabile la convinzione che “ciò che è di tutti non è di nessuno”.
Questo malcostume deve essere eliminato al più presto, tornando ad insegnare a tutti un po’ di educazione civica.
Si potrebbero coinvolgere le scuole in progetti di salvaguardia dell’ambiente e del territorio attraverso la concessione di giardini o aiuole che ciascuna classe potrebbe “adottare” prendendosene cura periodicamente e lasciandole in “eredità” alle classi degli anni successivi.
E'’ chiaro che questo impegno andrebbe incentivato in qualche modo (crediti formativi etc…) per garantire un interesse, almeno in principio, da parte dei ragazzi.
La salvaguardia del territorio, che per il momento è affidata al solo buon senso dei cittadini virtuosi che a sprezzo della loro incolumità fanno il lavoro per cui qualcun altro è pagato, dovrebbe essere condivisa da più organismi.
La polizia municipale ha fra le sue mansioni quella di reprimere qualsiasi attività sfociante nel danneggiamento della cosa pubblica: non ho mai visto un agente di polizia municipale redarguire, ne tantomeno multare, un ragazzo che getta un rifiuto dinnanzi a lui. Occorre che tutti lavorino e si impegnino nella stessa direzione, primi fra tutti coloro che sono pagati per ricoprire il ruolo di controllori.
Propongo che il controllo del territorio venga affidato in parte ai comitati di quartiere che dovranno impegnarsi a mantenere puliti i luoghi dei quali vanno orgogliosi, purtroppo, solamente nei giorni immediatamente precedenti il Palio. Il loro può e deve essere un ruolo cruciale per l'’educazione dei ragazzi che vivono i quartieri. E'’ necessario un impegno maggiore da parte di tutti.
Si potrebbe affidare la vigilanza dei giardini Ciancio e Garibaldi ad associazioni di volontariato. Mi riferisco, ad esempio, al circolo anziani che potrebbe svolgere un ruolo cruciale dando una grossa mano all'’amministrazione.
Invito il Sindaco ad inviare una lettera di sensibilizzazione a tutti i cittadini, nella quale li inviti a rispettare gli spazi verdi e la città tutta, avvisandoli delle sanzioni amministrative a cui andrebbero SICURAMENTE incontro in caso contrario.
Basta con le lamentele fini a se stesse.
Chi davvero dice di tenere a questa città, di voler compiere il proprio dovere di cittadino, di politico, dovrebbe tenere in forte considerazioni queste semplici proposte pensate da “giovani che della politica devono ancora imparare tanto”.
Questi giovani hanno capito fin troppo, vogliono essere ascoltati, vogliono partecipare alle scelte che cambiano il loro futuro, vogliono vivere nella città che meritano, non in questa Piazza Armerina.
Mario Conti

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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