Un fenomeno complesso e storico che dobbiamo avere la forza e la capacità di governare.
Se non lo faremo torneremo indietro nel tempo, con risvolti devastanti per noi e per la storia.
- La migrazione dall’Africa.
Rispetto a 10 anni fa i ragazzi africani hanno tutti il cellulare. Anche nelle zone interne, nei villaggi in cui si vive con meno di un dollaro al giorno.
Le multinazionali inglesi e francesi hanno disseminato antenne su tutto il territorio africano.
In molti di quei posti si muore di fame ma tutti hanno i cellulari.
Sono cellulari non di ultima generazione come i nostri, costano molto meno, per permetterne l’acquisto ai poveri.
Nei paesi subsahariani si coltiva ancora la terra con il mulo e l’aratro, ma i contadini a cavallo del mulo hanno i cellulari.
Se fino a qualche hanno fa i subsahariani vivevano nell’isolamento della povertà, adesso non è più così.
Con i cellulari vedono quello che succede in Europa, ed i più “illuminati” si mettono in viaggio rischiando di morire, prima attraversando il deserto, poi rischiando di essere trucidati in Libia ed infine attraversando il Mediterraneo, per arrivare in Europa.
Viste le loro condizioni di vita, sapendo di non avere futuro in Africa, non gli frega nulla di morire e pur di arrivare i Europa si mettono in mano ai trafficanti.
Se non abbiamo chiaro questo quadro generale non possiamo comprendere il fenomeno della migrazione.
La migrazione ormai è un fenomeno strutturale con la quale nei prossimi anni dobbiamo fare i conti.
- La migrazione in Italia.
Nel 2016 ci sono stati solamente 181 mila, cioè lo 0,3% della popolazione italiana, 3 migranti ogni 1000 abitanti.
Eppure il cittadino italiano ha l’impressione di un’invasione.
Ecco perché.
In Italia su 8000 comuni solo 2500 accolgono migranti. Meno di un terzo. Ci sono comuni che non accolgono nessun migrante e comuni che ne accolgono troppi. Non esiste una regia unica dell’accoglienza.
Quella dei minori stranieri non accompagnati dipende dalle Regioni.
Quella dei CAS, centri di accoglienza straordinaria, dipende dalla Prefetture
Quella degli SPRAR, sistema di protezione richiedenti asilo e rifigiati, dipende dai comuni.
Significa che nessuno può controllare il numero dei migranti sui territori.
I migranti accolti hanno bisogno politiche di integrazione che sono attuabili se le comunità locali sono coinvolte nei processi di accoglienza.
- Gli avventurieri dell’accoglienza
Interi alberghi chiusi da anni riaprono e diventano centri di accoglienza.
Chi lavora in questo settore lo deve fare per passione e per missione.
Chi lo fa per altri scopi fa solo danno.
L’accoglienza e la mediazione con culture diverse non si può fare con l0improvvisazione, fornendo al migrante solo vitto e alloggio. Occorre favorire e sviluppare percorsi di integrazione che vanno dall’inserimento socio-lavorativo a quello culturale.
Chi fa accoglienza solo per fare business fa un grande danno.
Non solo ai migranti ma anche a chi fa accoglienza per passione e missione.
Spesso evito di scrivere o parlare perché comunque sono il presidente di una associazione che fa accoglienza, quindi a volte, potrei essere travisato.
Qualcuno dice: “scrive queste cose perché fa accoglienza”.
Ma francamente me ne infischio coloro che la pensano così.
Con mia moglie sono stato in Africa 20 anni fa, ci sono tornato lo scorso anno e ci ritornerò tra qualche giorno. Prima o poi forse ci rimarrò. Nella mia famiglia si respira e si mangia africano.
L’associazione Don Bosco 2000 che presiedo gestisce 4 centri di accoglienza. Con noi lavorano 70 persone che fanno dell’accoglienza la loro vita. Hanno passione, lavorano con amore e dedizione.
Lavorano in una fase storica in cui siamo netta minoranza.
Siamo forse tra i pochi, forse gli unici in Sicilia, che redigono il bilancio sociale.
In ogni cosa che facciamo ci mettiamo la faccia.
Sappiamo che per affrontare la migrazione non occorre lavorare solo in Italia ma occorre intervenire nei loro paesi di origine. Nel nostro piccolo lo stiamo facendo.
Stiamo aprendo una sede in Senegal per fare attività nei posti di partenza favorendo lo start up di piccole imprese.
- I social e i media che falsano la realtà.
Un migrante ubriaco oggi è una notizia. Va sul giornale e financo sui telegiornali nazionali.
Un italiano, magari con giacca e cravatta, che paga 5 euro una ragazza nigeriana vittima di tratta per farla prostituire invece è una cosa normale. Non fa notizia.
Il numero di bufale sui migranti è altissimo.
Con molti è anche impossibile fare una discussione civile. Ti dicono: “noi i “neri” non li vogliamo e basta”. Ogni motivazione che si porta sembra inutile. In molti non vogliono ascoltare.
Si sta generando un clima di paura in cui le notizie sui migranti, soprattutto quelle negative, trovano terreno fertile. Si producono facilmente notizie bufala che diventano virali nel web. E molti, anzi moltissimi utilizzatori della rete, non hanno la capacità di capire ciò che è vero e ciò che è falso.
A Piazza Armerina, una cittadina del centro Sicilia, i migranti sono circa 300 su una popolazione di 22 mila abitanti. Negli ultimi giorni si stanno moltiplicando gli atti di intolleranza.
Ci solo alcuni professionisti della tastiera, addirittura alcuni insegnanti – quindi educatori - che fanno i politici, che si alzano la mattina, pensando quale post contro i migranti mettere in rete, generando così un clima di odio nella città ed incitando la parte più povera della popolazione contro i migranti. Sono dei “costruttori di odio”. Sono convinti che i “mi piace” sui post si trasformano in voti. Non so se sono veri razzisti. Forse sono solo degli “irresponsabili” accecati dal proprio ego che viene gratificato dal protagonismo che l’essere contro i migranti porta.
- La migrazione è una risorsa
In termini economici
I migranti al nostro paese costano lo 0,2% del PIL, pari a 3 miliardi di euro e fanno guadagnare allo stato oltre 8 miliardi di euro, in posti di lavoro, vestiti, vitto, affitti etc.
Gli immigrati versano oltre 8 miliardi di euro all’Inps per pagare le pensioni anche agli italiani,
Siccome gli italiani sono sempre meno per garantire il nostro sistema pensionistico nei prossimi anni devono arrivare otre 1 milione e mezzo di migranti.
In termini sociali.
L’intreccio culturale, è uno straordinario modo per vivere. Mi capita di vivere in comunità gomito a gomito con tanti “african brother’s”. La maggior parte di loro sono ragazzi con storie incredibili che sono stati costretti a lasciare la loro famiglia ed il loro paese per realizzare i loro sogni. Certo, tra i migranti, ci sono anche i “poco di buono”, come in tutte le comunità di persone, bianche, nere o gialle che siano. Ma “i poco di buono” son una minoranza.