venerdì 5 novembre 2010

Salvatore Roccaverde. Il maestro della legalità.

Salvatore Roccavede, è stato ricordato sulla rivista ARTICOLO 33, una delle più  prestigiosa rivista di settore  sul mondo della scuola e L'Università (+ di 400000 mila copie).
Per darvi un'idea dello spessore culturale della rivista, nei prossimi numeri , verranno pubblicati saggi ed nterviste su Umberto Eco, Anna Olivierio Ferraris ecc...Potete anche vedere il sito http://www.edizioniconoscenza.it/. ,dove si trovano l'archivio dei numeri precedenti e altre informazioni su Articolo33.
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Il coraggio e l'impegno civile di Salvatore Roccaverde
IL MAESTRO DELLA LEGALITA’
Le denunzie sul lavoro minorile negli anni 80. La sperimentazione della scuola a tempo pieno e le classi aperte . La coraggiosa iniziativa di intitolare , nel 1985, il 3°Circolo didattico, da lui diretto, al magistrato Rocco Chinnici.
Di Omer Bonezzi

Se l’amore per la Scuola intesa come fonte inesauribile di valori etici ,primi fra tutti la legalità e l’onestà , avesse un nome e cognome ,probabilmente si chiamerebbe proprio come lui : Salvatore Roccaverde ,dirigente scolastico ,venuto a mancare qualche mese fa, a causa di una grava malattia. Salvatò , così veniva affettuosamente chiamato dagli amici , la scuola l’aveva preso proprio sul serio , già dall’inizio ,come studente. Diplomatosi a pieni voti, all’Istituto Magistrale di Piazza Armerina, suo luogo natio, vince , in prima battuta, il concorso , allora nazionale, di maestro elementare ottenendo così una menzione speciale dal Ministero della Pubblica Istruzione , assieme a pochi altri, come “Maestro più giovane d’Italia .
”Negli anni a cavallo tra il 1960 e “70 ,la scuola pubblica non era in forma smagliante ma godeva di buona salute. Certo, non sfiorava ancora a nessuno l’idea che la scuola, potesse essere finanziata da istituzioni private, con inevitabili e prevedibili condizionamenti sulla didattica e la libertà d’insegnamento. Insomma una scuola intesa come strumento di formazione e promozione sociale e orgogliosa del suo patrimonio di eguaglianza sociale , di cultura laica e innovazione curricolare. Sono gli anni delle sperimentazione del tempo pieno e delle classi aperte, già, in qualche modo avviate nelle regioni del nord Italia,ma che , stentano ad essere attuate ,se non con molte difficoltà, nel mezzogiorno e nel sud della penisola. Ma Salvatore, ha come dire, la “fortuna” di compiere il suo apprendistato (12 anni dal 1966/67 al 1977/78) e quindi la sua formazione presso il 3°Circolo Didattico di Enna diretto da Edoardo Fontanazza. Uomo dalla “ personalità poliedrica “ pittore e poeta ma allo stesso tempo profondo e fine esperto di pedagogia e psicologia. Certo ,affascinante ma allo stesso tempo inquietante iniziare ad apprendere il mestiere in quel “covo di rivoluzionari”. Questa era l’opinione comune, a livello locale, della maggior parte della gente , sul 3° Circolo didattico Sant’Onofrio ma nel quale, in realtà ,sulla spinta di Lettera a una professoressa di Don Milani, Fontanazza aveva dato vita ad una controscuola sul modello di Barbiana e contemporaneamente sperimentava la scuola a tempo pieno , i laboratori e i gruppi interclasse.

Sono queste esperienze che, sicuramente, rafforzano in Salvatore l’idea che la scuola, in prima istanza ,ma anche ogni singolo atto della propria vita volto all’affermazione dei più elementari diritti della persona, potessero veramente creare una società diversa da quella precedente nella quale lo scetticismo e la rassegnazione non potevano essere più le uniche “risposte” all’arroganza, alla prepotenza e soprattutto alla sopraffazione di “cosa nostra”.

