di Luigi Russo
Questa notizia mi ha colpito e addolorato profondamente.
Non siamo parenti, stesso comunissimo cognome che portiamo almeno in cinquantamila in Italia.
Ma siamo stati compagni di scuola per dodici anni e di classe per dieci.
Gli anni più belli insieme.
Poi le nostre strade si sono divise ma sono rimasti intatti l'affetto e la stima che da sempre ho avuto per lui.
Gli devo un anno di scuola per avermi coinvolto a "saltare" la quinta elementare e fare insieme , dopo la "quarta", direttamente gli esami di ammissione alla prima media.
Ricordi indelebili di quei giorni passati a studiare per lo più a casa sua, in via Mazzini, non solo perché più grande e spaziosa ma anche perché i suoi genitori che erano entrambi professori ci guidavano nella preparazione.
Claudio era già allora quel che è sempre stato poi.
Un'esplosione di sentimenti, iniziative, intraprendenza, coraggio, orgoglio e poi, sin da adolescente, il suo furore antagonista: forte con i forti , generoso con i deboli.
Altri tratti inconfondibili della sua personalità che io ricordi erano il suo essere estroso, originale ad ogni costo, imprevedibile, indomabile e ancora un chiacchierone di prima classe, logorroico irrefrenabile con la sua voce calda e la sua dizione eloquente, un po' egocentrico, forse, ma sempre piacevole e coinvolgente. Non poteva che diventare un'artista, un po' attore di più regista, a volte ermetico e cerebrale altre volte semplice a chiaro come l'acqua.
Ciao Claudio.
Te ne sei andato, prematuramente e improvvisamente , ma non hai potuto portarti via i bei ricordi di un'infanzia, di un'adolescenza e di una parte di giovinezza vissuta insieme giorno per giorno.
Luigi Russo