> Oggi si svolgeranno i funerali del povero Luca che ha concluso così tragicamente la sua giovane vita. Luca poteva essere mio figlio, il figlio di ciascuno di noi e per questo il grande, immenso, infinito dolore dei suoi suoi poveri genitori non può non toccare il cuore di chi è padre e madre.
> Voglio proporre in questa triste giornata per l'intera comunità quello che scrive una madre che ha perso il proprio figlio.
>
> Carissimi genitori con un figlio in Cielo,
> so per esperienza che il dolore per la perdita di un figlio, il più atroce che possa capitare ad un genitore, fa morire dentro e rende sordi ad ogni parola umana. Tutto si ferma e si oscura, la vita stessa perde di ogni significato.
> Sommessamente però, in punta di piedi, "togliendomi i calzari", mi permetto ugualmente di bussare alla vostra porta, per un bisogno del cuore, per esservi vicina in un momento così straziante e condividere, se è possibile, il vostro dolore, usando le stesse parole che Gesù rivolse ad una mamma che stava accompagnando il proprio figlio alla sepoltura: "Non piangere!"(Lc 7,13). E con lei, a tutti voi che avete perso vostro figlio o vostra figlia ora sta dicendo: non piangete!
>
> Ma è forse possibile, vi chiederete, trattenere o nascondere le lacrime in un momento così lacerante? Il pianto non è forse un bisogno interiore che esprime la ferita profonda che quel distacco ha lasciato nel cuore, tutto il dolore che è rimasto dentro, tanto forte quanto forte è l'amore verso chi si è perso? E poi Gesù non è scoppiato in lacrime per la morte dell'amico Lazzaro? Che cosa avrà voluto dire allora con quel suo "non piangere"?
>
> Sicuramente, mosso da tanto dolore, avrà voluto asciugare le lacrime di quella mamma, avrà voluto consolarla e consolare tutti i genitori del mondo, a non "di-sperare" di fronte alla morte del proprio figlio, ma a "sperare", anche se il vostro cuore colmo di lacrime straripa sui vostri volti. Per esperienza personale, mi permetto di dirvi a gran voce: la morte non è l'ultima parola, Lui ha vinto la morte!
>
> Voi credete di aver perso vostro figlio perché non lo vedete più, non lo toccate più, non potete più sentire la sua voce, ma in realtà voi non l'avete perso. Continua ad appartenervi, continua ad amarvi, continua ad essere accanto a voi, più vivo che mai, in una dimensione nuova, diversa da prima e vi sta preparando un posto, in Cielo, in attesa di potervi riabbracciare per sempre. Ve lo posso assicurare.
>
> E' l'amore che supera ogni barriera e unisce la terra al cielo. L'aldiquà e l'aldilà diventano allora un luogo unico dove il rapporto d'amore con i figli che vi hanno preceduto, si tinge di struggente tenerezza, diventa più intenso, più vero, più armonioso, diventa comunione d'amore, veramente "per sempre", nello spirito.
>
> I dialoghi interrotti, le parole non dette, i gesti non compiuti, i rimpianti, il tempo perduto, continuano... e si perfezionano, man mano voi vi perfezionate alla luce della fede e della preghiera, nell'incontro con Cristo.
>
> Anche la lacerazione più profonda, il dolore più ingiusto e insensato, come la perdita del proprio figlio, può essere allora caricato di senso: il dolore si trasforma e trasforma, si trasfigura alla luce del Risorto.
>
> La morte del figlio diventa allora la morte del Figlio, la morte stessa di Gesù, illuminata dalla sua resurrezione.
>
> Quando il dolore è così grande e le parole umane non bastano più, è importante che il vostro cuore affranto senta l'esigenza di rapportarvi solo con Dio e di trovare una Famiglia spirituale capace di accogliervi, confortarvi, accompagnarvi all'incontro con Lui per rinascere anche voi, come vostro figlio, a vita nuova, per "venire alla Luce".
>
> Dai primi vagiti: "perché, Signore?", giorno dopo giorno, vi troverete a porgli la vera domanda di relazione: "Signore, che cosa vuoi che io faccia?". Abbandonandovi alla sua volontà, plasmati dall'amore del suo Santo Spirito, comincerete a vedere con occhi nuovi. Ciò che sembrava disgrazia, perdita, fallimento, diventa, via via, grazia, teofania, evento di salvezza e di resurrezione! Vi auguro dal profondo del cuore un buon cammino, in Cristo, perchè possiate ritrovare in lui, al più presto, i vostri cari.
>
> Vi sono vicina e vi abbraccio con tanto amore.
>
> una mamma
>
>
> enzo conti per Luca
Chi sono
Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com
___________
"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"
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