sabato 22 marzo 2008

Il messaggio pasquale del Vescovo Pennisi

Piazza Armerina. “La Pasqua ci permette di affermare che, nonostante Dio sembri molto lontano, Gesù continua a camminare, come nostro sconosciuto compagno di viaggio, lungo le strade della storia.” E’ il cuore centrale del messaggio pasquale del vescovo, Monsignor Michele Pennisi, in occasione della Pasqua di quest’anno. Il Vescovo che stanotte celebra la veglia pasquale nella cattedrale piazzese, domani mattina, sempre nella cattedrale, celebrerà il pontificatale alle ore 11. “Il messaggio della Pasqua – dice Monsignor Pennisi - risuona nel mondo da venti secoli. Come è possibile far rivivere tra noi, oggi, lo stesso sentimento di "speranza viva" che animava i primi testimoni della resurrezione di Gesù Cristo? A furia di celebrare la Pasqua abbiamo finito per farci l'abitudine e non stupirci più. Oggi c’è una situazione di malessere che pervade il nostro tessuto sociale. Stiamo respirando l’aria della protesta, dell’insoddisfazione, della stanchezza, della sfiducia nelle istituzioni, dovuta al vertiginoso abbassamento della qualità della vita. La tentazione più forte del nostro cuore di fronte agli scenari del nostro tempo, segnati dall’angoscia esistenziale e dall’insicurezza economica e sociale, è la rassegnazione. Eppure nel giorno di Pasqua la testimonianza delle donne e degli apostoli, continua a giungere anche a noi uomini dubbiosi sebbene ci professiamo credenti, angosciati dalla paura della morte in un'epoca che cerca di creare la vita in laboratorio e di prolungare la vecchiaia. L’annuncio pasquale in una società competitiva, consumistica e violenta è una sfida alla nostra libertà che ci invita a superare la cultura della morte. La risurrezione di Gesù Cristo è l’avvenimento centrale su cui si fonda la fede cristiana, l’esplosione dell’amore divino che inaugura una nuova dimensione della realtà, il pegno della nostra speranza. La Pasqua, che cade nel momento dell'anno in cui la natura si ridesta dal torpore invernale , si presenta e come una vera "primavera del mondo" l’antidoto alla vecchiaia del mondo e la causa della continua giovinezza della Chiesa. Vivere la Pasqua non può essere un rito ripetitivo, ma un immergersi nelle sorgenti della vita e un lasciarsi rinnovare totalmente da essa. Celebrare veramente il mistero pasquale significa essere disposti ogni giorno a risorgere con Cristo cercando "le cose di lassù" (Col 3,1). Questo atteggiamento – continua ancora il messaggio del Vescovo - non porta all’alienazione, ma ad una maggiore responsabilità nel vivere da testimoni del Risorto, guardando in alto, perché "lassù" si trova la risposta alle nostre domande di senso e la forza spirituale per vincere il male con il bene, l’odio con l’amore, la vendetta con il perdono, la morte con la vita. La Pasqua generando la morte dell’io superbo e narcisista, è la condizione per il dono di sé a Dio e agli altri , che educa ad una pastorale comunitaria e ad una vita sociale fraterna che ci permette di accogliere in una abbraccio di pace tutti . Gli auguri pasquali che siamo soliti scambiarci sono allora qualcosa di più che un pio desiderio. Scaturiscono dalla certezza che la vittoria di Cristo risorto è la nostra vittoria e alimentano la nostra preghiera che ci fa chiedere al Padre di essere rinnovati nello Spirito per rinascere nella luce del Signore Risorto”. In questi giorni, il vescovo ha visitato i carcerati e i loro familiari del carcere piazzese. Ai familiari provenienti da paesi lontani la Caritas sta provvedendo ad assicurare un alloggio.

Agostino Sella

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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