di Francesca Giampiccolo
Una città che voglia vivere di turismo, qualunque essa sia, deve saper mostrare al turista che la vuole scoprire, tutto il suo patrimonio storico-culturale, ambientale e gastronomico; deve saper svelarsi a poco a poco, suscitando quella curiosità, quella voglia di conoscere che da sempre è alla base del turismo.
I turisti che arrivano per la prima volta nella nostra città si ritrovano a passeggiare per le vie principali, senza sapere quale meraviglioso patrimonio artistico possediamo, perché noi lo custodiamo così gelosamente, da tenerlo addirittura nascosto. Quante meravigliose chiese, Piazza Armerina vanta! Ma, ahimè, esse sono perlopiù chiuse; alcune sono aperte solo ed esclusivamente durante le funzioni quotidiane o durante le grandi occasioni, come veglie pasquali, natalizie o messe speciali e altre sono aperte solo durante la settimane della cultura.
Ma qual è il vero motivo della loro
chiusura? Il motivo è davvero spiazzante e lascia senza parole tutti,
soprattutto i turisti, che ormai giungono a Piazza solo per visitare la villa
romana del Casale e poi scappano via. Le bellissime chiese cittadine che
potrebbero offrire al turista un itinerario ricco di storia e arte e che potrebbero
contribuire a rendere Piazza un centro ad economia turistica, restano
letteralmente chiuse. Molte chiese piazzesi appartengono al FEC, Fondo Edifici
di Culto, istituito dalla legge del 20 maggio 1985 n. 222. L'origine del suo
patrimonio deriva dalle leggi della seconda metà del 1800, con le quali lo
Stato italiano si appropriò di gran parte dei beni della Chiesa cattolica. Purtroppo
come quasi tutti i fondi italiani anche questo non naviga nell’oro, pertanto
non può permettersi il restauro degli edifici che stanno letteralmente cadendo
a pezzi e per questo motivo rimangono chiuse. Un altro cospicuo numero di
chiese invece appartiene alla Diocesi, ma qui la storia è ben diversa. Ogni
parroco, ormai, possiede 2 o più chiese e diventa così davvero difficile poter
gestire tutti gli edifici, così decide di tenerli chiusi anche a causa dei
molti furti, dei numerosi atti vandalici e degli agenti atmosferici che nel
tempo hanno deturpato lo stato degli stabili. Diventa sempre più difficile e
rischioso tenere le chiese aperte durante gli orari “turistici”, soprattutto
perché queste non sono dotate di un adeguato sistema di sorveglianza e di vigilanza. Tutto questo crea una privazione non solo ai
cittadini piazzesi ma anche ai turisti che non riescono a godere dei beni
artistici che il paese offre. Sarebbe davvero bello se almeno un giorno alla
settimana tutte le Chiese, e sottolineo tutte, restassero aperte per i turisti
e per i concittadini piazzesi. Fino a qualche anno fa alcune associazioni si
sono occupate delle visite nei vari centri archeologici della città e delle
aperture delle chiese, quindi mi chiedo perché non continuare a farlo anche
oggi, magari con semplici azioni di volontariato, con pubblicità che
sponsorizzi le nostre bellezze. In questo modo potremmo permettere anche ai
meno esperti di conoscere qualcosa in più riguardo ai tesori della propria
città. Una città che voglia vivere di turismo, qualunque essa sia, deve saper mostrare al turista che la vuole scoprire, tutto il suo patrimonio storico-culturale, ambientale e gastronomico; deve saper svelarsi a poco a poco, suscitando quella curiosità, quella voglia di conoscere che da sempre è alla base del turismo.
I turisti che arrivano per la prima volta nella nostra città si ritrovano a passeggiare per le vie principali, senza sapere quale meraviglioso patrimonio artistico possediamo, perché noi lo custodiamo così gelosamente, da tenerlo addirittura nascosto. Quante meravigliose chiese, Piazza Armerina vanta! Ma, ahimè, esse sono perlopiù chiuse; alcune sono aperte solo ed esclusivamente durante le funzioni quotidiane o durante le grandi occasioni, come veglie pasquali, natalizie o messe speciali e altre sono aperte solo durante la settimane della cultura.