Se posso permettermi essendo dipendente ospedaliero, la questione dell'assenteismo è una esagerata questione di alcune anomalie soprattutto in zona amministrazione. Dunque non mischiamo capre e cavoli. La magistratura chiarirà, assolverà e/o punirà. Dire che "tutti i medici con un minimo di orgolio sono letteralmente scappati", è un giudizio ingeneroso verso la maggior parte che quotidianamente e fra mille difficoltà, fanno il loro dovere anche con abnegazione e senso di appartenenza. E' evidente che l'astio e il veleno ha ragioni che non conosco.
La lotta per l'ospedale, abbastanza civile, è stata fatta da tre anni a questa parte soprattutto dai dipendenti e dal consiglio comunale. L'unica volta che fu fatto un appello ai cittadini per portare la lotta a Palermo, i cinque autobus furono riempiti soprattutto dai dipendenti ospedalieri. I cittadini (tranne alcune encomiabili eccezioni)risposero picche. La lotta venne portata avanti con petizioni, incontri politici a tutti i livelli e di tutti i colori, raccolte di firme e molte decine e decine di articoli di stampa. Si assistette ad una irremovibile pervicacia nel portare avanti quella specie di riforma per la quale si sono scannati i politici di tutta l'Isola, partorendo un aborto di riforma che ha penalizzato tutti in Sicilia, dal pubblico al privato.
Ora i nodi vengono al pettine perché, proprio da quella famigerata legge ci saranno conseguenze. In atto la Direzione ASP sta operando la ricognizione della pianta organica sanitaria della provincia e inviato un piano alla Regione. L'ospedale di Piazza e quello di Enna, di fatto, ha un'unica amministrazione, dunque, è giocoforza che da Enna dirigeranno alcune unità operative del Chiello: cardiologia, otorino, laboratorio.
Ora i nodi vengono al pettine perché, proprio da quella famigerata legge ci saranno conseguenze. In atto la Direzione ASP sta operando la ricognizione della pianta organica sanitaria della provincia e inviato un piano alla Regione. L'ospedale di Piazza e quello di Enna, di fatto, ha un'unica amministrazione, dunque, è giocoforza che da Enna dirigeranno alcune unità operative del Chiello: cardiologia, otorino, laboratorio.
Altre resteranno al loro posto. L'Ostetricia, come è stato detto, sarà (forse) salvata se si riuscirà a convertirla ad un progetto di largo respiro sul "parto indolore" sul quale sta lavorando molto l'Assessore Innocenzo Di Carlo. L'Urologia andrà via. Le chirurgie CH e ORT continueranno a lavorare in elezione, cioè facendo interventi preordinati. Ci sarà qualche altra variante, ma una cosa si può affermare (a differenza di quanro scritto da Nino Di Catania): che l'ospedale non chiuderà, continuerà ad avere il suo Pronto Soccorso, continuerà ad avere l'Unità di cardiologia con tre medici senza posti-letto; resterà la Medicina con la Lungodegenza (che verrà potenziata); resterà la Dialisi regolarmente. E' evidente che la tipologia di ospedale non sarà più la stessa: i reparti dovranno innovarsi, dovranno scommettersi, altrimenti sarà la fine.
Firmato: Sebi Arena (che non ha alcun motivo di portare acqua al suo mulino