Piazza Armerina. Alle 11,50 di ieri mattina, Maurizio Prestifilippo, si è dimesso dalla carica di primo cittadino della città dei mosaici. Lo aveva detto e lo ha fatto, nonostante in molti non ci credevano. Prima di dimettersi ha voluto presiedere l’ultima riunione con i suoi assessori. Adesso a guidare la giunta, fino all’arrivo del commissario che verrà nominato dall’assessore regionale agli enti locali probabilmente entro una trentina di giorni, sarà il vice sindaco Fabrizio Tudisco. Rimane in carica, invece, fino alle elezioni che dovrebbero celebrarsi l’otto giugno il consiglio comunale, che così potrà completare il tanto chiacchierato iter di approvazione del piano regolatore generale. “Prima di dimettermi – dice il sindaco – ho comunicato le mie intenzioni per telefono al prefetto ed al vescovo, da cui ho ricevuto parole di considerazione e solidarietà e poi ho consegnato le dimissioni nelle mani del segretario generale Carolina Ferro, che ha provveduto ad inviarle subito via fax a Palermo”. Poi l’ormai ex sindaco traccia il percorso del futuro. “Adesso dobbiamo prima di tutto prepararci bene alle amministrative di giugno con il Partito delle Libertà e con la coalizione di centro destra. Per il resto ho dato al partito la mia disponibilità a partecipare alle prossime competizioni elettorali. Non posso fare altro che rimettermi alle decisioni della dirigenza regionale del partito – dice Prestifilippo - l’intento è di salvaguardare il seggio e di giocare una partita aperta tra candidati che abbiamo spessore e forza”. Intanto un minuto dopo le dimissioni del sindaco arrivano anche quelle dell’assessore Enzo Cammarata de “La Destra” di Storace. “Le mie dimissioni – dice Cammarata – sono un atto politico. Non c’è ragione di restare in una giunta delegittimata dalle dimissioni del sindaco. Ci dispiace dover lasciare in un momento importante. Avremmo però – dice ancora Cammarata – preferito certamente che la decisione di dimettersi del sindaco non stata fosse unilaterale ed estemporanea ma frutto di un ragionamento condiviso. Certo è – conclude Cammarata – che se le dimissioni sono la conseguenza di una sua candidatura alle regionali la scelta potrebbe essere condivisa, anche se ognuno di noi risponderà a logiche non dettate dalle esigenze del singolo ma da quelle del suo partito”.
Agostino Sella