lunedì 5 ottobre 2009

Mattia incavolato nero contro Acqua Enna, rea di tagliare l'acqua ai cittadini.

Accolgo con grande sorpresa e fastidio la presa di posizione di AcquaEnna.
Infatti proprio in questi giorni sono stato contattato da centinaia di famiglie che hanno lamentato l’atteggiamento con cui il gestore del servizio idrico ennese sta continuando ad operare senza tener conto degli obblighi che la legge impone in relazione al servizio fornito dalla medesima.
Precisamente AcquaEnna attraverso delle lettere raccomandate intima ai cittadini la corresponsione delle fatture non pagate, minacciando in mancanza di tale pagamento la sospensione del servizio idrico.
Credo che questa avvisaglia sia a dir poco ridicola.
Qualora l’ENTE dovesse mettere in pratica questi propositi si ritroverebbe letteralmente inghiottito da numerose richieste di risarcimento danni da parte degli utenti.
Proprio in questi giorni la società del servizio idrico di Enna ha privato un cittadino di Piazza Armerina (M.F.) della fornitura d’acqua, adducendo come motivo presunte fatture non pagate.
Questo provvedimento è intollerabile, non solo perché illegittimo (infatti ci tengo a precisare che mai nessuna fattura e nessun preavviso di pagamento è stato portato a conoscenza di questo cittadino, nonostante quest’ultimo avesse in passato denunciato oralmente l’anomalia presso la sede di Acquaenna), ma altresì perché pericoloso. È evidente che un’azione del genere mette a rischio la salute dell’utente e dei suoi famigliari.
La condizione fisica dei cittadini di Piazza Armerina non può essere considerata merce di scambio per presunte fatture non pagate. È intollerabile tale presa di posizione che mira a preservare gli interessi economici di un Ente che mostra falle organizzative nella gestione del servizio a discapito del benessere fisico del cittadino.
Non siamo disposti a sopportare questo genere di prevaricazioni, annunciando fin da ora l’intenzione di adire per vie legale in modo da fermare quello che molto agevolmente si può definire un abuso.
Mi schiero in prima persona dalla parte di tutti gli utenti, che non solo sono stati svantaggiati da un servizio pessimo (ricordo brevemente i disagi a cui siamo stati sottoposti tutti gli anni nella stagione estiva), ma che oggi li si vuole addirittura privare del diritto all’acqua!
Diritto sancito fra quelli inviolabili poiché prodromico al diritto della salute riconosciuto e eletto dalla nostra Costituzione.
Invito AcquaEnna a ritornare su delle scelte che giudico avventate ma soprattutto pericolose.
Cosa vogliono farci intendere?
Di disconoscere i precetti del nostro legislatore?
O per caso ignorano di gestire un servizio che non può essere lasciato alla mercé delle stramberie di qualche dirigente nevrotico?
Piuttosto come mai questi dirigenti così solerti non hanno messo mano al portafoglio rimborsando il canone di depurazione?
Eppure il principio proclamato della Corte Costituzionale è elementare: se nel Comune di residenza non sono attivi i depuratori o gli impianti non sono funzionanti, la quota della bolletta destinata al canone di depurazione non deve essere pagata dai cittadini.
AcquaEnna, invece di prodigarsi inutilmente, dovrebbe rispondere alle centinaia di famiglie che hanno chiesto la possibilità di usufruire di una compensazione del canone riscosso illegittimamente in questi anni a fronte di ciò che è realmente dovuto.
Dico realmente perché anche sulla storia dei consumi d’acqua ci sarebbe da sottolineare il comportamento “indecifrabile” di Acquaenna, considerato che gli operai di quest’ultima hanno sostituito i vecchi contattori obsoleti senza avvertire gli utenti, soprattutto alla luce del fatto elementare che quest’ultimi avrebbero avuto tutto l’interesse a partecipare all’operazione.
Mentre il più delle volte gli operai hanno compiuto le sostituzioni lasciando il più delle volte all’oscuro gli intestatari delle utenze o mettendoli sul fatto compiuto.
Posso anche indovinare le ragioni di tanta prudenza.
Infatti i vecchi contattori non erano a norma con i requisiti richiesti da un regolamento dalla Comunità Europea che avrebbe imposto già qualche anno fa’ di procedere con queste sostituzioni.
Non mi risulta difficile pensare che tutto questo sia stato fatto passare sotto silenzio proprio per evitare di rendere conto di un ritardo ingiustificato ma forse anche comodo, poiché se la Comunità prevede determinati requisiti una ragione dovrà pur esserci!
Magari la stessa ragione per cui Acquaenna ha ritardato queste sostituzioni?
Ma questa è un’altra storia che io ed il mio entourage legale affronteremo nelle sedi opportune.
Se i responsabili ci sono, non sarà difficile individuarli.
Non lo ritengo corretto che un pensionato debba pagare servizi che in realtà esulano dal consumo reale, mi riferisco ad esempio alla captazione o alla stessa depurazione.
Questi sono costi che andrebbero ripartiti fra la Regione, le Provincie e i comuni, e non certamente gravare sulle spalle del contribuente.
Vorrei precisare che il mio intervento non deve essere considerato come un invito a non pagare, in realtà ciò che lamento è il metodo scelto da Acquaenna che avrebbe dovuto molto più correttamente iniziare un’azione di recupero del credito attraverso le normali azioni garantite dal legislatore, e non farsi giustizia da sé privando gli utenti di un servizio fondamentale per il rispetto delle normali regole di igiene e profilassi strumentali al diritto alla salute.
Auspico serietà nella gestione del servizio, in ogni caso comunico che siamo pronti a sobbarcarci anche questa battaglia con la speranza che ben presto si faccia luce non solo sull’operato discutibile dell’ente ma altresì su rincari ingiustificati volti solo a mettere in ginocchio i centinaia di pensionati e disoccupati della provincia di Enna nell’interesse di pochi eletti.
Piazza Armerina, lì 04/10/2009

Giuseppe Mattia
Responsabile locale del Movimento per le Autonomie (M.P.A.).

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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