Il leader tibetano in un'intervista a le monde. «la cifra deve essere confermata»
Secondo il leader spirituale, l’esercito cinese il 18 agosto scorso ha «sparato sulla folla» nella regione di Kham
PARIGI - Il Dalai Lama accusa l’esercito cinese di aver «sparato sulla folla» il 18 agosto scorso nella regione di Kham, nell'est del Tibet. Secondo il leader spirituale buddista, sarebbero stati uccisi circa 140 tibetani, cifra che «deve essere confermata». La denuncia del Dalai Lama è contenuta in un’intervista a Le Monde sul numero in edicola giovedì pomeriggio con la data di venerdì.
«SOLO A LHASA 400 VITTIME DAL 10 MARZO» - Secondo il Dalai lama, dall' inizio delle proteste in Tibet, il 10 marzo, «testimoni affidabili hanno riferito che 400 persone sono state uccise nella sola regione di Lhasa. Uccisi da colpi d'arma da fuoco, mentre i manifestanti erano senza armi». Il Dalai Lama ha affermato inoltre che «nessuna apertura c'è stata» nelle discussioni con Pechino. «Dopo le proteste di marzo e l'Olimpiade, avevamo creduto a dei segnali positivi. Siamo stati presto smentiti, i nostri emissari si sono trovati davanti a un muro». Il leader spirituale tibetano, che si trova attualmente in Francia, incontrerà venerdì mattina Carla Bruni, moglie del presidente francese Nicolas Sarkozy in occasione della inaugurazione di un tempio buddista a Roqueredonde, nel sud del Paese. La Bruni sarà accompagnata dal ministro degli esteri Bernard Kouchner e dal segretario di Stato ai diritti umani, Rama Yade.