«Non sono solo i comuni lombardi a essere strozzati dal patto di stabilità». Questa l’affermazione del sindaco di Piazza Armerina Fausto Carmelo Nigrelli a commento delle notizie di stamattina sulla protesta organizzata dall’ANCI Lombardia e che è cultimata con la eclatante riconsegna della fascia tricolore da parte di centinaia di sindaci di tutti gli schieramenti politici.
«Da anni – continua – i comuni sono vessati dal rispetto del patto di stabilità, ma, cosa ancora più grave, i comuni che lo rispettano non hanno premialità e quelli che lo violano spesso non vengono penalizzati. Così, come sempre, chi rispetta le regole è fregato.»
Il Patto è lo strumento che lo Stato ha per con¬trollare i conti delle Pubbliche Amministrazioni e quindi per evitare che il deficit di bilancio del Paese superi i limiti imposti dall’Unione Europea.
«La questione – spiega Nigrelli – è che la eventuale infrazione del patto prevede il taglio del 5% dei trasferimenti da parte dello Stato, il blocco di assunzioni di ogni tipo, l’impossibilità di accedere a mutui e prestiti e di superare il mini¬mo di spesa previsto per l’anno di infrazione. Per questo il nostro comune ha sempre evitato di sforarlo e ci è sempre riuscito. Osservo però che mentre noi ci sacrificavamo, altri comuni lo sforavano tranquillamente e spesso non hanno subito le sanzioni previste grazie alle sanatorie di fine anno»
«Oggi per rispettare il patto si pagano dei costi elevati: per esempio se si accende un mutuo per realizzare un’opera pubblica esso viene restituito in tempi lunghi, per esempio venti anni. Nel calcolo dell’indebitamento, però, si calcola quanto viene pagato all’impresa nell’arco della durata dei lavori, quindi i pagamenti incidono fortemente sul rispetto del patto. In questo modo viene reso quasi impossibile accendere mutui in un momento in cui invece le città virtuose come Piazza Armerina hanno una buona capacità di indebitamento che consentirebbe di fare importanti investimenti che darebbero lavoro e concorrerebbero ad avviare processi di sviluppo duraturo.»
«Altri fattori che incidono negativamente ai fini del rispetto del patto di stabilità sono l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione anche per il finanziamento di opere pubbliche e i pagamenti, oltre determinati limiti, alle imprese a fronte di lavori pubblici eseguiti. Ciò ha costretto il Comune di Piazza, nell’anno 2009, a posticipare i pagamenti pur avendo i soldi in cassa, con gravi conseguenze sia per le imprese che per l’economia dell’intero contesto territoriale.»
Piazza, come tutte le città virtuose, non può aspettare. Se non ci sarà un cambiamento da parte del Governo credo che, nell’interesse della città potremo anche decidere di violare il Patto, conclude Nigrelli.
«Da anni – continua – i comuni sono vessati dal rispetto del patto di stabilità, ma, cosa ancora più grave, i comuni che lo rispettano non hanno premialità e quelli che lo violano spesso non vengono penalizzati. Così, come sempre, chi rispetta le regole è fregato.»
Il Patto è lo strumento che lo Stato ha per con¬trollare i conti delle Pubbliche Amministrazioni e quindi per evitare che il deficit di bilancio del Paese superi i limiti imposti dall’Unione Europea.
«La questione – spiega Nigrelli – è che la eventuale infrazione del patto prevede il taglio del 5% dei trasferimenti da parte dello Stato, il blocco di assunzioni di ogni tipo, l’impossibilità di accedere a mutui e prestiti e di superare il mini¬mo di spesa previsto per l’anno di infrazione. Per questo il nostro comune ha sempre evitato di sforarlo e ci è sempre riuscito. Osservo però che mentre noi ci sacrificavamo, altri comuni lo sforavano tranquillamente e spesso non hanno subito le sanzioni previste grazie alle sanatorie di fine anno»
«Oggi per rispettare il patto si pagano dei costi elevati: per esempio se si accende un mutuo per realizzare un’opera pubblica esso viene restituito in tempi lunghi, per esempio venti anni. Nel calcolo dell’indebitamento, però, si calcola quanto viene pagato all’impresa nell’arco della durata dei lavori, quindi i pagamenti incidono fortemente sul rispetto del patto. In questo modo viene reso quasi impossibile accendere mutui in un momento in cui invece le città virtuose come Piazza Armerina hanno una buona capacità di indebitamento che consentirebbe di fare importanti investimenti che darebbero lavoro e concorrerebbero ad avviare processi di sviluppo duraturo.»
«Altri fattori che incidono negativamente ai fini del rispetto del patto di stabilità sono l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione anche per il finanziamento di opere pubbliche e i pagamenti, oltre determinati limiti, alle imprese a fronte di lavori pubblici eseguiti. Ciò ha costretto il Comune di Piazza, nell’anno 2009, a posticipare i pagamenti pur avendo i soldi in cassa, con gravi conseguenze sia per le imprese che per l’economia dell’intero contesto territoriale.»
Piazza, come tutte le città virtuose, non può aspettare. Se non ci sarà un cambiamento da parte del Governo credo che, nell’interesse della città potremo anche decidere di violare il Patto, conclude Nigrelli.