Nel 1979, Salvatore, vincitore del concorso a posti di direttore didattico dirige per due anni il circolo didattico di Calascibetta ed in seguito il 3° Circolo didattico di Piazza Armerina fino al 2007. In questi anni combatte in prima persona e con coraggio la sua battaglia per la “legalità”, non solo dall’interno stesso della stessa istituzione scolastica ,come dirigente scolastico, ma anche all’esterno attraverso un forte impegno politico e sociale . Come corrispondente del giornale “La Sicilia” per la città di Piazza Armerina , affronta con coraggio temi scottanti a livello locale (ma non solo) come quello sul lavoro minorile , noncurante dei “rischi” ai quali facilmente ci si poteva ma ancora oggi ci si può esporre in queste zone. Infaticabile anche il suo impegno a favore dei disabili . Dopo un incessante attività di informazione e persuasione sulla condizione dei disabili (spesso relegati in casa, come se la “diversa abilità”fosse una vergogna) promuove una serie di iniziative politiche-sociali che portano ad aprire,in pochi anni, la sede locale del centro A.I.A.S. (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici).

Ma il massimo sforzo per l’affermazione della legalità, Salvatore ,lo compie, promuovendo l’intitolazione del 3° Circolo ,da lui diretto, al magistrato Rocco Chinnici ,vittima della mafia, e ideando ,subito dopo, l’omonimo Premio Nazionale per l’educazione alla legalità . La coraggiosa iniziativa voleva rendere omaggio ad un amico ed ad un uomo dello Stato che coraggiosamente portava avanti ,consapevole dei rischi a cui andava incontro, la lotta contro il potere mafioso e criminale. Sono gli anni in cui lo Stato, dopo una lunga e sanguinosa lista di omicidi da parte della mafia ,tra i quali, tanto per citare i più conosciuti : Peppino Impastato ,Boris Giuliano, Mattarella il Generale Dalla Chiesa ecc… , rispondeva significativamente al potere mafioso attraverso il maxiprocesso avviato da Chinnici assieme a Falcone e Borsellino e proseguito da Antonino Caponnetto.Rocco Chinnici, Salvatore, l’aveva conosciuto casualmente e come fanno spesso tanti insegnanti che , a dispetto della pessima opinione che molti hanno su di loro,“la scuola se la portano sempre dietro”, gli propone di partecipare ad una conferenza sul tema della “legalità” a coronamento di una serie di attività didattiche che avevano coinvolto gli alunni della sua scuola. Chinnici accetta con entusiasmo ed in occasione del suo commiato e con l’invito a partecipare ad una seconda edizione della stessa , risponde al neo-direttore che probabilmente non si sarebbero più rivisti. Tragica e ,allo stesso tempo ,lucida previsione : circa sei mesi dopo l ‘incontro, nel 1983, il magistrato viene barbaramente ucciso dalla criminalità mafiosa. Il premio Rocco Chinnici giunto ormai alla decima edizione ha visto come protagonisti non soltanto personaggi eccellenti che si sono distinti in particolare modo per il coraggio e la forza che hanno mostrato per combattere la piaga della criminalità mafiosa e comunque per l’affermazione della legalità , tra i quali, solo per citarne alcuni , Paolo Borsellino ,che presiede la giuria nell’edizione del 1985 ,Antonino Caponnetto, Giancarlo Caselli , Don Luigi Ciotti ecc…, ma tutta la società civile che, come emergeva dai numerosi lavori partecipanti al Premio , mostrava una grande voglia di lottare contro la mafia e di affermare i valori della civiltà e della democrazia.

Salvatore Roccaverde è , a mio avviso, il migliore esempio da “utilizzare” come modello umano e professionale.

Esempio di coraggio, coerenza e civiltà , qualità sempre più rare, in questi anni difficili , nei quali la democrazia e le stesse istituzioni ,compreso la tanto cara e amata Scuola del nostro Salvatore , vengono messe a rischio da riforme aberranti e antidemocratiche .

Chi sono

Qualcuno, di cui non ho molta stima, mi chiama "Architetto di Dio". La cosa, però, mi piace. Dicono che sono un architetto eclettico ed un pò anomalo. Il mio lavoro è a metà tra i restauri ed il turismo. Sono cooperatore salesiano e amo Don Bosco. Sono sposato con Cinzia che amo. Abbiamo tre figli, Gabriele Samuele e Gaia. Se vuoi scrivermi ecco la mail architettodidio@gmail.com


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"Il senso di inquietudine mi insegue sempre e quando mi pare di aver colto una certezza ricado nell'assoluto smarrimento. Mi chiedo: sono al posto giusto, al momento giusto? Boh! che casino è la VITA e quanto doloroso è questo cammino di scoperta dell'Assoluto che c'è in noi!"

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