Piazza Armerina. Che fine ha fatto la seconda testa di marmo sparita dai magazzini di palazzo Trigona? Una è stata ritrovata, l’altra ancora no. Se quella ragazza del nord non avesse fatto la tesi di laurea e visto quella straordinaria testa romana di età Flavia (nella foto) nel libro di Vinicio Gentili, nessuno si accorgeva della sua sparizione. Eppure la storia dei reperti archeologi è strana. Pare, ad oggi, che solamente pochissimi reperti archeologi del territorio ennese siano stati catalogati. “Se non esiste nessuna catalogazione dei beni archeologici - si chiedono i non addetti ai lavori - come si fa a sapere se un bene è sparito dai magazzini oppure no”? In effetti, se i beni archeologici, vasi, monili, teste e simili non sono catalogati e come se non esistessero. Chiunque può aprire i magazzini, prendere comodamente un bel vaso greco e portarselo a casa. Se nessuno se ne accorge, non si può dire che quel vaso è rubato perché è come se non esistesse. Eppure di catalogatori alla soprintendenza ce ne sono. Nel 1995 ne sono “entrati” 30, poi ridotti a 15 per varie vicissitudini. Non è, però, che siano stati con le mani in mano. Essendoci tra i 15 pochi, o forse nessun archeologo, hanno catalogato i beni immobili, cioè palazzi e monumenti. Tutte cose, guarda caso, che non si possono rubare e non possono sparire, a meno di una catastrofe naturale di sproporzionate dimensioni. Altra storia è quella dei magazzini che tengono in custodia i reperti. Prima che venisse istituita la soprintendenza di Enna, fino al 1985, tutti i reperti della aree archeologiche piazzesi erano custoditi a Piazza Armerina in via Mazzini, immobili presi in affitto dal noto numismatico ennese Enzo Cammarata. Dal 1985 i reperti dai magazzini Cammarata sono stati trasferiti in parte ad Enna ed in parte in alcune stanze del palazzo Trigona. Però, ora come allora, non esiste nessun inventario. Da palazzo Trigona è stata rubata la Dama Flavia. Oltre alle due teste potrebbero essere sparite altre cose. Ma quali, nessuno lo sa e può dirlo con certezza. Il sindaco piazzese addirittura va oltre “Se a controllare tutto fossero i Carabinieri ci sentiremmo più tranquilli – dice Prestifilippo - Visto che tra il personale della Soprintendenza potrebbe esserci una talpa che ha aperto la porta ai ladri o che ha rubato in proprio le statue”.
Agostino Sella
Agostino Sella