giovedì 27 dicembre 2012

Bascetta sul Chiello.

Comunicato COBAS sull’ospedale Chiello
La problematica della lenta, lentissima agonia dell’ospedale Chiello assomiglia sempre di più alla storiella di “ Al lupo al lupo!” in quanto ci si accorge della gravità delle condizioni del nostro sfortunatissimo ospedale solo quanto lo picconano in qualche sua parte, o, per meglio dire, quando la lungimirante “ars destruendi” della poderosa dirigenza ennese piazza alcuni dei suoi più disastrosi e catastrofici fendenti fatti di determine direttoriali e di disposizioni di servizio che definire infelici e dissennate è semplicemente eufemistico. L’ospedale Chiello non è solo un presidio sanitario ma deve costituire un presidio di civiltà e di dignità che non deve essere oltrepassato e violato, deve costituire la linea del Piave di questa martoriata città che si è vista e si sta vedendo spogliare di tutti quegli elementi istituzionali e giuridici che permettono di identificare una comunità nel consesso civile e politico generale. Ci hanno privato della Pretura, dell’Ufficio INPS, dello sportello esattoriale, del terminale dei servizi essenziali quali l’acqua e la spazzatura, finanche del giudice di pace e ora, piano piano, lemme lemme,stanno finendo di distruggere l’ultima cosa che manca alla classe politica ennese ( complice, con il suo silenzio trasversale di destra e di sinistra) per completare lo scempio istituzionale volto a fare di Piazza Armerina un cumulo di macerie politiche e una semplice appendice anagrafica buona solo a costituire un bacino di voti. Solo quello!...Ora l’ultima amenità gestionale è quella del trasferimento in mobilità del personale infermieristico e qual è la nostra risposta?....Solo parole, solo bla bla bla, solo esposizione di dati tecnici, di dati statistici, di vuote elucubrazioni mentali, di noiosissime disquisizioni normative, di sofisticate astrazioni lessicali, mentre il popolo comincia a perdere la speranza e la fiducia che erano sorte dopo la grandiosa e partecipata manifestazione del 1 aprile 2011. Dov’è andato a finire quello spirito e quell’orgoglio?....Dove sono andate a finire quegli impegni che sono stati presi e quelle promesse che sono state fatte?....Enna ride e si sbraca mentre Piazza armerina si piange addosso per colpa di una classe politica che quando arriva davanti ai piedi degli intoccabili ennesi ammorbidisce i toni e comincia a chinare il capo, ritornando in ginocchio e bastonata. Ma basta!...Non avete vergogna?....Alziamo la testa e drizziamo la schiena!!!..Se la classe politica è incapace di gestire il malcontento e di suonare la carica, facciamolo noi, società civile, associazioni e sindacati….Ci vuole uno sciopero generale, bisogna bloccare tutto: scuole, trasporti, servizi, autostrade, punti di rifornimento energetici, uffici pubblici, supermercati. Quando migliaia di cittadini arrabbiati e decisi circonderanno l’ASL e la Prefettura e non faranno uscire per giorni questi signoroni del potere vedrete come diventeranno mansueti e ragionevoli e vedrete che, come per incanto, risolveremo il problema dell’ospedale. Ci daranno pure l’elisoccorso!!!...Ma fino a quando crederemo alle fandonie e alle bugie del potere costituito, soffriremo la penuria di diritti e ci calpesteranno la dignità di uomini e di donne che non si potranno mai vantare di definirsi cittadini ma si accontenteranno di essere solo dei sudditi, cioè schiavi!! Solo cittadini liberi e forti possono capire che distruggere un ospedale vuol dire uccidere la speranza e il futuro di una comunità.

Il coordinatore provinciale COBAS

Luigi Bascetta

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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