venerdì 17 ottobre 2014

L'associazione "Progetto Piazza Armerina" scrive al sindaco Miroddi


Continuando nell’impegno propositivo che ha dato origine alla costituzione dell’Associazione,così come annunciato nella prima pubblicazione del progetto, rappresentiamo alcuni aspetti e condizioni del nostro patrimonio culturale - architettonico e su questo patrimonio vogliamo confrontarci per essere smentiti o per essere ascoltati per valorizzarlo “INSIEME”.
Le parole “partecipazione – collaborazione” saranno i termini più ricorrenti nel nostro frasario. Piazza Armerina avrà in futuro solo se lavoreremo insieme. Lavorare insieme per sconfiggere le difficoltà le incomprensioni, i piccoli egoismi, le miopi visioni che non ci lasciano scrutare ben altri orizzonti, quella miopia che ci lascia vedere solamente il “niente”. Fortunati coloro che riescono a guardare lontano e riescono a costruire un avvenire sicuro per la propria comunità. 
Riteniamo urgente, soffermare la nostra attenzione su alcuni esempi di ristrutturazione avvenuti nella nostra Cittadina , altri lasciati al suo destino inesorabile e altri che hanno urgenza di interventi prima di arrivare all’irreparabile.

L’ultimo ventennio ci ha visti protagonisti della lenta agonia del nostro centro storico, la quale sembra ormai abbandonato al proprio destino; alla fierezza, alla maestosità dell’architettura e dell’assetto urbanistico del centro storico di una volta, si è contrapposta spesso l’indifferenza e la mediocrità di quanti, con l’intendo di cancellare un passato, pregno di palazzi nobiliari , di sacrifici e miseria ma pur sempre dignitoso, si sono lasciati affascinare dalla cultura della facciata colorata di verde pastello o di azzurro turchino, delle imposte in alluminio color giallo oro o bianco avorio magari chiuse dalla classica tapparella color mattonella.

Tanti Cittadini, magari possono obbiettare che le vecchie case del centro storico sono scomode, mal riscaldate, poco adatte insomma alla vita moderna; “quelle pareti fatte da conci squadrati di pietra arenaria sono ricettacolo di insetti e di erbe infestanti….senza parlare poi di quei fastidiosissimi tetti in legno o canne collegate ai muri perimetrali della classica “ncagnulàta” rifugio per i rendoni e le rondini in primavera” e oggi delle colombe.

Molti abitanti del centro storico, hanno abbandonato le abitazioni per andare a vivere in palazzi dormitoi, magari con la scusa che il nuovo è migliore del vecchio.

Gli anni settanta e ottanta sono stati caratterizzati dalla totale,”disattenzione” gli effetti del quale hanno lasciato delle ferite aperte sul tessuto urbanistico della nostra Piazza Armerina.

Aprire qui un capitolo di polemiche sulle cause di questo degrado significherebbe dover scrivere pagine e pagine di critica, tentando di ricercare responsabilità,ma che altrettanto hanno trovato terreno fertilissimo nell’apatia e noncuranza che purtroppo ancora oggi, per certi aspetti, caratterizza una piccola parte della popolazione della nostra Città.

Alla disattenzione in materia della edilizia tradizionale, almeno nel centro storico, si è contrapposta la sensibilità di singoli cittadini che non solo nel patrimonio del centro storico ,ma anche nelle vecchie dimore nobiliari, hanno restituito all’antico splendore e destinate alla fruizione di quanti vogliono visitarle o soggiornare, mantenendo nel contempo una economia che aiuta la nostra Città, vocata soprattutto attorno al turismo che per Piazza Armerina è la voce primaria del suo avvenire. Un vastissimo patrimonio ormai andato in rovina diventando dei ruderi ed alcune addirittura le vecchie fattorie sono state destinate ad attività pastorali di proprietà dei baroni che erano anche dei latifondisti, sono stati ristrutturati con finissimi restauri risvegliando il senso del buon gusto e l’amore per le antiche “fabbriche in pietra locale”.

Questa associazione darà il proprio contributo, al fine di risvegliare l’amore per il centro storico e per l’edilizia tradizionale, quella legata alla cultura della pietra arenaria.

