domenica 8 marzo 2015

Novità sul fronte dell'adesione ai liberi consorzi

Comunicato stampa del Comitato Pro Referendum di Piazza Armerina e Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese-Unione di Associazioni di Gela.

"Non era mai successo ed, alla fine, è successo! Tre Città, tre consigli comunali, uniti in un unico consesso, in sessione straordinaria. Non ci credeva nessuno come nessuno credeva che i consigli comunali avrebbero deliberato a seguito della legge regionale n. 8/14. Il motivo? Non vogliono perdere l'occasione del secolo: autodeterminarsi modificando l'assetto amministrativo del proprio territorio divenuto “stretto” per le proprie esigenze e per l'attuazione dei loro programmi e dei loro bisogni e si sono riuniti per parlarne invitando tanti altri. Lo scopo è "smacchiare il gattopardo in Sicilia", come ha detto qualcuno. 

A rendere speciale ed unico, nella storia della Regione Siciliana, questo consiglio, il primo di lunga serie, è stato il fatto che erano presenti in rappresentanza dei loro comuni anche il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, il vice sindaco del comune di Piazza Armerina, Giuseppe Mattia; il sindaco di San Cono, Salvatore Barbera, assieme al presidente e vice presidente del consiglio comunale; il sindaco di San Michele di Ganzaria, Giovanni Petta, con il presidente del consiglio comunale; il sindaco di Mirabella Imbaccari, Vincenzo Marchingiglio, ed il presidente del consiglio comunale. Hanno parlato anche i deputati On. Giuseppe Arancio, del PD, On. Francesco Cappello, del M5S, e l’On. Antonio Malafarina, del Megafono, il professore Salvatore Curreri, che insegna di diritto costituzionale presso la KORE Enna e le rappresentanze del Libero Consorzio Ionico Etneo di Acireale. Inoltre il Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese-Unione di Associazioni e il Comitato Pro Referendum di Piazza Armerina che hanno sollecitato l'evento organizzato,poi, dal vice presidente del consiglio di Niscemi, Luigi Gualato.
I consiglieri hanno ascoltato le voci che provenivano da più parti tutte convergenti in un'unica direzione: non c'è tempo da perdere, il legislatore siciliano deve sbloccare l'iter della legge delle ex provincie dando attuazione alla legge regionale n.8 del 2014.
L'on. Malafarina ha spiegato i meccanismi del disegno di legge in discussione mettendo in evidenza che i suoi sforzi sono tesi a far si che la nuova legge contenga delle norme che decentrino, il più possibile, funzioni ai nuovi enti di area vasta. Dall'altro lato l'on Cappello ha manifestato preoccupazione “perchè in commissione non si tiene conto della volontà popolare” ed ha rivendicato gli effetti del referendum che, comunque, pongono delle riflessioni al legislatore e che si batterà fino in fondo perchè l'espressione referendaria non sia mortificata.
Non ci sta, invece, il costituzionalista Curreri a cambi di rotta del legislatore il quale dice che è il principio di legalità, in cui ancora crede, a spingerlo ad accostarsi a questa “battaglia” politica ed ha ricordato che il referendum che si è celebrato, di natura confermativa, è quello per mezzo del quale, e meglio di altri, serve a manifestare la volontà popolare. A questo punto dice “sono due le strade: una politica e l'altra giudiziaria”.
Il sindaco di Gela si è detto pronto “ad andare fino in fondo” e perseguire anche le vie legali adendo la Corte Costituzionale e la Corte dei Diritti dell'Uomo, se fosse necessario, perchè “abbiamo rispettato e seguito la legge regionale n.8/14” difenderemo i diritti acquisiti dalle città che si sono espresse. Anche perchè, dice La Rosa, sindaco di Niscemi, non si po' tornare indietro: dopo la presa di posizione effettuata nel rispetto della legge sarà impossibile proseguire il dialogo con le vecchie provincie e poi la necessità di unire i territori omogenei nasce da evidenze anche banali: “alla sagra dei carciofi i turisti mi chiedono come si arriva alla Villa Romana del Casale, a Piazza Armerina”, ciò significa che nel pensiero generale questi territori sono unici.
I sindaci di Mirabella Imbaccari e San Cono e San Michele di Ganzaria hanno denunciato lo stato di abbandono in cui versano i Comuni. Abbiamo “bisogno di muoverci in fretta per costruire il futuro” dice Marchingiglio e Barbera sostiene che “solo consorziandosi si possono affrontare i mercati che apprezzano i prodotti dei nostri territori mentre ora il clima di incertezza destabilizza i territori”.
Siamo pronti a fare una nuova delibera dice Mattia, di Piazza Armerina, “qui c'è la maggioranza del consiglio comunale che chiede conto dei 70 mila euro spesi per il referendum” e Cimino, consigliere comunale, dice “gli arbitri non possono cambiare le regole del gioco a partita conclusa. Non è leale.”
Murella del comitato pro referendum di Piazza Armerina ha avvertito: “quando il popolo si lamenta non c'è problema. È quando sta zitto ed osserva che ci si deve preoccupare. In questo momento stiamo osservando in silenzio”. A seguire ed in chiusura, Filippo Franzone: “è a rischio la credibilità delle istituzioni. Non è possibile che i Borboni e Mussolini hanno cambiato gli assetti territoriali mentre la democrazia non riesce ad attuare se stessa.”
Alla fine si è deciso di inviare due documenti con due indirizzi diversi: uno il Quirinale, l’altro palazzo dei Normanni.
Al più alto inquilino del Quirinale, nostro conterraneo, con una lettera aperta è stato chiesto, “disperatamente ed all'unisono”, un’attenzione particolare per la Costituzione, nel timore che il legislatore Siciliano possa, “gattopardescamente”, scivolare nella deriva, poco salutare per la democrazia, di non tener conto della volontà popolare espressa con i referendum confermativi che sono stati celebrati e di privare i cittadini della facoltà di autodeterminazione. Questo perchè “Oggi più che mai abbiamo tutti necessità di credere nelle istituzioni” “ed in particolare qui, nella nostra amata terra di Sicilia, dove spesso le istituzioni hanno fatto cattiva mostra di sé”.

L'altro documento da inviare ai deputati di palazzo dei Normanni, pronto in bozza, ma che sarà approvato nei prossimi giorni dai consigli comunali, denuncia la preoccupazione “dello stallo dell'iter legislativo” e delle “voci di stampa che lascerebbero intendere una “marcia indietro” del legislatore rispetto alla legge approvata”. Infine si tenderà a ricordare che “ignorare la volontà popolare” “sarebbe un atto dalle conseguenze nefaste per la democrazia e per la credibilità” dell'operato degli stessi politici. Pertanto “in una stagione in cui ogni risorsa va spesa per ridare credibilità e fiducia alla politica e alle Istituzioni” i consigli comunali chiederanno che, con fermo atto di responsabilità" i deputati di palazzo dei Normanni "prendano atto dei risultati referendari e diano seguito al percorso intrapreso con la legge regionale n. 8 del 24/3/2014 attuando i nuovi assetti territoriali richiesti ed attesi dalle popolazioni". 

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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