mercoledì 28 dicembre 2011

IN SICILIA ARRIVA L’EMENDAMENTO SALVA-PARENTI

da il fatto quotidiano
La famiglia è l’unico istituto veramente vivo nella coscienza del siciliano”. Così scriveva il buon vecchio Leonardo Sciascia. E aveva ragione: guai a toccare la famiglia in Sicilia. È sacra, unica. Come proseguiva Sciascia, è il solo e vero “Stato del siciliano”. I politici e politicanti isolani lo sanno bene. E infatti cercano di preservarla persino nell’esercizio delle loro funzioni. Domani l’Assemblea Regionale Siciliana si appresta a votare l’esercizio provvisorio del bilancio.
Ora, nulla di strano rispetto alla routine. Se non fosse che il provvedimento contiene un emendamento che nulla ha a che fare con la normale gestione del bilancio della regione siciliana. E che rischia di passare fra l’indifferenza delle feste natalizie. Si tratta di quello che, a tutti gli effetti, è un emendamento “salva parenti”. GIÀ, PERCHÉ in Sicilia, dal primo gennaio, doveva entrare in vigore una norma contenuta in una Legge Regionale approvata nell’aprile scorso (n. 6 del 2011). All’articolo 4, comma 6, questa legge affermava una sacrosanta quanto banale indicazione: “Non possono far parte della giunta il coniuge, gli ascendenti ed i discendenti, i parenti e gli affini sino al secondo grado, del sindaco, di altro componente della giunta e dei consiglieri comunali”.
Detta in altre parole: padre e figlio, fratello e sorella, parenti insomma molto stretti, non potranno più rivestire entrambi la carica di consigliere o assessore nell’ambito dello stesso Comune o della stessa Provincia.
Quindi fra pochi giorni, in Sicilia, dimissioni di massa: se in uno stesso Consiglio (o fra giunta e Consiglio) ci sono due o più parenti fino al secondo grado, uno deve dimettersi.
Così era stato previsto, giustamente. Eppure, fra un bicchiere di spumante e una fetta di panettone, c’è chi c’ha pensato. Perché dare un dispiacere così grande, perlopiù proprio a Natale, ai tanti fratelli e sorelle, mogli e mariti, figli e figliastri che siedono nelle stesse poltrone? Facciamo un emendamento “furbata”, inseriamolo nella legge di bilancio che forse nessuno se ne accorge, e posticipiamo l’entrata in vigore di questa norma sull’incompatibilità alla prossima consiliatura, dunque a dopo le elezioni.
Il colpo di genio viene all’onorevole Innocenzo Leontini, capogruppo Pdl dell’Assemblea eletto in provincia di Ragusa.
Ma trova presto un consenso trasversale: diversi deputati appartenenti tanto al Pd quanto al Mpa di Raffaele Lombardo sostengono con forza la proposta. PARE ADDIRITTURA che nei giorni scorsi sia stata discussa e benedetta dai capigruppo dell’Assemblea, proprio perché quando si tratta della famiglia non c’è schieramento politico che tenga.
È importante anche la geopolitica del provvedimento: non soltanto il promotore Leontini, ma anche altri importanti sponsor del provvedimento (come Giuseppe Digiacomo del Pd e Riccardo Minardo dell’Mpa) sono deputati regionali provenienti dal Ragusano. Sarà forse perché nella Provincia, ma anche nel popoloso comune di Vittoria come di altre cittadine della zona, sono molte le “parentele politiche” fra assessori e consiglieri?

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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