domenica 30 agosto 2015

Adesione al consorzio di Catania e fuoriuscita da Enna. E' tutto nelle mani di Gianfilippo La Mattina


Non so cosa sia successo in questi mesi. Come se Enna  che è l’ultima provincia d’Italia in termini di reddito e ricchezza in pochi giorni sia diventata la prima.
Non si spiegherebbe altrimenti come mai tanti, consiglieri comunali e non, abbiano d’improvviso cambiato idea al punto di dire: “rimaniamo con Enna”.
Invece, Enna è sempre l’ultima provincia d’Italia, con una idea di sviluppo centrata solo sulla valorizzazione delle proprie risorse.
Allora mi chiedo: perché i consiglieri comunali dell’Udc non sono ancora sicuri di confermare il voto per l’adesione al consorzio di Catania?
Perché molti dei 18 consiglieri che qualche mese fa hanno votato per cambiare territorio adesso tacciono?
Il motivo è che i veri manovratori della politica ennese si stanno muovendo pesantemente e qualcuno rischia di cadere nella rete.
Il tentativo dei manovratori è quello di mettere insieme la mozione di sfiducia al sindaco Filippo Miroddi e l’adesione al consorzio catanese, come se fossero la stessa cosa.
Invece, si tratta di due cose diametralmente opposte.
L’adesione al consorzio è una scelta di campo strategica, di visione del territorio, che potrebbe incidere (se la burocrazia siciliana non toppa ancora) nella vita dei piazzesi per i prossimi 100 anni.
La mozione al sindaco è un fatto contingente, un’azione politica, che va consumata, come è avvenuto per tutti i sindaci delle ultime legislature.
Anche se, le mozioni di sfiducia di fatto si presentano, e poi, non passano mai. Vedi Velardita, Prestifilippo, Nigrelli)
Il tentativo dei manovratori è quello di portare anche nella stessa seduta le due cose in modo da confondere le idee ai cittadini e a qualche consigliere comunale facendo passare questo messaggio: “votiamo per Enna e così mandiamo a casa Miroddi”.
Un modo soprattutto per confondere l’opinione pubblica piazzese che si è già espressa per cambiare territorio ma che in questo periodo storico è “contro il sindaco”.
Il secondo anno, quasi dappertutto, è quello peggiore per il primo cittadino, che dopo gli innamoramenti del primo semestre di governo deve affrontare tutte le magagne dell’amministrazione. Infatti in questi mesi tutti sono contro Miroddi, soprattutto quelli che non hanno ricevuto quello che si aspettavano.
A gestire questa delicata fase politica è Gianfilippo La Mattina, l’attuale presidente del Consiglio, eletto nella maggioranza con lo schieramento di Miroddi, diventato presidente del consiglio con i voti della maggioranza, ma passato all’opposizione dopo qualche mese.
La Mattina – che non si è ancora espresso chiaramente – ha due strade:
1.     portare immediatamente all’ordine del giorno l’adesione al libero consorzio di Catania, senza perdere ulteriore tempo, prendendo atto della richiesta che i 10 consiglieri comunali gli hanno avanzato.
2.     Perdere tempo, tergiversare come è bravo a fare, portare il consiglio comunale sul libero consorzio alle lunghe e nel frattempo presentare la mozione di sfiducia al sindaco per confondere i cittadini.
Nel primo caso vorrebbe dire che La Mattina non cade nella rete, non è nelle mani dei manovratori ed è in grado di distinguere la scelta strategica per il futuro del territorio dalla scelta politica e personale di votale la mozione di  sfiducia a Miroddi.
Nel secondo caso vorrebbe dire che il presidente del consiglio, dice una cosa (siamo orientati a votare per Catania) ma nella realtà – guidato dai manovratori - ne vuole fare un’altra.

Se fossi La Mattina certamente sceglierei la prima strada.
Dopo aver celebrato l’adesione al consorzio di Catania presenterei la mozione di sfiducia a Filippo Miroddi.
Ma a questo punto sorge un’altra domanda: veramente tutti quelli che parlano di mozione di sfiducia vogliono mandare a casa Miroddi e quindi – andare a casa anche loro?
Certo, sarebbe giusto che tutti quelli che sono stati eletti con Miroddi e nel corso di questi due anni sono passati all’opposizione votassero per mandare a casa il sindaco.

Vediamo se La Mattina e compagni avranno il coraggio di farlo.

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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