Con questi intendimenti desideriamo segnalare al momento alcuni interventi da operare sul nostro patrimonio atti a renderli più completi alla fruizione artistica cui sono stati costruiti e quindi più rappresentativi della loro bellezza. Non vorremmo vedere più i turisti che si fermano ad ammirare chiese e palazzi restare stupefatti dalla bellezza e purtroppo del degrado.

-Se si ritiene opportuno modificare il colore della finestra in alluminio di colore “BIANCO” che si affaccia a chi guarda dalla via Garibaldi, della maestosa Basilica Cattedrale, per abbellirne il contesto architettonico;

-Ristrutturare il magnifico pregiato portale barocco facente parte dell’ex convento di San Francesco

che si affaccia nella Via Cavour, con la ristrutturazione dell’infisso del balcone e l’installazione di

un faro in direzione che ne illumini l’importante opera d’arte non fruibile di sera per richiamare

l’attenzione nostra e dei turisti ;

-Nel cantonale di Via Umberto – Via Enrico De Pietra, palazzo dell’ex convento dei benedettini

ora Salesiani, esiste un portale con un rilievo inciso sulla pietra presumibilmente di una testa di

leone e di un’aquila, coperti da cavi dell’Enel o della Telecom e scatola di derivazione. Basterebbe

richiedere alla ditta responsabile di spostare i detti cavi, per renderli visibili;

-Piazza Garibaldi ex Banca Popolare dismissione del botticino che copre il prospetto in pietra

dell’antico palazzo Capodarso, nel bellissimo contesto che racchiude diverse ex dimore nobiliari

unitamente a quella del palazzo di Città, all’ex convento dei benedettini sede di Uffici Comunali e

dell’Amm.ne con l’importante Chiesa di Fundrò con il prospetto barocco;

-Prospetto della Chiesa di San Lorenzo, con il portale barocco, con le due statue dei compatroni della

Città, che oltre a presentare notevoli valenze storico artistiche ed architettoniche di epoche diverse,

presenta alterate le condizioni di ambiente e di decoro, priva ormai da anni di interventi di

conservazione di manutenzione ordinaria e straordinaria, evidenziando ancora di più che il

prospetto è degradato ed infestato da parassiti e vegetazione, oltre finestre con vetri rotti, che lascia

che la pioggia, completa l’opera di degrado sulle strutture interne. L’unico intervento di

manutenzione è stato quello di transennare a protezione dell’incolumità pubblica, con una rete

metallica, il prospetto che si affaccia nella Piazza Martiri D’Ungheria, lasciando in bella mostra il

tavolato, ormai vetusto – rovinato per terra davanti l’ingresso principale della chiesa che ha solo il

ruolo che qualche bambino possa farsi seriamente male. Sarebbe opportuno disporre subito almeno

il piccolo intervento di diserbatura – pulizia, la sostituzione del tavolato con protezione più idonea e

contestualmente avviare con la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali, un interevento

urgente, per verificare le misure e gli interventi conservativi, per evitare che sia messo in pericolo

tutto il complesso storico – monumentale.

-Chiesa di S. Chiara recentemente ristrutturata , con i pregiati portali che si affacciano nella Piazza

Martiri D’Ungheria, basterebbe la semplice sostituzione delle due brutte porte in ferro e dello

scalino in marmo per dare il giusto risalto che merita il contesto;

Per chiudere si segnala l’installazione nella Via Arco Platamone di n. 2 paletti in ferro colorati

( per gli amanti dell’arte ) quando se servivano per scoraggiare il passaggio di qualche ciclomotore, proprio per il contesto, si potevano installare dei dissuasori.

Sulle segnalazioni ricordate l’Associazione è disponibile a fornire utili accorgimenti e suggerimenti per portare contributi e sostegno all’Amm.ne ricordando che la Città appartiene a tutti ed è doveroso, ove possibile, partecipare a renderla sempre più bella, senza sottintese finalità, sperando che ciò sia condiviso ed accettato.

Piazza Armerina, 13.10.2014



Cordialmente

Il Presidente



Basilio Fioriglio

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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