Si è conclusa felicemente la vicenda giudiziaria scaturita da un fatto accaduto l’8 gennaio 2012 che aveva interessato il luog. Claudio La Monica di Piazza Armerina (in servizio presso il Comando provinciale dei Carabinieri di Caltanissetta – R.O.S. Carabinieri).
Non vi fu nessun tentativo di suicidio da parte di quest’ultimo, né alcuna omissione di soccorso.
Questo è quanto emerso dalla decisione del G.I.P. di Caltanissetta che ha escluso ogni responsabilità del La Monica in relazione sia al sinistro stradale verificatosi l’8.01.2012, che al reato di omissione di soccorso che gli era stato inizialmente contestato dalla Procura nissena.
Il fatto. Il luog. La
Monica Claudio, in data 8.01.2012, intorno alle ore 14 circa, al termine
dell’orario d’ufficio, si era messo alla guida dell’autovettura Lancia Y tg. CT554ET per fare ritorno a Piazza
Armerina. Nell’occasione si trovava a percorrere la strada provinciale SS 640,
in direzione Pietraperzia, quando improvvisamente, all’altezza approssimativa del
km. 8-330, notava che nell’opposto senso di marcia si era arrestata
un’autovettura di media cilindrata (una Renault Mégane tg. AJ 235 ZC) e
contestualmente notava il sopraggiungere dall’opposto senso di marcia, ad alta
velocità, di un’autovettura di grossa cilindrata ( una Lancia Kappa tg. AZ 572
ND) che andava prima a collidere con l’autovettura Renault in sosta nella
stessa corsia di marcia, per poi in piena sbandata andare ad investire
violentemente contro la fiancata sinistra dell’autovettura Lancia Y,
provocandone l’immediata apertura degli air-bag laterali e danni gravissimi.
Dai rilievi e dalla
ricostruzione dinamica del sinistro effettuati dalla Polizia Stradale di
Caltanissetta si evinceva che “ L’urto di
forte entità si verificava nella corsia di pertinenza di entrambi i veicoli
Lancia K e Renault Megane, mt. 220 dal margine destro della carreggiata. La
Lancia K, dopo l’urto con la Renault, effettuava una rotazione in senso orario
di circa 45à, invadendo con la parte posteriore la corsia di marcia opposta
lungo la quale, in quel momento, sopraggiungeva la Lancia Y, di colore nero,
targata CT554ET, condotta da La Monica Claudio. I due veicoli entravano in
conflitto dinamico nella corsia di pertinenza della Lancia Y interessando
la parte laterale sinistra di quest’ultimo veicolo e la fiancata posteriore
sinistra della Lancia K. ”.
A causa del violento urto e dello
scoppio degli air-bag laterali il La Monica entrava in uno stato commotivo-confusionale
che gli impediva di rendersi conto delle sue azioni e di arrestare la marcia del
veicolo dallo stesso condotto e che lo portavano a percorrere, in condizioni di
semi-incoscienza, qualche chilometro in direzione di Piazza Armerina dove
arrestava la marcia dell’autovettura e nel tentativo istintivo di mettere in
sicurezza la propria pistola d’ordinanza, che a seguito dell’impatto con
l’autovettura Lancia Kappa era caduta sul tappetino anteriore destro della
Lancia Y, si esplodeva in modo assolutamente inconsapevole ed incolpevole un
colpo che lo attingeva all’emitorace sinistro e che ne determinava dopo qualche
istante la perdita totale della coscienza. Il La Monica riprendeva coscienza soltanto
dopo qualche ora in un lettino dell’ospedale Cannizzaro di Catania.
Ai sanitari che lo ebbero in cura,
in quella circostanza, e che, esaminate le sue condizioni di salute, riferivano
di un sensorio obnubilato, il La Monica riferiva di essere stato coinvolto in
un incidente stradale e di non ricordare la dinamica relativa alla ferita da
arma da fuoco presente a livello dell’emitorace sinistro.
Tale dinamica è
stata confermata dal rapporto e dai rilievi redatti dalla Polizia Stradale di
Caltanissetta da cui si evinceva inequivocabilmente l’assoluta estraneità del
La Monica nella determinazione causale del sinistro.
Per quanto attiene al fatto
contestatogli e cioè di essersi allontanato dal luogo dell'incidente senza
attendere l'arrivo dei soccorsi e degli organi accertatori, il La Monica aveva
sempre sostenuto che il comportamento tenuto, dal momento dell’impatto con la
Lancia K al momento del suo risveglio in ospedale, non potesse essere
considerato cosciente e volontario. La violenza dell'urto con la Lancia Kappa
con la conseguente apertura (scoppio) degli air-bag laterali avevano
determinavano nel La Monica uno stato commotivo-confusionale grave che gli aveva
impedito di rendersi conto delle sue azioni e di arrestare la marcia del
veicolo dallo stesso condotto e di prestare assistenza alle persone ferite.
In relazione ai
suindicati fatti il La Monica era stato indagato nell’ambito del proc. pen. n. 34/12 R.G.N.R. pendente presso la
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta, per il reato di
cui all’art. 189, commi 1° e 7°, D. lgs. 30.04.1992, n.285, poiché non ottemperava all’obbligo di
prestare assistenza occorrente ai passeggeri delle autovetture Renault Megane e
Lancia K, con le quali aveva avuto un sinistro stradale.
Il
P.M. dott. A. Aghemo aveva richiesto l’archiviazione del detto proc. pen.
affermando che: “ … Così delineata la
vicenda che ha riguardato Claudio la Monica, si ravvisa la necessità di
definire il presente procedimento penale tramite una pronuncia di
archiviazione. Infatti, le circostanze pertinenti all’allontanamento
dell’indagato al luogo interessato dal sinistro, impediscono di ritenere che
egli fosse consapevole delle lesioni subite dalle persone coinvolte. …”.
Il G.i.p. c/o il Tribunale di
Caltanissetta, dott. Francesco Lauricella, ha disposto l’archiviazione del
citato proc. pen., la restituzione del fascicolo al p.m. e la restituzione di
quanto in sequestro, sostenendo che: “ … Deve
accogliersi la richiesta di archiviazione avanzata dal pm in considerazione
della mancanza dell’elemento soggettivo doloso posto a base della fattispecie
ipotizzata. In particolare deve osservarsi che il luogotenente dei Carabinieri
sottoposto ad indagine, senza concorrervi minimamente in termini di
responsabilità veniva interessato dal sinistro svoltosi tra i soggetti appena
di seguito indicati in data 8.01.2012 ( veniva, infatti, attinto dalla vettura
condotta da Rizza Domenico sulla bretella con direzione Pietraperzia della ss
640 dopo che il Rizza aveva colpito l’autovettura di La Bella Biagio che
stazionava sulla medesima carreggiata con direzione Caltanissetta). In
particolare, impattando sulla vettura del La Bella, la vettura del Rizzo
innescava un movimento rotatorio in relazione al quale invadeva la corsia con
direzione Pietraperzia sulla quale viaggiava l’indagato ad andatura regolare e
rispettando il suo margine dx, colpendone la vettura Lancia alla Fiancata.
Appare accoglibile la tesi del pm, affermante che dopo l’urto subito dalla sua
vettura e lo scoppio degli air bag della stessa, l’indagato La Monica sia
entrato in estremo e temporaneo stato confusionale, tale da renderlo temporaneamente
incapace di intendere e volere … .”