Nell'ambito dell'operazione denominata "LOCK-OUT", i Carabinieri del Comando Provinciale di Enna, unitamente ai colleghi del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un provvedimento di Fermo emesso della Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, nei confronti dei seguenti soggetti:
1. SALVO Giovanna Maria, nata a Catania il 13/05/1973, ivi residente;
2. STRANO Santo, nato a Catania il 15/11/1966, ivi residente;
INDAGATI PER L’OMICIDIO AVVENUTO IL 23 MAGGIO 2012 DI LEONARDI PROSPERO E IL CONTESTUALE TENTATO OMICIDIO AI DANNI DI DRAGO ANGELO E PER AVER DIRETTO ED ORGANIZZATO UN’ASSOCIAZIONE MAFIOSA COSTITUITA ED OPERANTE A CATENANUOVA COLLEGATA AL CLAN CAPPELLO, IN TEMPI DIVERSI, TRA IL 2010 ED IL 2012
3. SALVO Matteo, nato a Catania il 13/02/1963, ivi residente;
4. DI MARCO Nunzio, nato Regalbuto il 21.07.1973, residente a Catenanuova (EN).
INDAGATI –UNITAMENTE A STRANO SANTO- PER LA COSIDDETTA STRAGE DI CATENANUOVA DEL 15 LUGLIO 2008 OSSIA PER L ’OMICIDIO DI PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO SALVATORE, IL TENTATO OMICIDIO DI PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO MAURIZIO E IL FERIMENTO DI CINQUE PERSONE –DI CUI UNA IN MODO GRAVE- AVVENUTO IL 15 LUGLIO 2008 NONCHE’ PER AVER FATTO PARTE DELL’ ASSOCIAZIONE MAFIOSA COSTITUITA ED OPERANTE A CATENANUOVA COLLEGATA AL CLAN CAPPELLO.
Il provvedimento costituisce un ulteriore sviluppo delle indagini -dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta ed affidate al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Enna- che avevano portato all’ operazioni FIUME VECCHIO il 23.05.2011, all’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di SALVO Giampiero e PASSALACQUA Filippo per la strage di Catenanuova (in relazione al quale è in corso il processo a Caltanissetta), all’operazione GO KART del febbraio 2014, tutte aventi ad oggetto l’attività delle associazioni criminali che si sono contese il territorio di Catenanuova e dei centri limitrofi tra il 2007 ed il 2014.
Con la presente operazione, si completa il quadro delle responsabilità per la strage di Catenanuova. Si è accertato che la spedizione che portò all’uccisione di PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore –con metodi idonei a suscitare clamore ed assoggettamento nel paese, come a voler dare un “esempio”, ossia mediante l’ utilizzo di un fucile automatico Kalashnikov nei pressi di un bar affollato nel centro del paese.- era diretta a punire non solo l’ucciso ma anche il fratello di costui ed alcuni personaggi di un paese limitrofo, ai quali i PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO si erano rivolti per avere aiuto contro i catanesi e che il sabato precedente l’omicidio avevano addirittura minacciato gli esponenti del clan Cappello, ai quali, fino a pochi mesi prima, PRESTIFILIPPO CIRIMBOLO Salvatore ed i suoi sodali dovevano rendere conto.
L’uccisione di LEONARDI Prospero ed il ferimento di DRAGO Angelo sono emersi come la reazione al tentativo di costoro di riconquistare per conto di Cosa Nostra di Enna il paese di Catenanuova , controllato in quel periodo da STRANO Santo e SALVO Giovanna.
LEONARDI Prospero, prima di essere ucciso, aveva preso contatti con esponenti mafiosi di altri centri, aveva avvisato alcune persone sottoposte al “pizzo” della sua nuova leadership e aveva intimato agli esponenti del gruppo avverso di ritirarsi e di lasciare alla sua organizzazione il controllo del territorio, confidando in un appoggio delle famiglie di Cosa Nostra catanesi che invece non si concretizzò.
L’urgenza del provvedimento è scaturita dall’esigenza di operare prima di dover rendere nota la circostanza che dichiarazioni auto ed etero accusatorie sono state rese nei giorni scorsi da uno degli imputati per la strage di Catenanuova, per il quale era programmato l’esame davanti la Corte di Assise di Caltanissetta proprio per la giornata odierna. Infatti sono emersi preoccupanti segnali di possibili rappresaglie dirette a colpire un figlio minore di questo indagato, affidato alla stessa Giovanna SALVO, nel caso di una qualsiasi collaborazione con la giustizia da parte dello stesso.
Un ulteriore soggetto, colpito dal medesimo provvedimento restrittivo, non è stato ancora rintracciato e viene attivamente ricercato.
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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