venerdì 12 aprile 2013

La città delle 100 Chiese… chiuse!

di Francesca Giampiccolo
Una città che voglia vivere di turismo, qualunque essa sia, deve saper mostrare al turista che la vuole scoprire, tutto il suo patrimonio storico-culturale, ambientale e gastronomico; deve saper svelarsi a poco a poco, suscitando quella curiosità, quella voglia di conoscere che da sempre è alla base del turismo.
I turisti che arrivano per la prima volta nella nostra città si ritrovano a passeggiare per le vie principali, senza sapere quale meraviglioso patrimonio artistico possediamo, perché noi lo custodiamo così gelosamente, da tenerlo addirittura nascosto. Quante meravigliose chiese, Piazza Armerina vanta! Ma, ahimè, esse sono perlopiù chiuse; alcune sono aperte solo ed esclusivamente durante le funzioni quotidiane o durante le grandi occasioni, come veglie pasquali, natalizie o messe speciali e altre sono aperte solo durante la settimane della cultura.
Ma qual è il vero motivo della loro chiusura? Il motivo è davvero spiazzante e lascia senza parole tutti, soprattutto i turisti, che ormai giungono a Piazza solo per visitare la villa romana del Casale e poi scappano via. Le bellissime chiese cittadine che potrebbero offrire al turista un itinerario ricco di storia e arte e che potrebbero contribuire a rendere Piazza un centro ad economia turistica, restano letteralmente chiuse. Molte chiese piazzesi appartengono al FEC, Fondo Edifici di Culto, istituito dalla legge del 20 maggio 1985 n. 222. L'origine del suo patrimonio deriva dalle leggi della seconda metà del 1800, con le quali lo Stato italiano si appropriò di gran parte dei beni della Chiesa cattolica. Purtroppo come quasi tutti i fondi italiani anche questo non naviga nell’oro, pertanto non può permettersi il restauro degli edifici che stanno letteralmente cadendo a pezzi e per questo motivo rimangono chiuse. Un altro cospicuo numero di chiese invece appartiene alla Diocesi, ma qui la storia è ben diversa. Ogni parroco, ormai, possiede 2 o più chiese e diventa così davvero difficile poter gestire tutti gli edifici, così decide di tenerli chiusi anche a causa dei molti furti, dei numerosi atti vandalici e degli agenti atmosferici che nel tempo hanno deturpato lo stato degli stabili. Diventa sempre più difficile e rischioso tenere le chiese aperte durante gli orari “turistici”, soprattutto perché queste non sono dotate di un adeguato sistema di sorveglianza e di vigilanza. Tutto questo crea una privazione non solo ai cittadini piazzesi ma anche ai turisti che non riescono a godere dei beni artistici che il paese offre. Sarebbe davvero bello se almeno un giorno alla settimana tutte le Chiese, e sottolineo tutte, restassero aperte per i turisti e per i concittadini piazzesi. Fino a qualche anno fa alcune associazioni si sono occupate delle visite nei vari centri archeologici della città e delle aperture delle chiese, quindi mi chiedo perché non continuare a farlo anche oggi, magari con semplici azioni di volontariato, con pubblicità che sponsorizzi le nostre bellezze. In questo modo potremmo permettere anche ai meno esperti di conoscere qualcosa in più riguardo ai tesori della propria città.   

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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