Piazza Armerina. “La riforma sanitaria approvata alla regione ha sancito la nostra sconfitta e quella della politica ennese”. Sebastiano Arena, dopo le vicende sanitarie degli ultimi giorni, prende carta e penna ed emana un documento dura nei confronti del direttore generale e della classe politica ennese a nome del osservatorio sanitario cittadino. “Con la Riforma Sanitaria approvata all’Ars per il nostro ospedale nulla è cambiato, e chi si aspettava la “restituito ad integrum” del Chiello, si sbagliava perché continua a subìre il programma di Iudica pensato molti mesi fa e portato avanti con la caparbietà di sempre in nome di un presunto e mai dimostrato progetto di riorganizzazione della sanità ennese. In questo senso abbiamo – continua Arena - perso l’ultima battaglia di una guerra cominciata due anni addietro col piano Lagalla e appena conclusa con la sconfitta di Piazza Armerina col piano Russo. A nulla sono valsi i litigi tra i partiti politici della maggioranza, poiché, in nome di malcelati interessi elettoralistici, si sono ricompattate le forze sul filo di lana. Iudica ha sempre saputo che la sua opera poteva proseguire tranquilla a Piazza, deliberando cambiamenti nell’assetto organizzativo, comportandosi come se già fosse il direttore pure dell’Umberto I. Ha portato avanti, senza avere mai avuto il consenso dei sindacati, né quello dei comuni, il suo capolavoro SOIEN, spalleggiato costantemente da Paolo Colianni e da Raffaele Lombardo. In ogni caso – dice ancora Arena - abbiamo perso! Ha perso la nostra città. Ha perso la conferenza dei sindaci, che, ha dovuto cedere ai giochi dei politici. Ha perso la politica ennese che non ha saputo e potuto arginare la dilagante marea montante del potere del momento. Hanno perso i cittadini, nonostante i proclami scolpiti sugli architravi del palazzo dell’amministrazione Usl 4 di Enna: “Accogliamo sofferenze, costruiamo speranze”. Niente di più falso. Finora l’ospedale Chiello, pur con mille difficoltà di cui sono stati responsabili in primis i direttori di vario livello, ha, dignitosamente e per secoli, accolto sofferenze e costruito speranze, ma in risposta ha ricevuto solo noncuranza e misere vendette. Da questo momento in poi, il glorioso Chiello, subirà l’onta del declassamento camuffato di innovazione, modernizzazione, razionalizzazione. Questo probabilmente è l’ultimo comunicato del nostro Osservatorio, poiché questi sono tempi di arroganza, di prepotenza e di sfrontatezza. Possiamo magramente consolarci con Seneca: “Iniqua numquam regna perpetuo manent”.
Agostino Sella
Agostino Sella